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Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

LA SCOMPARSA DI EDOARDO DI MAURO CRITICO D’ARTE E DOCENTE

Edoardo Di Mauro

Critico d’arte, docente, curatore di numerose mostre d’arte, Edoardo Di Mauro

era presente in molte occasioni con le sue esperienze sulle pagine online

del giornale Cento Torri e in particolare nella rubrica Piemonte Arte.

Un lungo percorso, il suo, all’interno della cultura visiva tra Novecento e nuovo

Millennio, tra le esperienze maturate all’Accademia Albertina e i lavori dei giovani

artisti emergenti che proponeva con la passione di sempre.

                                                                                Angelo Mistrangelo

 

 

La Presidenza e la Direzione dell’Accademia Albertina di Torino annuncia la scomparsa oggi 30 luglio 2024, all’età di 64 anni, il prof. Edoardo Di Mauro, uno dei più importanti critici militanti d’arte italiani, a lungo Docente della nostra Accademia.

La Presidente Paola Gribaudo, il Direttore Salvo Bitonti e la Vice Direttrice Vicaria Laura Valle e il personale tutto esprimono il profondo cordoglio alla famiglia.

Con grande tristezza comunichiamo che oggi 30 luglio 2024, all’età di 64 anni, Edoardo Di Mauro, Vice Direttore dell’Accademia Albertina, critico d’arte di rilevanza nazionale, membro del Comitato scientifico di “Nuova AICA Italia (sezione italiana dell’Associazione Internazionale Critici d’Arte), titolare della cattedra di Storia e Metodologia della Critica d’Arte” e di quella di “Metodologia e Tecniche delle Arti del Contemporaneo”, già Direttore della nostra Accademia dal 2020 al 2023 e Direttore Artistico del MAU-Museo d’Arte Urbana di Torino e venuto meno all’affetto dei suoi cari, dei colleghi e delle colleghe e degli studenti e studentesse.

Nato a Torino da una famiglia cosmopolita italo-greca residente ad Alessandria d’Egitto, forzatamente trasferitasi in Italia nel 1957, dopo aver conseguito una Laurea in Lettere dal titolo “Marinetti ideologo”. presso l’Università di Torino, sotto la guida del Prof. Marziano Guglielminetti, comincia presto una carriera militante nel campo dell’arte contemporanea e delle politiche culturali.

Partecipe sin dagli anni Settanta del Novecento ai movimenti controculturali e alternativi più importanti, dopo aver attraversato la scena punk inglese e italiana, come critico musicale, e come scrittore, attore e organizzatore la scena cinematografica indipendente torinese, sceglie di radicare il proprio interesse scientifico, curatoriale e critico nel mondo delle nascenti controculture metropolitane, come il graffiti-writing e la street culture, diventando uno dei critici d’arte militanti più attenti ai fenomeni giovanili e alle nuove tendenze dell’arte contemporanea.

Negli anni Ottanta, comincia ad alternare l’attività curatoriale con l’attività di promotore, organizzatore e ideatore di politiche culturali e giovanili, fondando l’associazione culturale torinese “VSV” nel 1983 e ospitando nell’omonimo spazio dal 1984 al 2000, l’omonimo spazio espositivo torinese, alcuni dei più significativi esponenti della scena artistica di quegli anni.

Dal 1986 al 1990, con Mirella Bandini, Marco Rosci, Filippo Scroppo, Lucio Cabutti e Francesco Vincitorio, è stato membro del Comitato Scientifico del Museo di Arte Contemporanea di Torre Pellice; è questo il periodo in cui la critica e la curatela militante incontra il mondo delle istituzioni e l’impegno strutturato nelle politiche culturali.

Battaglie queste che lo porteranno a diventare condirettore artistico alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, dall’aprile 1994 a febbraio 1997, esperienza questa che nasce a seguito di battaglie sostenute dalla fine degli anni Ottanta per valorizzare gli artisti torinesi, soprattutto i più giovani, in uno scenario che vede da una parte la GAM chiusa dal 1981 e la totale assenza di politiche cittadine a supporto dell’arte contemporanea.

