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BOLZANO. Errori medici sui pazienti dei sette ospedali dell’Alto Adige e in minima parte anche privati. Dal 2007 al 2023 sono state presentate alla commissione conciliativa della Provincia 460 richieste di risarcimento. In media sono stati rimborsati agli interessati 47.686 euro per un totale di circa 22 milioni. La durata media del procedimento è stata di nove mesi.
 

Chirurgia ortopedica un terzo delle domande

Chirurgia ortopedica – scrive la Provincia – è la più interessata da presunti errori diagnostici e/o nella terapia, con 135 domande, circa un terzo del totale. A seguire le altre specialità. Il Servizio odontoiatrico (compreso quello fornito privatamente) elenca 49 richieste di rimborso, il Pronto soccorso (48 richieste), Chirurgia generale e privata (45 richieste) Ginecologia e Ostetricia (32 richieste), Oculistica (20 richieste), Otorinolaringoiatria (15 richieste), Neurochirurgia 11, Urologia 10, Medicina interna e Psichiatria 9, Chirurgia vascolare e toracica, Medicina di famiglia e Chirurgia plastica 8, Anestesia e Pediatria 7, Dermatologia, Radiologia, Neurologia e Cardiologia 4, Servizio pneumologico, Malattie infettive, Geriatria e Gastroenterologia 3, Oncologia, Nefrologia, Ematologia 2, Reumatologia, laboratorio di Patologia clinica, Radioterapia ed Igiene 1.

Messner: importante risolvere i problemi senza cause legali
Per l’assessore alla Sanità Hubert Messner è importante che esista questo punto di contatto che consente ai pazienti di risolvere i problemi maturati in modo efficiente e senza controversie legali. Non si va dunque in causa. Il segretario provinciale dei medici ospedalieri Anaao Edoardo Bonsante parla di passo in avanti «ogni volta che si evita di arrivare in tribunale». Christian Leuprecht, segretario della commissione conciliativa, dice che l’organo garantisce i diritti dei pazienti aiutandoli a chiarire questioni di responsabilità cliniche.

Uno « scudo penale» dalla parte dei sanitari

La Provincia sottolinea come la commissione si inserisca perfettamente in un contesto normativo nazionale in evoluzione, che punta ad introdurre un co-

siddetto “scudo penale” a protezione di medici ed infermieri contro i quali ogni anno vengono intentate migliaia di cause penali che in un’altissima percentuale (circa il 97% dei casi) si risolvono con un proscioglimento dell’imputato. «La commissione, pur operando soltanto in ambito civilistico, con la valutazione neutra di casi di

presunta malasanità, può dare un piccolo contributo per contrastare il fenomeno della “medicina difensiva” e frenare il forte aumento dei costi assicurativi con polizze spesso molto salate per i sanitari più esposti al rischio di cause».

Troppi gli esami inutili per difendersi da querele
Ivano Simioni, sindacalista degli ospedalieri Bsk, entra nel dettaglio. «La medicina difensiva è l’insieme di tutte quelle azioni che un medico decide di attuare nella cura di un paziente, per difendere e tutelare se stesso da eventuali danni lesivi al paziente che potrebbero derivare da negligenze mediche». La sintesi spesso è una sola. «Il medico per mettersi al riparo da querele, denunce e richieste di risarcimento improprie, finisce col prescrivere esami inutili, che vanno a pesare sui costi della sanità e ad allungare le liste d’attesa. Anche per questo occorre lavorare sull’appropriatezza delle prescrizioni. Noi medici non possiamo sentirci obbligati a prescrivere esami inuti-li per paura del paziente che si è informato su Google». Simioni riferisce che nel 99% dei casi di richieste di risarcimento paga l’Asl. «Nel caso in cui la colpa sia grave paga l’assicurazione del medico. Se non è assicurato, deve pagare di tasca propria. La nostra Asl è senza franchigia, i nostri colleghi sono più tutelati di quanto accada nel resto d’Italia». La Provincia ricorda che la maggior parte delle domande è stata presentata dal cittadino (o dagli eredi). In un numero non trascurabile di casi è stata presentata attraverso un legale di fiducia, in un minor numero di casi ricorrendo alla Difesa civica. Davanti alla commissione conciliativa non è necessario che la parte si faccia assistere da un avvocato e la domanda può essere compilata avvalendosi, anche, dell’aiuto della segreteria della commissione. 



 

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