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Il disegno di legge che prevede la sperimentazione “4+2” con il ruolo cruciale degli ITS Academy è stato approvato definitivamente lo scorso 31 luglio dall’aula della Camera, suscitando reazioni e commenti positivi, anche se non sono mancate le critiche. 

Secondo il “padre” del provvedimento, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, con la nuova filiera tecnico-professionale costruiamo un canale di istruzione di serie A, in grado di dare una solida formazione ai nostri ragazzi, secondo programmi fortemente innovativi, che assicureranno competenze teoriche e pratiche di qualità, anche grazie al contributo delle imprese”. 

“Il nostro obiettivo è un sistema di istruzione che, alla luce delle migliori esperienze europee, dia a ogni giovane gli strumenti per costruirsi, in base alle proprie inclinazioni, un solido futuro. E che al tempo stesso consenta al sistema produttivo di avere le professionalità necessarie per essere competitivo. Ad oggi la metà delle aziende fa fatica a coprire i posti disponibili, questa è la realtà. Un mismatch drammatico tra offerta e domanda di lavoro”, ha affermato Valditara.  

Per il presidente della Rete ITS Italia Guido Torrielli “l’approvazione alla Camera del disegno di legge sull’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale testimonia la validità del modello degli ITS Academy nell’affiancare il sistema Scuola per rafforzare la connessione con il mondo dell’Impresa, sulla base già ampiamente consolidata del coinvolgimento diretto delle aziende nella progettazione dei piani di studio dei nostri corsi professionalizzanti”. Per Torrielli si tratta di un “passaggio importante” che consente di “assicurare un logico proseguimento della formazione tecnica ai futuri diplomati e mirata a supportare, strategicamente, il progresso economico e industriale del Paese”.

Dal canto suo il presidente dei Giovani Imprenditori e delegato all’Education e all’Open Innovation di Confindustria Riccardo Di Stefano ha rilevato come la nuova legge disegni “un quadro normativo che renderà la collaborazione scuola-impresa sempre più ampia e stabile, a beneficio degli studenti che scelgono i percorsi tecnico-professionali e di tutta la scuola italiana. Una scuola che può trovare nelle imprese un partner affidabile per integrare la didattica con il know-how di chi ogni giorno affronta la competizione globale”.   

Invece per la segretaria generale della Flc Cgil Gianna Fracassi il ddl Valditara rappresenta “l’avvio della privatizzazione del sistema pubblico di istruzione e della regionalizzazione dell’istruzione tecnica e professionale. Un’idea di scuola inadeguata rispetto agli obiettivi di sviluppo del nostro Paese oltre che alla missione democratica che appartiene costituzionalmente al sistema di istruzione”

“Con l’inserimento dei privati anche nella programmazione dell’offerta formativa e con l’attivazione di percorsi quadriennali si crea una formazione di ridotta qualità (meno ore di didattica generale e più ore di Pcto e apprendistato anticipati a quindici anni), si costruiscono percorsi formativi di serie B, anzi “percorsi addestrativi” indirizzati verso le classi sociali più svantaggiate. Un modello segregante e selettivo agli antipodi con la necessità di innalzare i livelli di istruzione nel nostro Paese”, ha spiegato Fracassi. 

Il dibattito in Parlamento 

Secondo la senatrice di Fratelli d’Italia Ella Bucalo, componente della commissione Cultura del Senato e vice responsabile del dipartimento Istruzione del partito l’approvazione del ddl Valditara è unpasso importantissimo verso la scuola del futuro. La filiera costituisce infatti una innovazione strategica fondamentale per il nostro sistema scolastico e ha come obiettivo quello di realizzare la necessaria interconnessione tra offerta formativa e mondo del lavoro, attraverso la ridefinizione e l’ampliamento dei contenuti, che sempre più devono rispondere alle sfide del mercato globale”. 

La deputata di Noi moderati-Maie e vicepresidente della commissione Attività produttive di Montecitorio Ilaria Cavo ha rilevato come “Il cuore di questo provvedimento è quell’anno in più che gli studenti guadagnano per avere una qualifica di formazione terziaria e per affacciarsi specializzati al mondo del lavoro, che ha bisogno di loro”. 

Per la capogruppo di Forza Italia in commissione Cultura alla Camera Rosaria Tassinari con l’ok al ddl Valditara si apre “per il nostro Paese una pagina nuova. Finalmente la formazione professionalizzante, seppure in una forma sperimentale, diventa un pilastro fondamentale nell’ordinamento scolastico, riconoscendole un valore troppo spesso negato, anche attraverso la scarsa attenzione e la mancanza di adeguate risorse”.

Secondo la capogruppo del Partito democratico in commissione Cultura alla Camera Irene Manzi il disegno di legge approvato è “una grande occasione mancata per rafforzare l’istruzione tecnica e professionale e, soprattutto, contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico”. 

“Un errore consumato nella fretta che il ministro Valditara ha voluto imporre a questo testo, nella totale impossibilità per questa Camera di modificarlo correggendone limiti e storture e senza un confronto con il mondo della scuola. Sarebbe stato più utile provare ad accompagnare le scuole verso questo nuovo progetto, avviandole ad una sperimentazione che tenesse conto dei rilievi espressi dal Cspi e della valutazione delle esperienze già attuate nelle precedenti sperimentazioni”, ha aggiunto Manzi.  

Per la deputata di Azione e vicepresidente della commissione Cultura alla Camera Valentina Grippo “la sperimentazione su una filiera formativa ha anche qualcosa di buono ma è oggettivamente ‘pasticciata’: viene chiamata riforma strutturale ma riforma strutturale non è. Sarebbe opportuno razionalizzare e migliorare un impianto così confuso e frammentato, così come intervenire sul fenomeno della dispersione scolastica, potenziando l’orientamento e facendo in modo che un giovane, specialmente nelle aree a maggiore povertà educativa, sia accompagnato, gli venga raccontato quali siano le opportunità, quali le scelte che può fare, quanto dureranno, quanto costeranno alle famiglie”. 

Mentre il capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Cultura Antonio Caso ha ricordato come il suo partito si è opposto duramente e con tutte le forze a questo vergognoso provvedimento, voluto dal ministro Valditara, presentando oltre 600 emendamenti. Per noi si tratta di una riforma assurda che trasforma l’educazione e la formazione degli studenti in ‘addestramento’ al lavoro. Come se i nostri ragazzi fossero soldati, o cavalli, tanto per restare ad alcuni degli esempi riportati dalla Treccani richiamata dallo stesso Valditara”

 

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