Redazione
03 agosto 2024 09:00
Classe 1970, Gianfranco Pascucci è uno dei volti più noti del litorale romano. È risaputo che abbia cominciato da autodidatta, scoprendo la passione per la cucina nel ristorante di famiglia a Fiumicino che oggi è diventato il suo fortino, Pascucci al Porticciolo. Ma racconta di aver cucinato il suo primo piatto di pasta con le telline da lui stesso raccolte all’età di soli 12 anni. Il suo ristorante, 1 stella Michelin dal 2012 insieme a molti altri riconoscimenti, è uno dei più quotati per la cucina di mare nel nostro paese e si trova proprio nei pressi del porticciolo di Fiumicino, nella zona della darsena, a breve distanza dal famoso aeroporto e da Roma.
Chi è Gianfranco Pascucci, lo chef di Pascucci al Porticciolo
Il ristorante di famiglia, gestito dal nonno, vede la svolta nel 2000, quando Pascucci lo rileva e progressivamente lo trasforma nell’insegna che è oggi, insieme al prezioso contributo della moglie Vanessa Melis. Nella prima metà del 2024 l’apertura di un nuovo bistrot, Mare, sempre a Fiumicino, insieme ai soci Alessandro Pietrini, proprietario del ristorante La Marina ancora a Fiumicino e all’esperto di pesca Luigi Amoruso, dove può portare una cucina marinara di qualità in una versione più pop (ne abbiamo parlato qui). Non poteva che essere tra i soci fondatori di Periferia Iodata, un’associazione nata per riunire alcuni chef che lavorano e cooperano sul litorale laziale, con l’obiettivo di valorizzarne la cucina e i prodotti.
La cucina di Pascucci al Porticciolo
Pascucci è stato anche a lungo volto televisivo sia a La Prova del Cuoco che sulla TV del Gambero Rosso con un suo programma, in cui porta le sue conoscenze sul pesce e sulla cucina marinara. Ha collaborato anche con le aree marine del WWF della zona per raccontare nei suoi piatti le erbe e le piante che nascono all’interno di questi ecosistemi unici. Proprio questo suo impegno gli è valso alcuni riconoscimenti come ambasciatore dei suoi territori e della sostenibilità marina. Una delle sue creazioni più famose è Il mare di plastica, un piatto tutto nero fatto con pasta al nero di seppia, erbe di macchia, burro, seppie e alcuni stati di plastica ricreati con pellicola trasparente fatta con amido di mais. Nella sua cucina troviamo attenzione agli scarti, alle materie prime del luogo, e a tutte le tipologie di pesce, anche quelle meno note, praticata anche in tempi non sospetti.
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