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Genova. Via libera dalla giudice Paola Faggioni alla richiesta di giudizio immediato depositata la scorsa settimana dalla Procura Di Genova nei confronti di Giovanni Toti, Aldo Spinelli e Paolo Signorini. 

La prima udienza del processo è stata fissata il 5 novembre davanti al primo collegio della prima sezione del Tribunale di Genova, formato dai giudici Roberto Cascini, Valentina Vinelli e Riccardo Crucioli.

La scelta del collegio avviene tramite un apposito sistema informatico attraverso un calcolo che assegna i procedimenti in maniera automatica.

Il decreto di giudizio immediato

La giudice ha emesso il decreto che dispone il giudizio immediato dopo aver esaminato la richiesta della Procura di Genova che aveva il requisito indispensabile di aver fatto la richiesta mentre gli indagati si trovavano tutti in custodia cautelare ed entro i 180 richiesti dalla legge.

Alla richiesta i pm Luca Monteverde, Federico Manotti e Vittorio Ranieri Miniati hanno allegato ventotto informative della Guardia di Finanza, trentacinque dichiarazioni testimoniali, un elenco di intercettazioni lungo trenta pagine e l’analisi di una ventina di dispositivi sequestrati (tablet, smartphone e computer). 

Per la procura si tratta delle “prove evidenti” per mandare a giudizio l’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’ex presidente del porto di Genova e l’imprenditore Aldo Spinelli. Sono tutti accusati di corruzione. 

Il processo e i riti alternativi

Dal decreto emesso oggi gli avvocati che difendono Toti, Spinelli e Signorini avrebbero in teoria soli quindici giorni di tempo per presentare richieste relative a riti alternativi, come patteggiamento o rito abbreviato. Ma la sospensione feriale dei termini dà invece loro molto più tempo. E le eventuali scelte dovranno essere fatte entro il 15 settembre.

Se gli imputati vorranno patteggiare gli avvocati dovranno prima incontrare i pm e individuare una pena congrua condivisa. L’abbreviato invece concederebbe uno sconto di un terzo della pena agli imputati, in caso di condanna con un processo ultra rapido e basato solo sulle carte. 

Gli avvocati Stefano Savi, Alessandro Vaccaro, Andrea Vernazza,  al momento sembrano aver escluso queste possibilità. Più sfumata la posizione di Mario ed Enrico Scopesi che difendono Paolo Signorini, ma le valutazioni verranno comunque fatte solo più avanti.

Gli altri indagati dell’inchiesta

Proseguono invece le indagini che riguardano le altre persone coinvolte nella maxi-inchiesta. Tra loro ricordiamo ci sono Matteo Cozzani, Francesco Moncada, Mauro Vianello e Roberto Spinelli, tutti indagati per corruzione e Maurizio Rossi, indagato per finanziamento illecito. 

Ma Toti deve rispondere con Cozzani, con i consiglieri regionali Stefano Anzalone e Domenico Cianci, con il consigliere comunale Umberto Lo Grasso e ad altri, anche dell’accusa di voto di scambio. Per il filone della corruzione elettorale, non compreso nella richiesta di immediato perché non vi sono i requisiti di legge, le indagini potrebbero essere chiuse entro la fine dell’anno.

In questo caso però, prima di arrivare a processo si dovrà passare attraverso la richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza preliminare che potrebbe durare anche un anno, con il dibattimento vero e proprio destinato a cominciare tra l’autunno 2025 e l’inizio del 2026.



 

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