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La conversione in legge del D.L. 69/2024 elimina i vincoli alla vendita degli immobili costruiti prima del 1977

Roma: Nel corso dell’iter parlamentare le associazioni dei consumatori riconosciute ai sensi dell’articolo 137 del Codice del consumo, udite dalla commissione Lavori Pubblici e Ambiente della Camera di Deputati (Adusbef, Assoutenti, Casa del consumatore, Codici e Confconsumatori) hanno presentato richieste di miglioramento seguendo lo spirito della norma di legge di “alleggerire” le famiglie italiane proprietarie di prima casa da una serie di vincoli e distorsioni generate dalla stratificazione normativa succedutasi nel corso degli anni e che ha essenzialmente introdotto il vincolo della doppia conformità in caso di cessione di appartamento anche costruito decenni prima. Una normativa che troppo spesso bloccava o rallentava le vendite delle prime case solo per mere irregolarità formali e senza, in realtà, alcuna modifica costruttiva avvenuta nel corso degli anni.

“Questo decreto – dichiara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati – rappresenta una svolta epocale. Finalmente si potranno avere immobili che possono essere commercializzati, cosa che era impedita da aspetti meramente burocratici che rappresentavano un lacciuolo per i cittadini.

“Il DL Salva-casa, grazie all’approvazione del Parlamento, è diventato da alcuni giorni una legge dello Stato – commenta l’onorevole Fabrizio Rossi, componente commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati –. Un provvedimento molto sentito, sia dai cittadini che dai professionisti, che va nella direzione giusta. Una legge con la quale vengono apportate semplificazioni, snellimento della burocrazia e regole di buon senso, che riporteranno sul mercato tante unità abitative. Regole e norme che trovano ampio consenso anche da parte delle varie associazioni nazionali dei consumatori. Associazioni, quest’ultime, da sempre vicine e soprattutto attente alle esigenze e alla tutela dei cittadini, con le quali, dopo le audizioni in Commissione, alcune parti sono state condivise e recepite nel provvedimento stesso”.

Le Associazioni riscontrano che nella legge di conversione è stata accolta la loro osservazione relativa agli immobili costruiti prima del 1977 (quindi più di 40 anni fa) introducendo la possibilità di regolare eventuali difformità, spesso e volentieri “native”, col fine così di salvaguardare il legittimo affidamento degli attuali proprietari che hanno acquistato il bene come “regolare” secondo le normative dell’epoca. In sede di conversione, infatti, è stato introdotto – come suggerito dalle associazioni dei consumatori – l’articolo 34 ter che prevede la regolarizzazione e individua nel tecnico incaricato la figura centrale che va ad accertare e documentare l’epoca di realizzazione delle eventuali opere difformi. La centralità del tecnico incaricato è stata anch’essa fortemente sollecitata dalle associazioni in sede di audizione.

Per Gabriele Melluso (presidente nazionale di Assoutenti) e Marco Festelli (presidente nazionale di Confconsumatori) “la legge finalmente va incontro ai cittadini e alle famiglie proprietarie della prima casa, non aiuta speculazioni edilizie o costruzioni abusive ma semplicemente allontana dalla prima casa la “mannaia” burocratica creata negli anni e soprattutto riporta serenità e semplicità nel mercato delle prime case.

Per Melluso “si auspica che il metodo adottato dal Governo possa divenire un modello proficuo per il futuro: l’esperienza ha portato un gruppo di autorevoli associazioni dei consumatori a rappresentare le esigenze riscontrate giorno dopo giorno dai consumatori: grazie al contributo degli addetti ai lavori è stata data voce ai cittadini e innalzato il livello di accountability della politica”.

