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Zes agevolazioni
   


Novità per l’agevolazione Zes Unica: il Consiglio dei Ministri ha approvato un ulteriore finanziamento di 1,6 miliardi di euro destinato al credito d’imposta per le imprese. Questi fondi si sommano a quelli già stanziati per le agevolazioni relative agli investimenti previsti tra il 1° gennaio e il 15 novembre 2024, che ammontavano a 1,67 miliardi di euro, arrivando così a un totale di 3,2 miliardi di euro.

Inoltre, le imprese interessate a beneficiare dell’agevolazione dovranno inviare all’Agenzia delle Entrate una comunicazione integrativa, nella quale dovranno indicare la realizzazione degli investimenti e l’importo del credito d’imposta richiesto.

Le novità della Zes Unica

Il Ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto ha comunicato che lo stanziamento approvato è cinque volte superiore rispetto a quello previsto negli anni dal 2016 al 2020, pari a 617 milioni di euro annui, e tre volte superiore a quello stanziato negli anni 2021 e 2022, pari a 1.053,9 milioni di euro, e nel 2023, pari a 1.467 milioni di euro, di cui solo 1,3 miliardi effettivamente utilizzati.

Oltre ai 3,2 miliardi di euro immediatamente disponibili, il provvedimento consente l’uso delle risorse dei programmi nazionali e regionali finanziati con i fondi della Politica di coesione europea 2021/2027, destinati a sostenere la competitività delle Pmi.

La comunicazione al Fisco

All’aumento dei fondi, altra novità relativa alla Zes Unica è l’obbligo per le imprese di inviare, tra il 18 novembre e il 2 dicembre 2024, una comunicazione integrativa all’Agenzia delle Entrate dove si conferma la realizzazione degli investimenti precedentemente dichiarati, completati entro il 15 novembre 2024.

Nella comunicazione dovrà essere riportata l’importo del credito d’imposta maturato in base agli investimenti effettivamente realizzati e alle relative fatture elettroniche. L’obiettivo di questa misura è monitorare i fondi per garantire una corretta determinazione del credito d’imposta spettante.

Che cos’è la Zes Unica

Acronimo di Zona economica speciale, la Zes Unica prevede regimi fiscali agevolati e procedure semplificate, riconoscendo la necessità di intervenire con misure straordinarie e non convenzionali. L’obiettivo è incentivare un maggior numero di soggetti ad avviare nuove attività economiche e incoraggiare quelli già operanti ad espandersi, sfruttando le agevolazioni offerte.

Sebbene non sia una novità assoluta per il Meridione, questa volta il governo Meloni ha scelto di introdurre una Zona Economica Speciale unica, unificando le precedenti otto regioni Zes del Sud Italia (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) in un modello più esteso e coordinato.

Proprio la riunificazione delle otto aree Zes del Mezzogiorno in un’unica zona ha probabilmente contribuito ad ampliare l’accesso e i fondi all’agevolazione. Le prenotazioni hanno raggiunto i 9,4 miliardi di euro, ma solo 167 milioni di euro riguardano investimenti già realizzati, come chiarito dallo stesso ministro Fitto.

Una Zona Economica Speciale deve essere istituita all’interno dei confini statali, in una zona geografica chiaramente delimitata e identificata. Può includere aree territoriali non direttamente contigue, a condizione che vi sia un nesso economico funzionale tra di esse.

Inoltre, la Zes deve comprendere un’area portuale collegata alla rete transeuropea dei trasporti. Le imprese che beneficiano delle agevolazioni sono soggette a due principali obblighi: devono mantenere le loro attività all’interno della Zes per almeno cinque anni successivi al completamento dell’investimento agevolato e non devono trovarsi in liquidazione o in fase di scioglimento.

A quanto ammonta il credito

Sarà così necessaria una nuova rideterminazione dell’importo del credito d’imposta, che avverrà successivamente alle comunicazioni che le aziende invieranno all’Agenzia delle Entrate entro il 2 dicembre 2024.

Attualmente, il credito d’imposta ha un limite massimo di 100 milioni di euro per ciascun progetto di investimento e i progetti di investimento con un costo complessivo inferiore a 200mila euro non sono ammissibili per l’agevolazione.

Il credito è cumulabile con aiuti de minimis (aiuti statali di piccola entità) e con altri aiuti di Stato che riguardano i medesimi costi ammessi, a condizione che il cumulo non superi l’intensità o l’importo massimo di aiuto consentito dalle normative europee di riferimento.



 

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