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Scontro tra il Comune di Gaeta e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno centro – settentrionale. Il consigliere comunale di maggioranza, nonché delegato del Sindaco ai rapporti con l’autorità portuale, Angelo Magliozzi, chiede il commissariamento con una lettera ufficiale al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini.

Secondo Magliozzi, che indirizza la sua lunga lettera proprio a Salvini, l’autorità starebbe gestendo in maniera pessima il porto di Gaeta. Ecco perché l’ultima ratio sarebbe il commissariamento dell’ente gestito dal Presidente Pimo Musolino.

“Nella prima fase di entrata in vigore della riforma portuale – scrive Magliozzi -, pur in assenza di una legittima rappresentanza in seno al Comitato di Gestione, grazie ad una maggiore attenzione e sensibilità ed a una continua interlocuzione interistituzionale, si sono realizzati ulteriori importanti interventi di recupero del water-front, con la demolizione di fatiscenti capannoni industriali, la riqualificazione del lungomare cittadino e della viabilità di accesso al porto ed alla città di Gaeta, e con il completamento dei lavori del porto commerciale si è assicurato l’ingresso di nuove imprese portuali di livello nazionale e internazionale con l’acquisizione di nuovi traffici in grado di generare nuovi e maggiori introiti per le casse dell’Ente portuale.

Diversamente, con l’insediamento dell’attuale Presidente si è registrata una scarsa o nulla attenzione che, in assenza di una legittima rappresentanza istituzionale in seno al Comitato di Gestione, ha determinato una progressiva marginalizzazione del Porto di Gaeta e il completo abbandono di tutti i programmi e la progettualità precedentemente avviata, come la nuova variante al PRP di ampliamento a Nord del porto commerciale e la realizzazione di nuove infrastrutture da destinare alla cantieristica navale, il collegamento del porto con la linea ferroviaria, l’acquisizione delle aree retroportuali dismesse dall’Agip, il completamento della Banchina di Riva, la realizzazione della darsena per le unità navali della Guardia di Finanza e la riqualificazione del comparto della cantieristica navale in località Calegna- Piaja. In conseguenza del completo immobilismo e disinteresse, la mancanza di qualsiasi progettualità e progettazione, come ammesso dallo stesso Presidente dell’Ente Portuale in audizione presso il Consiglio Comunale di Gaeta, il Porto di Gaeta è stato escluso da qualsiasi finanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gravissimo danno e pregiudizio per l’economia locale e lo sviluppo e la crescita economica e occupazionale del territorio e dell’intero basso Lazio e delle Province di Latina e Frosinone, per le quali il Porto di Gaeta rappresenta il naturale sbocco e un potenziale volano di crescita e sviluppo.

L’attuale management dell’Autorità di Sistema Portuale, non solo ha completamente abbandonato qualsiasi progetto di sviluppo per il porto di Gaeta, ma, ha posto in essere una sistematica azione penalizzante per lo scalo Pontino privandolo di risorse finanziarie e umane mediante una riorganizzazione interna dell’Ente, fortemente osteggiata e contestata, che ha pesantemente penalizzato la sede di Gaeta, come quella di Fiumicino, ridotte a un mero presidio, e private di qualsiasi autonomia e figura dirigenziale, in contrasto tanto con il richiamato Protocollo di Intesa, quanto con la stessa Legge 84/94, che, contestualmente all’introduzione dei sistemi portuali e il restringimento della rappresentanza in seno al Comitato di Gestione, ha previsto quale forma di compensazione il decentramento amministrativo e la facoltà di istituire nei “porti minori” gli Uffici Territoriali Portuali e gli Uffici Amministrativi Decentrati con compiti e funzioni delegate previste dalla legge stessa”.

“In considerazione di tutto quanto sopra illustrato il Consiglio regionale del Lazio ha recentemente approvato una mozione concernente la salvaguardia dei porti di Gaeta e Fiumicino, che si configura come un vero e proprio atto di sfiducia nei confronti dell’attuale Presidente, dimostratosi inadeguato a ricoprire tale importante incarico, palesando enormi limiti caratteriali e professionali che hanno determinato forti tensioni sociali con gli operatori e i stessi dipendenti, culminate con un clamoroso sciopero di cinque giorni e la paralisi di ogni attività, che non trova precedenti nella storia trentennale delle Autorità Portuali, e pesanti conflitti interistituzionali, con lo stesso Comitato di Gestione, Collegio dei Revisori dei Conti e Segretario Generale, sfociati in denunce alla Procura della Repubblica e della Corte dei Conti”.

Magliozzi chiede a Salvini di “valutare l’opportunità di procedere con il commissariamento dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno centro-settentrionale in considerazione della pessima gestione dell’Ente portuale che rischia di compromettere pesantemente lo sviluppo del sistema portuale laziale, con grave danno e pregiudizio per l’economia locale e l’occupazione, alla luce delle gravi negligenze e limiti mostrati dall’attuale management”.



 

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