Rimini, il pop si mescola al lusso: lettini da 7 euro. Al Grand Hotel 130 euro «all inclusive» (con asciugamani e steward) #finsubitoagevolazioni

Quando a inizio agosto il sole batte già forte e sono solo le 10 del mattino, le fontane del parco del mare si riempiono di bimbi che le attraversano per trovare fresco, mentre i genitori si sciacquano le mani e si bagnano le braccia. Siamo a Rimini, Marina Centro, dove i locals si mischiano ai turisti, soprattutto quando la stagione si fa alta. Un tempo era pieno di tedeschi – e certo qualche teutonico c’è anche oggi – ma ora spopolano svizzeri, bulgari, ucraini, europei dell’Est. I riminesi che calano in spiaggia sono quelli che quando l’afa toglie tutte le voglie, sanno che c’è una fontana dove abbeverarsi ogni cinquanta metri senza dar mano al portafoglio per comprarsi una mezza minerale da un euro e mezzo come si fa altrove, con tanto stupore di dover pagare l’acqua quando il caldo martella e il sudore disidrata. 

La mucillagine

I turisti, mai come nel 2024, storcono il naso quando la mucillagine tocca la battigia con tutto il contorno di schiume e granchi morti, poi sorridono quando le docce spillano acqua fresca (gratis), o quando il bagnino di turno, dopo qualche battuta, sblocca la cassaforte personale fissata all’ombrellone. La Riviera romagnola è quella che sul finire della prima metà dell’Ottocento si inventò il mondo balneare, all’epoca d’élite oggi nazional popolare: il mare sarà anche torbido (per il suo fondale sfortunato e naturalmente sabbioso) ma i servizi sono accessibili e a buon mercato. Si spende tanto se lo si vuole – e c’è chi lo fa – si spende il giusto quasi sempre ma la triste realtà dice che in tanti, nell’Italia di oggi, non possono comunque permetterselo.

Al Bagno 26: ombrellone dai 24 ai 50 euro

«Proponiamo servizi di prima qualità a prezzi onesti», spiega Gabriele Pagliarani tra i gestori del Bagno 26 di Rimini. È una piccola azienda, i titolari sono quattro e i dipendenti sono cinquanta. Un lettino costa sette euro, un ombrellone può costare dai 24 ai 50 ma solo se i clienti vogliono stare in riva al mare. Chi vuole può concedersi un bagno nella piscina idromassaggio, con nemmeno dieci euro si può stare ammollo per un’ora. «I nostri clienti sono di ogni categoria: abbiamo un sacco di professionisti, dagli ingegneri, agli avvocati, ai manager. Ma anche impiegati. È una spiaggia per tutti se pensiamo ai riminesi». Sul turismo pesa la mancanza totale dei russi, rimpiazzati negli ultimi tempi dai vacanzieri che arrivano dall’Est Europa. «Anche dalla Svizzera, però, non sono dall’Est», dice Pagliarani. Poi i dati sulle presenza certificano una verità che non bisogna temere di sdoganare. I prezzi qui sono giusti se si pensa alle cifre da capogiro che le cronache riportano nei reportage scritti dopo una giornata passata in alcuni stabilimenti balneari del Salento ad esempio. «Eppure – sospira il bagnino – in settimana gli stabilimenti sono vuoti. Nel weekend ci riempiamo. C’è una crisi economica che pesa sulle tasche degli italiani per cui neanche la Riviera è sostenibile».

Il questionario

Ecco che a sera, sul litorale di Rimini, di solito la domenica ma ad agosto quando le ferie esplodono anche negli altri giorni i chiringuiti, i chioschi in riva al mare si riempiono di giovani e meno giovani, la musica alza, la fila al bar si intravede a metri di distanza, si balla, si chiacchiera, senza l’ansia di dover consumare per forza. «Abbiamo sottoposto – spiega Pagliarani – un questionario ai nostri clienti. Ci chiedono più divertimento accessibile». E i chiringuitos sembrano rispondere alla domanda. Le dinamiche – mal viste dai signori del mondo della notte – sono quelle delle discoteche. Solo che qui, in riva al mare, non si paga e ci si può fermare quanto si vuole, da pochi minuti a intere giornate. Molti stabilimenti hanno iniziato a praticare soluzioni “sharing” per quel che riguarda l’affitto dell’ombrellone. «Ai nostri clienti stagionali abbiamo fatto una proposta di successo: chi ha l’ombrellone per tutta l’estate ma non viene al mare tutti i giorni può lasciarlo libero per i clienti occasionali. Li rimborsiamo permettendo loro di concedersi un pranzo al ristorante con una sorta di bonus. Queste soluzioni che fanno bene al portafoglio sono sempre più apprezzate».

Al Grand Hotel si spende fino 130 euro

Chi si chiede se in Riviera non esistano servizi luxury trova una facile risposta. A Marina Centro, vicino alla rotonda che di recente fu intitolata a Lucio Battisti, che aveva casa a pochi metri da qui, ricordo indelebile di una Riviera dei vip (e dei politici) che soggiornavano per mesi tra Rimini e Riccione, la spiaggia del Grand Hotel è tra le poche che la legge Bolkestein non toccherà. «Siamo una spiaggia privata – spiega il beach manager Spiridione Ripaldi – e questo stabilimento idealmente è la prosecuzione balneare del nostro hotel cinque stelle». Il Grand Hotel, l’immenso edificio in stile liberty che si stende a pochi metri di distanza, costruito all’inizio del Novecento, tanto caro a Federico Fellini ieri, quanto a Vasco Rossi oggi, che si è già prenotato un posto all’ombra per la prossima estate, dicono. «Noi pratichiamo prezzi molto più altri rispetto agli standard della Riviera». Questioni, lecite, di business e marketing ma anche di servizi. Un ombrellone con lettini (versione maxi) costa fino a 130 euro con una media di 115 euro al giorno. Ma nel pacchetto è compreso il noleggio degli asciugamani (e qualora si sporchino vengono cambiati), un servizio di assistenza garantito non dai tradizionali bagnini ma da hostess e steward, che portano direttamente all’ombrellone cibi e bevande, e ancora cabine private dotate di doccia calda e fredda, piscina. «In gran parte la nostra clientela è costituita dagli ospiti dell’albergo ma la spiaggia è aperta anche a chi sceglie solo di venire al mare, come molti riminesi».

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