Seguirà, dopo questo periodo, un ritorno la curatela militante di mostre in spazi pubblici e privati, a Torino ed in Italia, e la trentennale esperienza di direzione artistica ed organizzativa del MAU – Museo d’Arte Urbana di Torino e i decenni di servizio all’Accademia Albertina, prima da insegnante e Vicedirettore Vicario e Direttore.

La sua attività di critico d’arte è stata incentrata principalmente sulle vicende artistiche del secondo dopoguerra, con una particolare specializzazione per l’ultimo quarantennio, sulle controculture giovanili e le culture metropolitane, il muralismo, il graffiti-writing e l’arte pubblica.

Lascia in eredità la partecipazione a numerosi seminari, dibattiti e convegni, più di 800 saggi, interventi in volume e cataloghi, oltre ad articoli su giornali e riviste specializzate tra cui “Il Giornale dell’Arte”, “Flash Art”, “Juliet”, “Segno”.

La sua continua attività di ascolto e promozione dei giovani artisti e degli studenti e l’esperienza del MAU-Museo di Arte Urbana di Torino ne hanno fatto negli anni un imprescindibile punto di riferimento, di cui in molti sentiranno la mancanza.

Per rispettare le volontà della famiglia, non vi sarà la Camera ardente nel Salone d’Onore dell’Accademia Albertina

QUADRI DI DE-COLL’ DONATI ALLA FONDAZIONE PER LA RICERCA SUL CANCRO DI CANDIOLO

“È un piacere comunicare di aver donato la mia collezione di quadri esposti in permanenza presso la “piazza coperta” dell’ Istituto di Candiolo, alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Un piccolo ma sentito contributo a una Eccellenza nella cura e nella ricerca”. Lo comunica l’artista chierese Pier Tancredi De-Coll’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IN ESTATE ANDAR PER MOSTRE

Il percorso tra arte mostre, conferenze e incontri caratterizza l’estate e gli eventi regionali. Si parte dal Salone Parrocchiale di Chialamberto con l’apertura il 3 agosto della mostra d’arte contemporanea di arte e fotografia, che ospita una selezione di opere firmate da Gianni Bergamin, Liliana Cecchin, Massimo Daghero, Mauro Franco, Mario Giammarinaro e Massimo Strumia. E nello stesso giorno la Galleria del Museo d’Arte Urbana, nel cuore del Borgo Campidoglio di Torino, presenta la collettiva di artisti e artigiani dell’Associazione La Tesoriera, fondata dal pittore e incisore Felice Cortese nel 1996, curata da Giulia Fanelli e da Edoardo Di Mauro, con allestimento di Alberto Garino, che propone al pubblico un corpus di lavori realizzati da Gastone Toldo, Rita Restagno, Matteo Russo, Mirella Turtora, Francesco Furriolo, Ambretta Rossi e Stefania Pizzardi. Mentre si ricorda che l’arte contemporanea accende l’estate a Sansicario Alto con l’iniziativa della Galleria Umberto Benappi e della storica Galleria Gian Enzo Sperone di Sent, contrassegnata dalle ricerche dell’artista brasiliano Vik Muniz di San Paolo, con l’intervento e il supporto creativo di Riccardo Pietrantonio. In particolare Muniz è stato presente alla Biennale Internazionale di Venezia nel 2001. Successivamente, sempre nel mese di agosto, esposizione di Alighiero Boetti-Serena Gamba, con NP-Artlab.

Al Museo Alessandri di Giaveno, prosegue la mostra “Visioni Surfanta” con un omaggio ai pittori che animarono la realtà della Torino negli Anni Sessanta, a cura di Concetta Leto. Contemporaneamente viene celebrato il sessantesimo anniversario del gruppo “Surfanta” fondato da Lorenzo Alessandri e composto da Abacuc (Silvano Gilardi), Lamberto Camerini, Enrico Colombotto Rosso, Giovanni Macciotta, Mario Molinari e Raffaele Ponte Corvo.

