«Questo finanziamento, destinato a rilanciare la produzione dell’acciaieria di Taranto, solleva – aggiunge palmisano- serie preoccupazioni in termini di sostenibilità ambientale e tutela della salute»
«Con il recente prestito ‘ponte’ all’Ex Ilva il governo Meloni va contro ogni principio di difesa della compatibilità ambientale e tutela della salute umana». Lo dichiara Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, che ha presentato insieme agli altri sette eurodeputati del suo gruppo, un’interrogazione formale alla Commissione Europea riguardante il recente prestito ponte di 320 milioni di euro concesso ad Acciaierie d’Italia (ex ILVA).
«Questo finanziamento, destinato a rilanciare la produzione dell’acciaieria di Taranto, solleva – aggiunge – serie preoccupazioni in termini di sostenibilità ambientale e tutela della salute.
Con questo nuovo finanziamento, Acciaierie d’Italia, – viene evidenziato nell’interrogazione – proverà a far ripartire la produzione riattivando gradualmente quattro altiforni disponibili che continueranno ad essere alimentati sempre con il ciclo integrale a carbone. Insomma, il nuovo corso dell’ex Ilva continua ad essere distante dagli obiettivi della transizione green e ciò avviene disattendendo le sentenze CEDU, nonchè la recente sentenza CGUE (C-626/22). Le ultime risultanze ambientali di Arpa Puglia hanno confermato la presenza di inquinanti dannosi per salute e ambiente, nonostante i livelli produttivi siano ai minimi termini.
Chiediamo per questo – riferisce Valentina Palmisano – alla Commissione Europea se ritiene che il piano industriale presentato da Acciaierie d’Italia sia conforme agli obiettivi e alle tempistiche di decarbonizzazione del Green deal e rispetti la direttiva 75/2010/UE sulle emissioni industriali”. “Infine alla Commissione abbiamo avanzato richiesta di valutare se il riesame Aia dell’insediamento tarantino, scaduto e non ancora rinnovato, debba necessariamente considerare tutte le sostanze oggetto di emissioni scientificamente note come nocive, al fine di garantire – conclude l’europarlamentare – un livello elevato di tutela dell’ambiente e della salute umana conformemente al principio di precauzione ex.art 191 Tfue e al principio Dnsh.»
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