Per Marco Festelli inoltre “l’attenzione della Commissione camerale competente e di tutto il Parlamento sulle osservazioni fornite dalle associazioni dei consumatori, quelle rappresentative dei cittadini consumatori e quindi delle famiglie italiane, costituisce un esempio di buona politica e di sensibilità delle istituzioni nei confronti dei “corpi intermedi”, cioè nei confronti di quelle aggregazione sociali, come le associazioni dei consumatori, attraverso le quali gli interessi legittimi e diffusi dei cittadini prendono voce. L’auspicio pertanto e che questo sia il primo passo verso l’ascolto, da parte del Legislatore, della voce dei consumatori italiani”.

Per Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici, “il decreto Salva-casa fa finalmente chiarezza in un settore che negli anni ha creato diversi problemi a tante famiglie, rendendo difficili e onerose le pratiche di vendita e di acquisto di un immobile. In un mercato già di per sè complicato, e considerando un contesto generale segnato in maniera pesante dall’emergenza mutui, rendere più semplici gli iter burocratici e alleggerire la pressione sulle abitazioni con difformità edilizie di piccola entità e magari anche datate è un passo avanti importante. Non si tratta di un via libera a speculazioni o abusivismi, ma di un intervento che lascia da parte la demagogia e guarda alla realtà, liberando le famiglie da adempimenti burocratici che in alcuni casi hanno trasformato una semplice vendita di un immobile in un’impresa impossibile”.

L’avvocato Gianluca Betti, master in Diritto amministrativo, intervenuto in audizione nell’VIII Commissione della Camera dei Deputati nell’iter di conversione in legge del D.L. 69\24 con il gruppo di lavoro composto dall’ingegner Enrico Sterpi (presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Genova) e dall’avvocatoAndrea Di Leo (docente in Master universitari) e coordinato dall’avvocato Gabriele Melluso, per conto di Assoutenti con l’adesione di Adusbef, Casa del consumatore, Codici, Confconsumatori e Lega Consumatori, esprime “soddisfazione per l’accoglimento di molte delle proposte di emendamenti al decreto Salva-casa. In particolare – dichiara – in sede di conversione, i punti III (varianti ante 77) e IV (variante “regolarizzata” tramite abitabilità) sono stati recepiti, con alcune riformulazioni, dal nuovo art. 34-ter del DPR 380 del 2001. Questa è una piccola rivoluzione copernicana che permetterà di risolvere situazioni incancrenite e risalenti nel tempo a favore dei consumatori proprietari di casa. Inoltre, anche la modifica dell’art. 32, comma 3 del DPR 380 del 2001 proposta dal gruppo di lavoro è stata parzialmente accolta, eliminando il secondo periodo di tale comma, determinando così la non automatica trasformazione di ogni difformità sotto la soglia di variazione essenziale, in variazione essenziale, con effetti positivi sul nuovo istituto delle varianti risalenti ex art. 34ter DPR 380\01”.

L’ingegner Enrico Sterpi rileva “il ruolo centrale e di equilibrio nel procedimento edilizio, oltre che di tutela del consumatore”. Rileva con interesse “la revisione delle dimensioni minime di altezza dei locali con una riduzione delle altezze minime di legge per l’ottenimento dell’agibilità, situazione che porta l’Italia più vicina alla visione europea, che garantisce la possibilità di costruire con minore impatto sui consumi energetici, in genere a minor volume corrisponde minor richiesta di energia, e creando una condizione di riduzione dei costi di costruzione. Analogamente, la riduzione della superficie minima dei monolocali permette di ampliare la possibilità di acquisto di una abitazione da parte dei cittadini meno abbienti. Questa nuova visione segna un importante passo verso la revisione di standard edilizi oramai da aggiornare e attualizzare”.

Il gruppo di lavoro esprime “apprezzamento per gli emendamenti accolti che, grazie all’intervento delle associazioni a tutela del consumatore, mirano a tutelare i cittadini, consumatori proprietari di casa” e resta comunque “a disposizione per un’eventuale stagione di riforma organica del DPR 380\2001, anche nell’ottica di una sempre maggior tutela del consumatore”.

Nella foto, da sinistra: Tommaso Foti, Marco Festelli, Gabriele Melluso, Fabrizio Rossi

 

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