Infine, la scrittrice Renata Freccero presenta, il 16 agosto, il suo romanzo storico “Il Segreto nel Quadro. Il Moncalvo e sua figlia suor Orsola Maddalena Caccia”, presso la Sala Incontri dell’Ufficio del Turismo di Sestriere, delle edizioni Araba Fenice

A. Mis.

 

IL GRAND TOUR DI BAR STORIES ON CAMERA

Dopo Milano e Basilea, la grande mostra fotografica

che racconta il mondo dei bar dagli anni Trenta agli inizi del Duemila approda a Torino da CAMERA.

25 luglio – 6 ottobre 2024

 CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

Torino, Via delle Rosine 18

 

Galleria Campari presenta un nuovo episodio del viaggio che vede come protagonista Bar Stories on Camera. Galleria Campari / Magnum Photos, la prima mostra realizzata da Galleria Campari in partnership con Magnum Photos.

La mostra traccia un ritratto del mondo del bar dagli anni Trenta del XX secolo agli inizi del Duemila, raccontato attraverso un corpus di immagini provenienti dall’Archivio Storico di Galleria Campari in dialogo con scatti di fotografi internazionali dell’agenzia Magnum, tra i quali figurano autori come Robert Capa, Elliott Erwitt, Martin Parr e Ferdinando Scianna. Da momenti di condivisione quotidiana ai volti di celebri attori e artisti, lo spazio del bar si svela in un percorso che attraversa le epoche e le città e di cui Campari è protagonista fin dal 1860.

Da giovedì 25 luglio a domenica 6 ottobre 2024 Bar Stories on Camera. Galleria Campari / Magnum Photos apre al pubblico negli spazi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia a Torino, con un progetto espositivo rinnovato rispetto alle iterazioni precedenti che hanno visto Bar Stories on Camera debuttare a ottobre 2023 in Galleria Campari a Sesto San Giovanni, dove in venticinque settimane di apertura ha contato 10.000 visitatori.

A giugno 2024 Galleria Campari ha portato il progetto espositivo nella Davide Campari Lounge di Art Basel a Basilea. La mostra, restituita in chiave rivisitata con la curatela di Martin Parr, ha presentato al pubblico internazionale una selezione di 25 immagini fotografiche e ha accolto circa 4.000 visitatori accreditati in fiera.

Da giovedì 25 luglio 2024 Bar Stories on Camera approda a Torino e trova la propria collocazione ideale negli spazi di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia. Il progetto espositivo concepito per l’appuntamento torinese da Galleria Campari, CAMERA e Magnum Photos, si presenta in una nuova veste raccontando i rituali e i personaggi che caratterizzano l’universo del bar in Italia e nel mondo, attraverso 22 scatti dell’Archivio Storico di Galleria Campari e 28 scatti firmati dai rinomati fotografi di Magnum Photos.

L’esposizione fotografica è completata da una selezione di bozzetti originali di menù realizzati per Campari negli anni ‘30 da Fortunato Depero, celebre esponente del Futurismo con cui Campari ha collaborato tra il 1926 e il 1936, e una raccolta di studi di insegne al neon Campari degli anni ‘50, che animano il notissimo rosso del Bitter con una serie inaspettata di ulteriori colori.

 

 

PINO TORINESE. LA MOSTRA “ECHI DI EREDITÀ” DELL’ARTISTA CONTEMPORANEA CHIARA CEDDIA, DIVENTA UNA ESPOSIZIONE PERMANENTE SUL SITO ISTITUZIONALE DEL COMUNE.

