di Cora Talmelli*
Squadra che vince alle elezioni non si cambia ma la desertificazione commerciale non si arresta e anzi peggiora. Si allunga infatti la lista delle storiche botteghe al dettaglio che hanno abbassato la saracinesca: Benasciutti di Piazza Travaglio, “Italian Dna” e “Lui & Lei” di San Romano. Inoltre, si stima che nella sola via Bersaglieri del Po, chiuderanno circa altre dieci attività da qui a fine anno.
I casi citati fanno particolare impressione perché rappresentano una parte della tradizionale eccellenza ferrarese in campo tessile, settore da sempre strategico per l’economia, entrato in crisi da tempo e che sembra ormai reggersi solo nel periodo dei saldi invernali ed estivi. Si naviga a vista, quel che è certo è che siamo in presenza di un fenomeno che l’attuale amministrazione, al secondo mandato, non ha avuto il coraggio e interesse a contrastare.
Il neoassessore, Francesco Carità, ha dichiarato di ipotizzare l’istituzione di hub urbani e di prossimità sul territorio comunale. Registriamo quindi che al momento non sono al vaglio nuove idee, visto che la proposta richiama quanto già contenuto all’interno della Legge dell’Emilia-Romagna di fine 2023, grazie alla quale sono già state stanziate solo a Ferrara circa 570 mila euro, per sostenere progetti innovativi di attività di vicinato, ambulanti, pubblici esercizi. In altre parole, a parte nascondersi dietro un progetto fatto dalla Regione e salvo riconoscere la gravità assoluta del problema, non ravvediamo nel nuovo assessore una proposta in grado di aiutare veramente i piccoli commercianti.
Si aggiunga che in questi anni abbiamo assistito a continui dispetti e sgambetti alla categoria: dalla movida in Darsena a cui è seguito l’accorato appello di 50 ristoratori del centro che hanno visto ridursi drasticamente i fatturati, fino ai mega concerti in piazza Trento e Trieste – oltretutto eventi notturni, quando i negozi sono chiusi – innescando la protesta degli ambulanti a causa delle ingenti perdite economiche per gli sfollamenti in piazza Travaglio – commercio ambulante peraltro propedeutico a tutte le attività di vicinato in centro – a cui bisogna aggiungere un’ostinata mancanza di programmazione turistica, con il risultato ormai noto del calo di flussi e quindi di ossigeno per le botteghe, infine il chiaro intento di favorire la GDO con due importanti realtà nuove nate/annunciate.
Per far fronte a tale sfacelo, le proposte del Partito Democratico sono di semplice attuazione, richiedono solo volontà e impegno politico: blocco indicizzazione Istat sugli immobili a locazione commerciale del Comune, agevolazioni IMU ai privati che affittano, un sistema di bandi importante e strutturato, favorire i cambi d’uso di destinazione degli immobili sfitti a piano terra. Ferrara deve tornare ad essere una piazza da passeggio, i cui luoghi commerciali siano raggiungibili in 15 minuti e in cui pubblici esercizi, ambulanti, artigiani e commercianti coesistano in armonia, garantendo allo stesso tempo un importantissimo presidio di sicurezza per la città.
*Già referente Sviluppo Economico Segreteria Unione Comunale PD
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