«Dai locali ai supermercati, chi vende alcol ai minorenni distrugge l’economia del territorio e produce costi sociali enormi», dicono i rappresentanti delle associazioni di categoria, che mettono nel mirino «il circuito dello sballo» che sta facendo degenerare la movida notturna di Alba Adriatica, ma non solo. Parole di denuncia che sono state portate fin dentro le sale della Prefettura, a cui si chiede di avviare un percorso per contrastare il fenomeno in tutta la provincia. Nei giorni scorsi, il prefetto di Teramo Fabrizio Stelo ha accolto la delegazione composta da due imprenditori in prima linea: l’albergatore Giammarco Giovannelli, presidente di Confcommercio Teramo, e il ristoratore Valerio Di Mattia, delegato della Confesercenti provinciale. Nel mirino il «turismo per ragazzini» e chi lo alimenta non rispettando le regole, dall’alloggio fino allo sballo notturno.
L’incontro era stato chiesto dalle due associazioni di categoria dopo la denuncia di violenza sessuale tra le vie di Alba da parte di una 15enne (indagato un turista di 17 anni). Nel mezzo ci sono state segnalazioni di liti violente e atti sessuali in strada. Fino ai controlli della finanza che nella notte del Carnevale estivo hanno scoperto un locale della movida albense che vendeva alcolici ai minorenni. «Stiamo vivendo l’escalation di un fenomeno che esiste da anni, ma che dopo il Covid è diventato fuori controllo. Ora è un’emergenza, che ha effetto sull’immagine e la serenità del territorio. Ma in un momento di crisi economica nazionale che colpisce direttamente e indirettamente le nostre attività, non ci possiamo permettere anche questo problema», spiega Giovannelli. «Il prefetto ci ha ascoltato, conosce il problema. A lui abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo di programmazione a medio-lungo termine, che coinvolga tutti. Devono dare il proprio contributo anche le associazioni di categoria e le amministrazioni comunali. Il focus è soprattutto su Alba in questo momento, ma il monito deve valere anche per altre località della provincia», continua l’esponente di Confcommercio. Di Mattia entra nel dettaglio: «Serve un coordinamento, per questo ci siamo rivolti alla Prefettura. Perché il degrado di questo tipo di movida non è solo questione di ordine pubblico. Sono infatti necessari controlli fissi anche nelle attività commerciali: siamo davanti a un circuito che coinvolge una piccola parte del sistema, che però è organizzato e produce grandi danni. Servono poi interventi mirati, anche passando per ordinanze comunali che vadano a intercettare determinate questioni. Bisogna realizzare un progetto organico con finanziamenti certi». Qualcosa intanto si muove proprio ad Alba. Come richiesto da Confcommercio e Confesercenti all’assessore Paolo Tribuiani a settembre si riunirà un tavolo per analizzare e risolvere le problematiche del settore dei pubblici esercizi.
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