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Il salario minimo sta diventando “la bandierina da piazzare dalle opposizioni durante l’estate come i classici tormentoni”. Lo scrive in una nota il vice responsabile del Dipartimento imprese e mondi produttivi di Fratelli d’Italia, Lino Ricchiuti. “Prima ancora di parlare di salario minimo è necessario intervenire su altre leve, che non ricadano solo sul datore di lavoro – prosegue -. Il cuneo fiscale in Italia è il quinto più alto tra i 38 Paesi dell’Ocse. Agire sul cuneo, abbassandolo come sta facendo il governo è il miglior intervento al momento. Il taglio sarebbe stato anche già più consistente se i due maggiori partiti di opposizione non avessero creato voragini nei conti pubblici con i vari bonus edilizi fuori controllo. Aumentare la retribuzione è possibile fino a un certo punto, oltre il quale non è sostenibile. Le piccole aziende stanno soffrendo questo particolare momento storico e un innalzamento del costo del lavoro rischierebbe di escluderle dal mercato e, in ultima istanza, anche determinare ricadute sui livelli occupazionali, proprio ora che con il governo Meloni si sono raggiunti livelli record su questo fronte”, continua l’esponente di Fratelli d’Italia.

L’introduzione del salario minimo per legge a nove euro l’ora totalmente a carico del datore di lavoro “interesserebbe soprattutto le Piccole e micro imprese artigianali e di servizi, in quanto le grandi aziende hanno contratti nazionali che superano tale cifra e se ci sono contratti da fame firmati recentemente, come quelli della vigilanza privata, è il segno del fallimento dei sindacati che provano a lavarsi la coscienza cavalcando l’onda demagogica delle opposizioni – spiega -. Chiedere a Partito democratico (Pd) e Movimento cinque stelle come mai non l’hanno fatto durante i loro governi è inutile, non rispondono, farfugliano. La domanda invece che farei al Pd è: non vi bastano un milione di cessazioni di partite iva nel decennio con voi al governo? Raddoppiamo? Il problema del lavoro povero c’è e va affrontato, ma senza causare ulteriori cessazioni di attività e proliferazione di lavoro nero”, conclude Ricchiuti.

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