Inizialmente presentata nella Biblioteca Civica A. Caselle dall’8 al 29 marzo 2024, questa raccolta di opere si distingue per la sua natura profonda mente narrativa e digitale, concepita per essere fruibile online fin dalla sua ideazione. Chiara Ceddia, con la sua mostra “Echi di Eredità”, invita il pubblico in un viaggio emozionante tra i volti delle donne che hanno segnato profondamente la sua vita. Attraverso il suo stile unico, l’artista riesce a catturare l’essenza di queste figure femminili, rendendole protagoniste di una narrazione visiva: ogni opera, infatti, è un tributo alla forza, al coraggio e alla resilienza femminile, temi sempre attuali e di grande rilevanza sociale. La decisione di rendere permanente l’esposizione online della mostra sul sito del Comune testimonia il desiderio dell’Amministrazione di valorizzare e preservare l’arte digitale, rendendola accessibile a un pubblico più ampio e diversificato. Inoltre, questo passaggio riflette l’importanza crescente che il digitale ha nel conservare e divulgare il patrimonio culturale. Le opere stampate, che sono state esposte nella Biblioteca Civica ‘A. Caselle’, non concluderanno il loro viaggio con la fine dell’esposizione fisica. Generosamente donate dall’artista al Centro Antiviolenza di Chieri, queste opere troveranno una nuova casa nel Rifugio del Centro, dove continueranno a ispirare e a fornire sostegno alle donne accolte. Questa donazione rappresenta anche una continuazione della raccolta fondi avviata il 25 novembre, contribuendo così al sostegno di iniziative vitali per la lotta contro la violenza sulle donne. Tuttavia il messaggio artistico di Ceddia non si è fermato ai confini nazionali. Molte delle opere dell’artista originariamente realizzate per la mostra “Echi di Eredità” di Pino Torinese sono state esposte anche a Parigi dal 26 aprile al 9 maggio, presso la Galerie Thuillier, in occasione del “Prix International d’artistes Europeen”. Questa nuova esposizione ha rappresentato un’opportunità eccezionale per lei di condividere la potenza narrativa e visiva delle sue creazioni con un pubblico internazionale, sottolineando l’importanza del dialogo interculturale attraverso l’arte. Questo evento non solo conferma il talento e la risonanza delle opere di Ceddia, ma amplifica ulteriormente il messaggio di empowerment femminile che la mostra ‘Echi di Eredità’ aspira a promuovere. L’Amministrazione di Pino Torinese è orgogliosa di supportare e promuovere iniziative come ‘Echi di Eredità’, che non solo arricchiscono il tessuto culturale della nostra comunità, ma offrono anche sostegno e ispirazione là dove più è necessario. Vi invitiamo a visitare il sito istituzionale www.comune.pinotorinese.to.it per esplorare questa straordinaria mostra e scoprire le numerose storie di donne che hanno cambiato il mondo, un volto alla volta

 

 

GIAVENO. MOSTRA PERSONALE DI ANTONIO DI NUZZI

Personale  del giavenese   Antonio Di Nuzzi  alla Chiesa dei Batù  con in  mostra dipinti ad olio e disegni a matita  dal titolo “ Una stagione  della mia vita. Dialoghi con la pittura e il disegno”   nei giorni di festa del co –patrono di Giaveno, San Lorenzo Martire, da venerdì 9 a domenica 11 agosto.

La mostra  presenta e ripercorre  la passione  e dedizione  di Antonio Di Nuzzi per  la pittura e il disegno  che il  giavenese d’adozione ormai da molti anni, coltiva  in parallelo con quella per la bicicletta da corsa e per le pedalate alla conquista di passi e cime.  “D’estate  mi dedico alle pedalata, d’inverno principalmente all’uso della matita e dei pennelli – rivela l’artista – “.

L’avvio artistico risale al 1992,  da allora  con  lavori   diversi    la passione   e la dedizione  non si sono  più fermate.   All’omaggio  ai grandi artisti del passato  ai quali ha dedicato i suoi primi dipinti con lavori   che  presentano  il Bacio di Francesco Hayez,  la Partenza di Giovanni  Battista Quadrone  per indicarne  alcuni ed altri che  riprendono  i motivi  delle  opere  di  Toulouse Lautrec, m nel tempo Antonio Di Nuzzi  ha affiancato soggetti  e temi diversi, trovando ampi spunti  nel  paesaggio dell’alta Val Sangone e tra i vicoli e gli  angoli di Giaveno,  approdando  ai dipinti che ritraggono  il mare e a quelli  che hanno come protagoniste  le  montagne, ma anche  scorci di Torino e Tunisi, senza tralasciare i ritratti  e  le figure intere.  All’uso  dei colori nella rappresentazione delle forme  sulla  tela  e altri  supporti   Di Nuzzi  aggiunge con ottima resa  l’impiego della matita   con la quale  tratto dopo tratto  dà corpo  a delicati ritratti femminili  e visi di bambino ma non solo,   anche  disegni di animali.

