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Il Fondo Indigenti 2024 è un’iniziativa del Governo italiano per sostenere i nuclei familiari con i redditi più bassi, in seguito ai progressivi ridimensionamenti della misura del Superbonus. Ciascun beneficiario potrà trasmettere una sola domanda all’Agenzia delle Entrate, entro il 31 ottobre 2024, per un’unica casa.

Il decreto di attuazione, siglato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, stabilisce le regole per la richiesta del contributo. Vediamole nel dettaglio.

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Cos’è e normativa di riferimento

Ma cos’è nel dettaglio il Fondo Indigenti e qual è la norma di riferimento? In particolare, il comma 2 dell’articolo 1 del Decreto Legge 212/2023, convertito nella Legge n. 17/2024, stabilisce di sostenere i contribuenti con i redditi più bassi.

Il nuovo provvedimento prevede infatti un aiuto attraverso il riconoscimento di un contributo erogato dall’Agenzia delle Entrate, nei limiti dei fondi disponibili e in base a precisi criteri e requisiti.

Una misura resasi necessaria in seguito all’abbassamento dell’aliquota del Superbonus, passata dal 110% o 90%, a seconda dei casi, al 70%. L’importo dell’agevolazione del Fondo Indigenti 2024 è previsto in base ai costi sostenuti entro un limite massimo di 96.000,00 euro.

Le risorse finanziarie messe a disposizione dal Governo ammontano a circa sedici milioni di euro. Una cifra ragguardevole, ma che potrebbe non essere sufficiente per soddisfare tutte le richieste della platea interessata.

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Gli aventi diritto al Fondo Indigenti

Al beneficio sono ammessi i contribuenti che hanno sostenuto dei costi per gli interventi edilizi nei primi 10 mesi dell’anno, dunque tale agevolazione spetta a coloro che hanno emesso dei bonifici a partire dal 1° gennaio 2024 fino al 31 ottobre 2024. Entro il 31 dicembre 2023, gli interventi edilizi devono però aver raggiunto uno stato di avanzamento almeno del 60%.

Inoltre, i contribuenti interessati, per accedere al Fondo Indigenti devono avere un reddito familiare al massimo di 15.000,00 euro. Il reddito da prendere come riferimento, come specificato dall’Agenzia delle Entrate con la circolare 13/2023, è rappresentato dal totale dei redditi percepiti, nell’anno precedente rispetto a quello di sostenimento dei costi per i lavori edilizi, dall’intero nucleo familiare (contribuente, coniuge non legalmente separato, convivente, altri familiari a carico fiscalmente).

Riepilogando, ai sensi del comma 2 dell’articolo 1 del Decreto Legge n. 212/2023, convertito in Legge n. 17/2024, a sostegno dei nuclei familiari a basso reddito si prevede di riconoscere un contributo in base ai seguenti requisiti:

  • reddito non superiore ai 15mila euro;
  • costi sostenuti dal 1° gennaio al 31 ottobre 2024;
  • stato di avanzamento degli interventi edilizi non inferiore al 60% al 31 dicembre 2023.

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Come accedere e procedura di selezione delle domande

L’istanza per il riconoscimento del contributo dovrà essere presentata esclusivamente in modalità telematica, anche attraverso gli intermediari abilitati delegati al servizio “Cassetto fiscale” dell’Agenzia delle Entrate. Ciascun soggetto, entro il 31 ottobre 2024, può presentare una sola domanda per richiedere l’agevolazione, relativamente ai costi sostenuti per un’unica abitazione.

Leggi anche: Cassetto fiscale: Cos’è e come funziona

L’Agenzia delle Entrate, acquisite le domande degli interessati, determinerà la somma del contributo spettante a ognuno in base al rapporto tra le risorse finanziarie disponibili e i contributi richiesti. L’agevolazione sarà distribuita tenendo conto dell’ordine cronologico delle date del primo bonifico effettuato dai contribuenti nel 2024.

Nel caso di domande con le stesse date di esecuzione del primo bonifico e di risorse finanziarie insufficienti, gli importi del Fondo saranno distribuiti in base alla cronologia di presentazione delle domande e sino alla fine delle risorse stesse.

Le percentuali di erogazione del contributo saranno poi comunicate entro il 30 novembre e, come già anticipato, sulla base del rapporto tra le risorse del Fondo e il numero di richieste pervenute. Quindi per conoscere le somme del contributo, che non ha alcun effetto fiscale per i contribuenti, è necessario attendere quasi la fine dell’anno in corso. Una volta individuati i beneficiari, gli importi saranno corrisposti con accrediti diretti sui conti correnti postali o bancari, segnalati all’atto della presentazione delle domande.

Naturalmente è prevista, sempre a cura dell’Agenzia delle Entrate, anche una rigida fase di controllo e di recupero degli importi non spettanti per mancanza dei requisiti richiesti dalla disposizione normativa di riferimento.

Nel caso in cui, infatti, l’Agenzia accerti che il contributo sia in parte o del tutto non spettante, proseguirà con il recupero della somma in base alle regole stabilite dall’articolo 38 bis del D.P.R. 600/73. L’importante per i contribuenti è dunque presentare la domanda solo dopo un’attenta verifica sul possesso dei requisiti stabiliti dalla misura.

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Conclusioni

Il Superbonus è fermo da un po’ di tempo e le polemiche su questa misura non si sono mai placate dopo la stretta del blocca crediti di fine marzo scorso. Tuttavia restano delle disposizioni attuative generate dalle iniziative del Governo intraprese tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, tra queste il Fondo Indigenti previsto dal Decreto Salva Spese.

Quasi tutto pronto quindi per i contributi a fondo perduto rivolti ai cosiddetti esodati del Superbonus, con redditi bassi e relativamente ai costi sostenuti sino a ottobre 2024. Dal Governo è stato previsto uno stanziamento di 16,4 mln di euro con il Fondo Indigenti, a favore dei soggetti con reddito basso che avevano iniziato gli interventi edilizi ma che non hanno potuto fruire del Superbonus per portarli a termine, per colpa dei continui ridimensionamenti della misura.

Ora si attendono soltanto le ultime disposizioni per dare avvio concretamente alla procedura, quantificare le domande presentate, individuare gli aventi diritto ed erogare i contributi entro i termini previsti. Intanto con il Decreto Legge n. 212/2023, convertito in Legge n. 17/2024, sono stati già previsti i principali disposti normativi per regolamentare la materia.

 

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