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Vendite a Piazza Affari e sulle altre borse europee, frenate soprattutto dalle banche e dal settore auto in scia ad alcune trimestrali deludenti, come quelle di Société Générale, Volkswagen e Bmw. Sul Ftse Mib, oltre al settore del credito, frenano Prysmian (-4%) e Tenaris (-3%) dopo i risultati, mentre Telecom Italia (+2%) guadagna terreno dopo i conti di ServCo, i primi senza la rete, ceduta a KKR per 22 miliardi.

Tim conferma la guidance dopo i conti di ServCo

I risultati preliminari e gestionali diffusi da Tim simulano la separazione di NetCo, perfezionata il primo luglio, tenendo conto del solo perimetro di ServCo, che include Tim Consumer, Tim Enterprise, Tim Brasil e Sparkle.

I ricavi del semestre ammontano a 7,1 miliardi, in aumento del 3,5% (+1,6% a 4,9 mld per il business domestico e +7,8% a 2,3 mld per Tim Brasil), con ricavi da servizi in crescita del 4% a 6,7 miliardi. (+2,2% a 4,5 mld in Italia e +7,6% a 2,2 mld in Brasile). L’Ebitda si incrementa del 9,4% a 2,1 miliardi e l’Ebitda after lease del 13% a 1,8 miliardi.

In seguito alla cessione della rete, l’indebitamento finanziario netto rettificato after lease pro-forma del gruppo Tim ServCo è pari a 8,1 miliardi, in linea con le previsioni.

Sulla base dei risultati preliminari, Tim ha confermato le guidance fornite al mercato per l’anno in corso.

Prysmian alza la guidance ma non basta

Prysmian ha archiviato il primo semestre con ricavi e utili sopra le attese ma in lieve calo e ha fornito una guidance superiore alle aspettative di Piazza Affari.

Il fatturato dei sei mesi si attesta a 7,8 miliardi (-3% su base annua), con una forte crescita organica nei business Transmission (+9,5%) e Power Grid (+1,7%) compensata dalla riduzione delle entrate nei segmenti Electrification e Digital Solutions. L’Ebitda è sceso da 828 a 801 milioni, mentre l’utile netto è lievemente calato da 405 a 402 milioni.

L’indebitamento finanziario netto è diminuito da 2,06 a 1,32 miliardi, grazie alla generazione di cassa e alla conversione parziale del Prestito Obbligazionario Convertibile, malgrado gli esborsi per il piano di buyback.

In scia ai risultati e al contributo di Encore Wire nel secondo semestre, stimato in 200 milioni di euro, Prysmian prevede un Ebitda adjusted compreso fra 1,9 e 1,95 miliardi di euro (rispetto a 1,58-1,68 mld precedenti). Il free cash flow è atteso tra 840 e 920 milioni (contro 675-775 mln).

Prysmian ha inoltre ricevuto una Letter of Award per un progetto da 500 milioni di euro per la trasmissione di energia tra l’isola di Maiorca e la terraferma spagnola.

Malgrado i risultati complessivamente positivi, Prysmian paga il fatto di non aver raggiunto la fascia alta delle stime degli analisti. Il titolo resta comunque in prossimità dei massimi storici e i broker mantengono una visione positiva sulla società (15 buy, 4 hold e 2 sell), con un target price medio di 68 euro a fronte di 61 attuali.

Tenaris: conti frenati da una posta inattesa

I risultati del produttore di acciaio quotato a Piazza Affari scontano un accantonamento straordinario nel secondo trimestre. Si tratta in particolare di una posta una tantum di 171 milioni di dollari legata ai contenziosi in corso per l’acquisizione di una partecipazione in Usiminas.

A causa di questo accantonamento, l’Ebitda è risultato pari a 650 milioni di dollari (-54% a/a), contro i 797 milioni attesi. L’utile netto è sceso del 69% a 348 milioni, a fronte di 535 previsti dal consensus di Bloomberg. I ricavi invece sono diminuiti del 18% a 3,32 miliardi, superando le aspettative degli analisti (3,24 miliardi).

Nel terzo trimestre, spiega la società, le vendite e l’Ebitda saranno influenzati da una minore attività negli Stati Uniti e in America Latina e dal prolungato calo dei prezzi OCTG (Oil Country Tubular Goods) nelle Americhe. “Come previsto, avremo interruzioni per manutenzione in molti dei nostri stabilimenti, inclusa l’installazione di un nuovo forno presso il nostro Siderca steel shop”.

Secondo JPMorgan, le prospettive di mercato di Tenaris appaiono caute e l’indebolimento delle tendenze dei prezzi negli Stati Uniti, insieme all’incertezza in Messico e Argentina, potrebbe mettere pressione sulle prospettive per la seconda metà dell’anno.

 

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