La mostra  è promossa da P.I.C.S.  e Centro Arti e Tradizioni Popolari con il patrocinio della Città di Giaveno e sarà inaugurata venerdì 9 agosto alle ore 18, sabato 10 e domenica 11 sarà visitabile  dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 22.30 ad ingresso libero.

 

IL CASTELLO DI GABIANO NEL MONFERRATO APRE PER LA PRIMA VOLTA AL PUBBLICO LE SUE SALE

Un programma di VISITE GUIDATE a partire dal 27 luglio e per tutti i sabati di settembre e ottobre. Il 5 ottobre lo storico complesso presenta un CONVEGNO INTERNAZIONALE  che ne ripercorre i mille anni di storia e celebra i 400 anni di proprietà della Famiglia Durazzo.

 

Il Castello di Gabiano, dal IX secolo sulle colline del Monferrato a dominare la valle del Po, è da quattro secoli della Famiglia Durazzo, Marchesi di Gabiano, i cui discendenti per celebrare i 400 anni che la legano al castello hanno deciso di aprire le porte in un percorso storico guidato, disponibile solo su prenotazione.

A partire da sabato 27 luglio, tutti i sabati dei mesi di settembre e ottobre sarà possibile esplorare in gruppi di 20-25 visitatori le sale e gli ambienti del castello, in compagnia dello storico dell’arte Luca Mana, per scoprirne la storia, i segreti e i tesori che vi sono custoditi. Un percorso lungo mille anni che si apre anche al dialogo con l’arte contemporanea, grazie alle opere degli scultori e artisti Tunga, Lara Favaretto, Tatiana Trouvé, e Iris Epaminonda, parte della collezione del Castello.

La storia millenaria del Castello e la ricorrenza dei quattro secoli che legano i Durazzo e la Repubblica di Genova al Monferrato sono al centro del convegno 1624 – 2024 Monferrato & Genova, dagli Alerami ai Durazzo, che si terrà il prossimo 5 ottobre all’interno del Castello stesso. Un appuntamento di alto profilo, con ospiti internazionali, che ripercorreranno la storia, lunga e avventurosa, del Castello di Gabiano.

Nelle stanze del maniero risuona l’eco di mille anni di storia. Le sue mura, così come l’apparato decorativo degli interni, raccontano la trasformazione del ruolo del Castello: nato nell’ Alto Medioevo per controllare i traffici che traversavano il Po destinati al Nord Europa, ha assunto poi una funzione difensiva, diventando nel Rinascimento residenza delle dinastie dominanti il Monferrato, come i Montiglio, gli Alerami, passando poi ai Paleologo di origine bizantina ai Gonzaga e infine ai Durazzo.

I Durazzo, originari dell’Albania, raggiungono l’Italia nel Trecento, in fuga dall’occupazione ottomana. Si stanziano a Genova, dove presto si affermano come commercianti e banchieri e si avviano a diventare la seconda famiglia più importante, dopo gli Spinola. A legare a Gabiano la storia della famiglia è Agostino Durazzo, cui viene assegnato in feudo il borgo medievale nel 1624, insieme al titolo di marchese. A partire da quella data, le vicende della famiglia si intrecciano indissolubilmente con quelle del Castello di Gabiano che i figli e i nipoti di Agostino si occuperanno di riportare all’antico splendore e di impreziosire con decorazioni, affreschi, giardini, e persino un labirinto. Universalmente noti come appassionati botanici fin da subito valorizzano la locale tradizione vitivinicola, nota come eccellenza locale, di cui esistono testimonianze precedenti all’anno 1000. Nell’infernotto del Castello si conservano ancora le bottiglie ottocentesche di vino del Generalife, testimonianza del ruolo svolto dalla famiglia nella Reconquista spagnola, insieme ad altre importanti annate, dal 1946 a oggi.

