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C’è chi l’ha già ribattezzata la vittoria della manifattura sul digitale. Una forzatura, considerando che senza hardware il digitale va ben poco distante. E va da sé che Marck Zuckerberg nell’immaginare l’ingresso in EssiLux ha perfetta consapevolezza che i dispositivi indossabili, come possono essere gli occhiali, sono un’estensione futura del nostro stare nel mondo, digitale e non.

Meta, la società che sta sopra alla catena di controllo di Instagram, Whatsapp e Facebook, sarebbe pronta a mettere una fiche pesante nel capitale del gigante di Agordo: circa 4,75 miliardi se si trattasse di un 5%, 2,85 miliardi nel caso l’ingresso si fermasse al 3%. Ma l’ipotesi sta più nella parte alta della forchetta che in quella bassa.

Se davvero ciò avvenisse sarebbe comunque un’operazione di mercato. Francesco Milleri, presidente e ad del gruppo, nella call con gli analisti sui risultati ha spiegato che non ci sarà né un aumento di capitale dedicato né potrebbe esserci una cessione da parte della holding Delfin, attuale azionista di controllo del gruppo.

Quindi servirà del tempo. Per quanto liquido possa essere un titolo che veleggia verso i 100 miliardi di market cap, si tratta comunque di milioni di azioni. Va anche detto che il capitale di EssiLux per il 58% è in mano ad azionisti istituzionali, il che renderebbe il passaggio di pacchetti consistenti forse più agevole.

Se Meta dovesse arrivare alla soglia del 5% diverrebbe il secondo azionista più grande dopo Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio che detiene attualmente il 32,5% del capitale. Questo posizionamento metterebbe la big tech davanti ai dipendenti azionisti e allo Stato francese, che ha titoli con veicoli come BPI e Cassa Depositi, entrambi sono al 4% del capitale.

EssilorLuxottica ha una partnership già consolidata con Meta, avendo lanciato insieme nel 2021 gli occhiali intelligenti Ray-Ban Meta. L’interesse dunque andrebbe oltre la semplice espansione della partnership già esistente. Meta potrebbe infatti essere attratta dalle potenzialità future del gruppo, che ha recentemente annunciato il lancio di una tecnologia acustica rivoluzionaria entro la fine dell’anno negli Stati Uniti (i Nuance Audio).

Questa tecnologia, destinata a un mercato di oltre 1,25 miliardi di consumatori con disturbi uditivi di lieve e moderata entità, potrebbe in futuro convergere con i Ray-Ban Meta, aprendo così nuovi scenari di sviluppo per dispositivi acustici avanzati.

Milleri ha accolto favorevolmente l’interesse di Meta, sottolineando che un eventuale ingresso di Zuckerberg e del suo team nell’azionariato di EssilorLuxottica rafforzerebbe la partnership, pur non essendo indispensabile per il proseguimento della collaborazione. «Siamo orgogliosi che una società che ci conosce molto bene dopo anni di partnership sia convinta che il nostro gruppo possa crescere e fare molto meglio nel futuro», ha detto nella recente call con gli analisti.

EssiLux ha avuto colloqui anche con altre big tech, come Google, anch’essa interessata al potenziale degli occhiali intelligenti come nuova frontiera per l’integrazione delle tecnologie di intelligenza artificiale. Tuttavia, Milleri ha espresso la convinzione che la partnership con Meta sia quella giusta, confermata dalle vendite in crescita e dai primi ritorni significativi dei Ray-Ban Meta.

Il big di lenti e occhiali di Agordo ha recentemente riportato i risultati semestrali, chiudendo con un utile netto di 1,36 miliardi di euro, in crescita dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I ricavi hanno raggiunto i 13,3 miliardi di euro, beneficiando del contributo positivo di tutte le aree geografiche, con particolare rilievo per l’Emea, l’Asia-Pacifico e l’America Latina. Tuttavia, il Nord America ha registrato una performance meno brillante.

Il gruppo ha anche annunciato l’acquisizione del brand di streetwear Supreme per 1,5 miliardi di euro, un’operazione che, secondo Milleri, è stata in parte fraintesa dal mercato. L’acquisizione non segna un ingresso nel settore dell’abbigliamento, ma rappresenta una strategia per rafforzare la comunicazione con un’audience giovane e difficile da raggiungere.

 

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