I dipendenti che hanno ricevuto un bonus dal proprio datore di lavoro sono passati in un anno al 9,4% del totale dei contribuenti. L’importo medio del premio è cresciuto di circa 194 euro (da 1.167 a 1.362 euro)
La tassa sui premi di risultato è del 5% per il 2024. Una circolare dell’Agenzia delle entrate ricorda che la riduzione dell’aliquota dal 10% al 5% era già stata introdotta, per il periodo d’imposta 2023, dalla manovra precedente. Le Entrate hanno spiegato che l’imposta sostitutiva si applica fino a un importo di 3 mila euro lordi relativi ai premi in denaro che ricevono i lavoratori dipendenti del settore privato e con un reddito da lavoro non superiore agli 80 mila euro e percepito nell’anno precedente in conseguenza di incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione, oltre al denaro ricevuto sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa.
La spinta ai premi di produttività
E ora questa imposta sostitutiva ridotta al 5% spinge i premi di produttività, e l’effetto adesso si vede anche nelle dichiarazioni dei redditi, segnala un articolo del Sole 24 Ore. «I dipendenti che hanno ricevuto un bonus dal proprio datore di lavoro sono passati in un anno dal 7,2% al 9,4% del totale dei contribuenti. Mentre l’importo medio del premio è cresciuto di circa 194 euro (da 1.167 a 1.362 euro)», scrive il quotidiano di Confindustria su dati di un’analisi del Caf Acli che riguarda una platea di circa 1,1 milioni di modelli 730/2024 presentati fino al 12 luglio.
Il riscatto contributivo con i premi di produzione
La legge di Bilancio ha introdotto, in via sperimentale per il biennio 2024 -2025, lanche a possibilità per gli iscritti a una delle gestioni previdenziali amministrate dall’Inps, che non siano titolari di pensione e senza anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 (si tratta dei lavoratori che rientrano completamente nel calcolo contributivo), di riscattare i periodi fino a fine 2023 compresi tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo accreditato. I periodi riscattabili non possono superare i 5 anni, ma possono essere anche non continuativi. Il dipendente può chiedere al datore di lavoro di sostenere l’onere del riscatto utilizzando i premi di produzione. L’importo è portato in deduzione dal proprio reddito d’impresa o dal proprio reddito di lavoro autonomo e non concorre a formare reddito.
6 agosto 2024
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