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Forte di un +15,5% in un anno, il Friuli Venezia Giulia si colloca in seconda posizione nella classifica nazionale sull’incidenza del valore aggiunto dell’economia del mare sul totale: fa meglio solo la Liguria, come documentato dall’aggiornamento del report di settore prodotto dal Centro Studi della Camera di Commercio di Pordenone e Udine, dal quale emerge che il lusinghiero risultato si deve prevalentemente al contributo di Trieste, prima – con il 18,9% – nella graduatoria provinciale per incidenza, appunto, del valore aggiunto della blue economy.

Sul territorio regionale i lavoratori del comparto (28.792) incidono per il 5,2% sul totale degli occupati (contro una media nazionale del 4,1%): le imprese operanti nel ramo specifico sono 4.030, il più delle quali (1.849) dislocate a Trieste, 1.281 a Udine, 785 a Gorizia e 115 a Pordenone.

L’economia del mare analizzata dall’ente camerale friulano spazia tra varie sfere produttive: la maggior parte del valore aggiunto (31,8%) è generata dalla movimentazione di merci e passeggeri e dalla cantieristica (27%); seguono l’alloggio e la ristorazione (con il 17,8%), le attività di ricerca e tutela ambientale (17%), la filiera ittica (4,3%) e le attività sportive e ricreative (2,1%).

Nel 2023 «in regione le imprese dell’economia del mare hanno inciso per il 4,1% del totale delle aziende del Friuli Venezia Giulia, contro una media italiana del 3,8%» segnala Giovanni Da Pozzo, presidente della Cciaa: si tratta dell’unico caso nel Nord Est. E il trend – aggiunge Da Pozzo – risulta in crescita: «Rispetto al 2021 si è registrata, nella nostra regione, una variazione del +15,5% del valore aggiunto della blue economy, percentuale leggermente superiore alla media italiana, pari al 15,1%».

I dati del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti attestano che i punti di attracco per il diporto sono più numerosi nell’Italia meridionale, ma che la dotazione infrastrutturale gode di maggiore solidità al Nord. Le regioni settentrionali, infatti, offrono al diporto una media di 66,4 posti barca per chilometro di costa, a fronte dei corrispondenti 28,9 e 13 dell’Italia – rispettivamente – centrale e meridionale. E il picco, al nord del Paese, si tocca proprio in Friuli Venezia Giulia, che vanta 162 posti barca su ognuno dei 94 chilometri di litorale.

Venendo al cluster della nautica, in Fvg a dicembre ’23 erano registrate 395 sedi di impresa relative all’industria cantieristica, 31 di commercio di imbarcazioni da diporto, natanti e accessori, 72 di trasporto marittimo e per vie d’acqua e 5 per il noleggio di mezzi di trasporto marittimi e fluviali, per un totale di 503: un confronto con l’anno 2019, dimostra che le realtà produttive della filiera della nautica sono aumentate del 9,5% con andamenti diversi a seconda dei settori.

Sono per esempio cresciute in maniera sensibile le sedi dell’industria cantieristica (+15,4%), mentre il noleggio di mezzi di trasporto si è rivelato stabile; in flessione il commercio di imbarcazioni (-5,7%) e il trasporto marittimo (-8%). Molto bene l’export di navi e imbarcazioni: nel 2023 raggiunti i due miliardi di euro, +19% rispetto al 2019. Sempre nel raffronto con il ’19, il saldo commerciale è passato da 1,6 miliardi ai quasi 2 miliardi nel 2023, con un aumento prossimo al 20%. I primi mercati sono Stati Uniti, Svizzera, Qatar, Francia e Montenegro.—

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