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Ultim’ora news 1 agosto ore 20


Probabilmente nessuno poteva immaginare che a poco più di un anno di distanza dal caso Eurovita un’altra compagnia assicurativa avrebbe tenuto con il fiato sospeso migliaia di risparmiatori italiani sottoscrittori di polizze vita. Allora per salvare 400 mila clienti c’è stato bisogno di un’operazione di sistema che ha coinvolto cinque big ( Intesa Sanpaolo, Posta Vita, Generali, Unipol e Allianz) che, per dare prova di stabilità dell’intero sistema, hanno deciso di mettere capitale fresco in una newco (Cronos) che ha rilevato polizze e dipendenti di Eurovita.

Questa volta i clienti interessati dalle difficoltà finanziarie della tedesca Fwu sono circa 100 mila e la storia sembra somigliare molto a quella di Eurovita. La famiglia Dirrheimer, azionista del gruppo, ha deciso di non ricapitalizzare la capogruppo tedesca finita in insolvenza (nel caso di Eurovita il no era arrivato dal fondo di private equity Cinven) portandosi dietro le assicurazioni controllate che si sono ritrovate ad avere indici di Solvibilità inferiori al minimo richiesto e congelando di fatto l’attività delle compagnie.

Il ruolo di Ivass

A differenza di Eurovita, però, ad occuparsi della questione non può essere direttamente l’Ivass italiana (e i ministeri italiani) considerando che Fwu opera in Italia in regime di libera prestazione di servizio e in liberà di stabilimento. La responsabilità, in altri termini, fa capo alle autorità di controllo assicurative di Lussemburgo e Austria, sede rispettivamente di Fwu Life Insurance Lux e di Fwu Life Insurance Austria Ag. L’istituto italiano presieduto da Luigi Federico Signorini non può fare altro che lavorare ad un’azione di coordinamento con Eiopa (l’autorità europea) e provare il pressing sulle altre due autorità locali. Con la parola che potrebbe presto passare alla Corte di Giustizia europea che potrebbe decidere di commissariare Fwu Life Insurance Lux cui fanno capo grande parte delle polizze collocate in Italia per un totale di circa 360 milioni di riserve e un parte residuale che arriva dall’Austria.

Tra i principali distributori Solyda srl

A chi in queste ore sta decidendo di inviare un reclamo l’autorità di controllo italiana non può quindi fare altro che aprire l’apposita procedura di riferimento, mentre a chi sta telefonando per chiedere chiarimenti sulla propria polizza sottoscritta con Fwu Ivass suggerisce di prendere contatto con le associazioni dei consumatori e con il proprio consulente assicurativo. A distribuire le polizze in Italia sono stati di fatto esclusivamente broker mentre non ci sono banche o agenti. E tra i più attivi c’è certamente Solyda srl, con sede a Milano, partecipato direttamente dal gruppo tedesco.

Nella partita anche Swiss Re

A seguire attentamente la vicenda c’è anche il colosso riassicurativo Swiss Re che ha in mano una quota del 5% della holding tedesca che per il 95% è della famiglia Dirrheimer e che è anche il riassicuratore del gruppo. Swiss Re non siede nel board della società ma sta attendendo le decisioni delle autorità competenti per capire a questo punto quali saranno i possibili scenari per Fwu che a livello mondiale, come si legge sul sito internet del gruppo, a 2 miliardi di asset in gestione e 9 miliardi di premi totali.

I tre saggi per il fondo di garanzia

E’ invece ormai chiaro che, come per Eurovita, anche per Fwu non si potrà fare ricorso al «fondo di garanzia assicurativo dei rami Vita» che è stato previsto dall’ultima legge di Bilancio. Uno strumento che sarà alimentato dal contributo degli stessi operatori, pari allo 0,4% dell’importo delle riserve tecniche da raggiungere entro fine 2035, e che servirà a rimborsare ogni cliente fino a 100.000 euro in caso di fallimento delle compagnie. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza i tre membri che sarebbero dovuti essere nominati entro metà febbraio per comporre il collegio promotore del fondo sono stati scelti nei giorni scorsi: si tratta dei professori Gianluca Brancadoro, Vincenzo De Stasio e Pierpaolo Marano, che dopo la nomina dovranno convocare l’assemblea istitutiva del fondo che provvederà alla nomina di un comitato di gestione provvisoria. Entro 30 giorni dalla nomina il collegi promotore dovrà anche comunicare a Ivass il regolamento interno il regolamento interno che definirà i criteri di costituzione e di partecipazione all’assemblea. Lì, tra le altre cose, verranno chiarite anche le condizioni di adesione di società che operano in Italia in libera prestazione di servizio. Ma per Fwu sarà troppo tardi. (riproduzione riservata)

 

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