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Viterbo – La responsabile del corteo storico Alessandra Cortese: “Con noi altre 30 comunità da tutta Italia”

di Daniele Camilli

Il Santissimo Salvatore a Larino in Molise per il riconoscimento Unesco


Viterbo – “60 buoi e 30 comunità da tutta Italia, insieme a Larino per la rassegna delle Carresi e per proseguire il percorso della candidatura per il riconoscimento Unesco, insieme a loro anche la processione del Santissimo Salvatore”. Alessandra Cortese, responsabile della parte storica del corteo del Santissimo Salvatore che ogni anno, a maggio, attraversa il centro storico, con oltre 100 figuranti e l’icona, ritrovata da due contadini in strada Bagni nel XIII secolo, posta su un carro trainato da buoi.


Il Santissimo Salvatore a Larino in Molise per il riconoscimento Unesco

Il Santissimo Salvatore a Larino in Molise per il riconoscimento Unesco


Una cordata di 30 comuni, più alcuni territori del Venezuela e la regione dell’Andalusia in Spagna. L’obiettivo è far riconoscere questa unione come patrimonio culturale immateriale Unesco. A sostenere la candidatura, i ministeri dell’Agricoltura e dei Beni culturali, così come il comune di Viterbo. Il comune capofila è Larino in Molise.


Il Santissimo Salvatore a Larino in Molise per il riconoscimento Unesco

Il Santissimo Salvatore a Larino in Molise per il riconoscimento Unesco


“Il progetto candidato al riconoscimento Unesco – spiega Cortese – si chiama Uomini, buoi e fiori su carri devozionali. L’incontro di Larino di sabato e domenica scorsi ha lasciato forti sensazioni. Un momento fondamentale in cui abbiamo potuto far conoscere devozione e storia della nostra antica tradizione. Siamo sicuri che l’ufficio Unesco continuerà ad essere al nostro fianco. Altrettanto il comune di Viterbo”.


Viterbo - Conferenza stampa per la Festa del Santissimo Salvatore - Alessandra Cortese

Alessandra Cortese


“La cosa che di questa due giorni più di tutti mi ha colpito – prosegue Cortese – è stata vedere giovani e bambini partecipare a questo evento, a sostegno delle proprie tradizioni, credendo in quello che stavano facendo. Il mio ringraziamento personale va al sindaco di Larino Pino Puchetti, al presidente della rassegna delle Carresi Stefano Vitulli e alla professoressa Letizia Bindi che segue il progetto di candidatura Unesco”.


Viterbo - Don Mario Brizi

Don Mario Brizi


“L’immagine del Santissimo Salvatore – spiega il sito internet della parrocchia di Santa Maria Nuova – venne in modo prodigioso rinvenuta nel 1283. Lo storico Feliciano Bussi riferisce che le modalità del ritrovamento furono registrate a memoria dei posteri nel Libro delle Riforme del Comune per gli anni 1716 e 1717: due bifolchi, che nel marzo 1283 aravano un campo in località Chirichera, dovettero interrompere il lavoro perché i buoi si fermarono e, sebbene pungolati e bastonati, non vollero saperne di procedere; anzi si inginocchiarono. Scavando con le zappe, gli aratori rinvennero una cassa di pietra al cui interno fu trovata una stupenda immagine del Salvatore, un trittico in cuoio su tavola di scuola romana, probabilmente degli inizi del sec. XIII, di stile bizantino (tanto da indurre a ritenerla del V o VI secolo), verosimilmente copia dell’immagine del Salvatore custodita in Laterano. Numerose supposizioni sono state fatte sui motivi per cui l’icona era stata sotterrata alla Chirichera, ma il ritrovamento, anche per le straordinarie modalità con cui era avvenuto, suscitò grande scalpore ed emozione nella popolazione”.


Il Santissimo Salvatore a Larino in Molise per il riconoscimento Unesco

Il Santissimo Salvatore a Larino in Molise per il riconoscimento Unesco


“Sei preti di S. Maria Nuova – prosegue il sito parrocchiale – andarono a prendere l’immagine per portarla in città; presso Faul l’attendevano tutto il Clero e i rappresentanti del Comune e processionalmente venne portata a S. Maria Nuova, che non solo –come si è detto- era la Chiesa ove il Comune custodiva i propri atti, ma era anche la sede dell’Arte dei Bifolchi, una delle più cospicue del tempo. Nella Chiesa venne eretta una Cappella e in un tempietto marmoreo fu collocata l’immagine miracolosa; il Comune assunse il giuspatronato della Cappella, per la cui manutenzione decretò un contributo annuale pagato fino al XIX secolo (altre elargizioni furono erogate in diversi momenti successivi). Inoltre, il Comune partecipava ufficialmente a tutti i riti in onore del Salvatore, che acquisirono una importanza rilevante nella vita religiosa e sociale della città: il 15 agosto il Cappellano Municipale celebrava la Messa all’altare del Salvatore e dava la pace al Gonfaloniere e agli Anziani che vi assistevano in pompa magna”.

“Tale era l’importanza della festa – conclude il sito internet della parrocchia – che negli Statuti Comunali del 1344 e poi in quelli del 1469 fissò la solenne processione alla sera della vigilia dell’Assunta, stabilendo altresì l’ordine che le Arti dovevano rispettare nella sfilata: era aperta dall’Arte dei Bifolchi, artefici del ritrovamento, con il loro vessillo, seguita dal clero cittadino, dal podestà, dagli otto del popolo, dal prefetto, dai nobili, giudici, medici e notai, tutti paludati in ricche vesti; venivano poi, con le rispettive insegne, le Arti dei Mercanti, Speziali, Fabbri, Calzolari, Macellari e Pesciaroli, Falegnami, Funari, Lanaroli, Sartori, Pellai, Osti e Tavernieri, Ortolani, Molinari, Pecorari, Muratori e Scalpellini, Tessitori, Fruttaroli, Barbieri, Vasai, Legnaioli, recando ciascuna un cero il cui peso era puntualmente prescritto nei rispettivi statuti e che veniva poi donato alla Chiesa”.


Il Santissimo Salvatore a Larino in Molise per il riconoscimento Unesco

Il Santissimo Salvatore a Larino in Molise per il riconoscimento Unesco


Assieme a Cortese, a Larino, c’era anche don Mario Brizi, parroco della chiesa di Santa Maria Nuova che si occupa di organizzare la processione del Santissimo Salvatore.

“Di Larino – dice don Mario – mi ha impressionato l’alto numero di partecipanti e i tanti giovani presenti. È stato bello vedere che tante tradizioni, nate dal mondo contadino, continuano e si rinnovano. Mondo contadino che nella sua religiosità popolare manifesta in maniera creativa il suo rapporto con il sacro. E questo è il significato più profondo di questi carri che uniscono il lavoro dei campi con il divino”.

Daniele Camilli

16 agosto, 2024



 

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