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Il Nucleo di polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Biella, in collaborazione con i militari della Sezione di polizia giudiziaria presso la Procura di Biella, la quale ha sin dall’inizio coordinato le indagini, ha portato a termine un’articolata e complessa indagine di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti di natura alcaloide, oppiacea e cannabinoide attuata in territorio biellese quanto alle cessioni e torinese per gli approvvigionamenti, che portava al sequestro di: 22 chili e 812 grammi di hashish, 21 chili e 352 grammi di marijuana, 839 grammi di cocaina, euro 102.120 di denaro contante.

Nonché, su richiesta del PM che coordina le indagini, all’emissione, da parte del GIP di Biella, della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 indagati e l’obbligo di dimora cumulato con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un sesto responsabile.

Le indagini

Le indagini hanno preso spunto dall’arresto in flagranza di reato nell’aprile 2023 di un soggetto nei cui confronti, su disposizione del PM titolare dell’inchiesta, era stata disposta una perquisizione nell’ambito di una indagine per truffa e riciclaggio. Nel corso delle operazioni furono rinvenuti 950 grammi di hashish, 1.100 grammi di marijuana e 103 grammi di cocaina e il soggetto chiedeva e otteneva di definire il procedimento con patteggiamento.

A fronte di un quadro chiaramente ricognitivo dell’esistenza di una strutturata e continuativa attività di spaccio, considerato il significativo volume d’affari realizzato dal soggetto arrestato che, nel corso dell’interrogatorio affermava che “1 kg di marijuana lo compravo a 6.000,00 e lo rivendevo a 8.000,00; 1kg di hashish lo compravo a 4.800,00 e lo rivendevo a 6.000,00; 100 grammi di coca li compravo a 6.000,00 e li rivendevo a 8.000,00”, è apparso immediatamente utile intraprendere ulteriori approfondimenti investigativi.

Ciò anche e soprattutto per pervenire alla compiuta individuazione di altri soggetti che certamente avevano assistito e coadiuvato l’originario indagato, nonché per consentire la puntuale ricostruzione degli acquisti, della messa in vendita, del rifornimento e dello stoccaggio dello stupefacente poi ceduto nelle singole condotte di spaccio.

Investigazioni protratte per oltre 6 mesi

La Procura della Repubblica apriva, pertanto, un altro procedimento che aveva ad oggetto le attività illecite condotte da un soggetto dimorante nel Biellese. Le investigazioni, protrattesi per oltre 6 mesi, permettevano di ricostruire il modus operandi di questo soggetto che, avvalendosi anche della collaborazione di appartenenti al più ristretto cerchio familiare, aveva organizzato un florido mercato avente ad oggetto la commercializzazione di diverse tipologie di sostanza stupefacente (hashish, marijuana e cocaina). Una mirata attività di osservazione e pedinamento (anche con GPS) a carico del segnalato, permetteva di riscontrare in prima battuta gli spostamenti verso i luoghi dello spaccio fuori provincia e, successivamente, avvalendosi del più penetrante mezzo intercettivo di comunicazioni e conversazioni telefoniche e ambientali, di stabilire l’effettivo collegamento con ulteriori soggetti a vario titolo coinvolti nell’illecito, individuando la tipologia di contributo fornito.

È proprio in occasione del viaggio di rifornimento del 25 maggio a Torino che il soggetto veniva colto nella flagranza del reato e veniva in tratto in arresto relazione al carico di 105 grammi di cocaina (peraltro nello stesso luogo in cui il primo individuo da cui è partito il primo procedimento aveva eseguito il carico nell’aprile 2024; carico poi sequestrato una volta giunto nel Biellese).

Le perquisizioni estese alla sua abitazione permettevano di rinvenire ulteriori 1.150 grammi di hashish, 1.380 di marijuana e poco meno di 10.000 euro in contanti. Nel corso dell’operazione venivano raccolti elementi che permettevano anche di identificare il fornitore dello stupefacente, un cinquantenne gravitante nel torinese.

Traffico anche dall’estero

Nel frattempo, dalle indagini emergeva la presenza di un soggetto che rivestiva un ruolo apicale, in grado di gestire l’intero traffico di stupefacenti anche dall’estero. Ai primi del mese di luglio, si addiveniva all’identificazione di quest’ultimo quale promotore e organizzatore dell’illecita attività di procacciamento: dopo alcuni anni passati nel biellese, il soggetto era emigrato verso un paese extraeuropeo, mantenendo costanti rapporti con gli indagati.

Nei successivi giorni quest’ultimo e il suo braccio destro, entrambi gravitanti nel torinese, mantenevano strettissimi contatti tanto da pianificare un acquisto di un ingente quantitativo di stupefacente. L’attività costante di monitoraggio e l’attività tecnica in corso permettevano ai finanzieri, il 16 luglio, di procedere all’arresto in flagranza del braccio destro del promotore, trovato in possesso di 16,4 kg di hashish, 17,8 kg di marijuana, 630 grammi di cocaina e 79.000 euro in contanti. Con l’arresto del “braccio destro”, tuttavia, si concretizzava il pericolo che il promotore dell’attività, poiché dimorante in un paese extraeuropeo, potesse darsi alla fuga. Così, su disposizione del PM titolare del procedimento, veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto.

Senza soluzione di continuità i finanzieri della Sezione Mobile del Nucleo PEF di Biella ed i militari della sezione di PG della Procura, procedevano, su delega della Procura della Repubblica di Biella, all’esecuzione di ulteriori perquisizioni nei confronti del soggetto e della compagna gravitanti nel biellese, conclusesi con l’arresto del primo trovato in possesso di 4,3 kg di hashish, 1 kg di marijuana e 2.185 euro.

Immagine di repertorio

 

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