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diSilvia Madiotto

Farà incassare 51 milioni, resta il no all’Irpef. I fondi ad asili, borse di studio, difesa del suolo e impianti sportivi (e rispunta il velodromo)

Come da tradizione, Ferragosto a Palazzo Balbi è il momento dei conti. La giunta regionale, martedì 13 agosto, ha deliberato, prima in Italia e con l’approvazione di tutti i componenti (tutti leghisti, non essendo ancora stata ridefinita l’unica casella in capo a Fratelli d’Italia) il bilancio di previsione che quest’anno contiene l’aumento dell’Irap, tassa in carico alle aziende, che porterà 51 milioni di euro in cassa. Un provvedimento limato fino all’ultimo dagli uffici dell’assessore Francesco Calzavara (con i suoi, detto da lui, «ragazzi dell’Irap») per poter essere fin da subito completo, chiaro, trasparente e a prova di maggioranza. In effetti, negli ultimi giorni, si registrano la netta contrarietà di Forza Italia e i tentennamenti di FdI, col rischio che proprio sul documento cardine di un’amministrazione, all’ultimo anno di mandato, la maggioranza perda pezzi. «Non è una manovra sulla testa dei cittadini, abbiamo cercato di applicarla in maniera minimale, per far collimare il nostro bilancio – ha premesso il presidente della Regione Luca Zaia -. Dopo di che, vedremo strada facendo, e non escludo che possa entrare qualche operazione che ci aiuti a sistemare nuovamente anche le finanze del Veneto. Sull’Autonomia dobbiamo fare ragionamenti di virtuosità che ci permettano di essere ancora più operativi». E gli alleati? «L’assessore Calzavara è disponibile e paziente nel rispondere a ogni perplessità – continua Zaia -. Confido che i compagi di viaggio abbiano tutte le informazioni affinché si arrivi a un voto consapevole, informando bene anche le associazioni di categoria».

L’Irap

L’Irap è la grande novità. Per alcune imprese, le più piccole (146.694 unità), si tratta di un incremento dello 0,10% per le altre (37.555 unità) dello 0,50%. «Si parla di 14 euro in più all’anno per un bar, 30 euro per un minimarket, 88 euro per una piccola media impresa che fattura fino a un milione di euro, 2.200 euro per un’azienda che fattura 25 milioni di euro – spiega Calzavara -. Faremo le audizioni, spiegheremo questa decisione per andare a ottobre in Commissione e nei primi di dicembre in Consiglio». Questi 51 milioni andranno a coprire alcune spese aggiuntive come le elezioni regionali 2025 (8 milioni). Le aziende più colpite saranno quelle «più impattanti» sul territorio, come quelle di tabacco, estrattive, chimiche e farmaceutiche, lotterie e case da gioco, trasporto aereo.




















































L’Irpef

Quello del Veneto è un bilancio da 18 miliardi e 476 milioni di euro, dei quali 10 miliardi e 545 milioni intoccabili, destinati al fondo sanitario regionale. «Siamo la Regione con la spesa di funzionamento più bassa, 115 euro per abitante – e dal 2010 non preleviamo l’Irpef dalle tasche dei cittadini, 16 miliardi di euro, più di un miliardo all’anno». E di metterla, come pure era stato ventilato l’anno scorso, non se ne parla: «Non mi piace l’ottica di pensare che il serbatoio sociale sia chi ha più reddito, e già paga più tasse – risponde Zaia -. Non ci servivano risorse da manovre, ma un intervento chirurgico. Io sono il primo a dire di no alle tasse, capisco le associazioni di categoria. Ma l’Irpef sarebbe andato a colpire tutti».

Gli altri capitoli

«C’è un contributo per la finanza pubblica di 40 milioni – elenca Calzavara -. Abbiamo deciso di dare un po’ di ossigeno alle Ater, per noi minori entrate di 5 milioni, due milioni per la difesa del suolo delle Province, 12 milioni da subito per le borse di studio 2024/25 a coprire il 55% del fabbisogno, un milione in più per i nido». E poi ci sono gli investimenti: 50 milioni per due anni per la statale 308 Cortellazzo, 27,5 milioni per la difesa del suolo, 10 milioni in più per gli impianti sportivi, e restano i 3 milioni per il velodromo di treviso. Cinque milioni per un nuovo «data center» che sarà realizzato a Padova. Otto milioni vengono messi in preventivo per acquisizioni di patrimonio «ritenute fondamentali per il funzionamento della Regione», 25 milioni per le spese extra-Lea in sanità, e «cominciamo a mettere 10 milioni per la creazione del nuovo archivio della Regione». Ci sono anche 6 milioni in più per l’attivazione del Nue, il numero unico di emergenza 112. «A mettere nuove tasse non si diverte nessuno, ma un contributo minimo come quello che abbiamo pensato può essere condiviso e compreso – riflette Calzavara -, per dare la liquidità necessaria a garantire i servizi e pagare incombenze». «E rimaniamo fra le Regioni con la tassazione più bassa nonostante la cura dimagrante che abbiamo fatto» aggiunge Zaia.

Per gli assessorati un «tesoretto» da 80 milioni

Rimane anche il «tesoretto» da 80 milioni per gli assessorati (erano 500 milioni nel 2010). Bisogna accontentarsi e rinunciare a proposte, progetti e soluzioni più «creative». «I colleghi avrebbero voluto di più» ammette l’assessore Calzavara, ma Zaia ricorda che il taglio dei trasferimenti statali è stato piuttosto una mannaia e soldi non ce ne sono per fare tutto. Calzavara sorrideva soddisfatto per aver concluso il quinto bilancio, «l’ultimo della legislatura», ma ha accolto di buon grado l’invito del governatore, che vuole produrre anche quello del 2025, proprio in scadenza (salvo proroghe) del mandato. Appuntamento al 14 agosto del prossimo anno.

14 agosto 2024

 

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