A distanza di quattro secoli i discendenti dei Durazzo, i Marchesi Giacomo ed Emanuela Cattaneo Adorno e i figli continuano a prendersi cura del Castello di Gabiano, valorizzandone la storia e le bellezze custodite.

 

IL PITTORE CANELLESE PIERO INALTE A TORGNON 2024

Il pittore canellese Piero Inalte si presenta per la sesta volta consecutiva con una mostra di pittura a Torgnon (AO), presso la saletta adiacente l’ufficio turistico. La mostra resterà aperta dal 14 al 23 agosto con il seguente orario: 10 – 12 e 16 – 19.

Il titolo della mostra sarà “Oltre la realtà” e sarà incentrata soprattutto sulle nature morte, anche se non mancheranno elementi floreali e naturalistici, scorci paesaggistici e immagini della valle del Cervino, tutti eseguiti con tecnica ad olio.

Piero Inalte è nato e vive a Canelli. Si è laureato presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino. Con spirito indagatore ha sempre coltivato la passione per il disegno e la pittura, con un linguaggio fedele all’interpretazione del vero.

Ha sviluppato le sue abilità in seguito all’incontro con la pittrice Anna Clara Beccaris, con cui condivide l’interesse per l’Arte.

Di recente si è dedicato anche ai falsi d’autore prediligendo copie di Macchiaioli e Impressionisti.

Ha iniziato ad esporre i suoi dipinti alle mostre della Società Promotrice delle Belle Arti di Asti dal 1984 al 1996. Successivamente ha partecipato a numerose mostre collettive tra cui le 4 edizioni di Roràrte presso il Castello di Costigliole d’Asti, e a concorsi di pittura tra cui “Living Art” a Lu Monferrato (AL). Oltre alle Mostre Personali a Torgnon dal 2019 al 2023, nel 2022 ha esposto le sue opere nelle personali a Palazzo Ottolenghi di Asti, con il patrocinio del comune, e a Canelli presso la galleria “Fuoco e colore”. Nel 2023 è

stato presente nella collettiva “Punti di vista” a Canelli presso la galleria “Fuoco e colore”, e in altre collettive, quelle di Calosso (AT) , Costigliole d’Asti, e la mostra “Presepi e altro” organizzata dal Museo di arte moderna – MUSarMO – di Mombercelli (AT).

 

ARAZZERIA SCASSA PROTAGONISTA NELLE TESI DI 28 STUDENTI DI IED

La Commissione di Tesi è stata presieduta dalla docente Sara Maragotto, coordinatrice del corso di Illustrazione.

 

Abilità artigiana, astrazione artistica del concetto, implicazioni digitali, filosofiche, artistiche e progettuali di un arazzo contemporaneo, realizzato da Arazzeria Scassa, sono tra i temi trattati nella sessione di laurea svoltasi a luglio all’Istituto Europeo di Design di Torino.

Ventotto studenti, iscritti ai corsi triennali in Illustrazione e in Graphic Design, hanno esposto le loro tesi davanti alla commissione presieduta dalla coordinatrice del corso di Illustrazione, Sara Maragotto, che è stata affiancata, quale relatrice delle tesi, dai correlatori Andrea Viberti e Francesca Pignataro, Coordinatori del corso di Graphic design. Hanno completato la Commissione: Massimo Bilotta, ceo di Arazzeria Scassa, il commissario interno Olga Gambari, Docente IED, e i Commissari esterni Arianna Moroder, Textile Designer e Co-founder of Lottozero, e Maurizio Battilossi, Fondatore Galleria Battilossi.

 

GLI ARGOMENTI DI TESI

Sei i titoli scelti per le tesi su Arazzeria Scassa. Lara Olivieri, Davide Pezzuto, Sara Poeta, Aurora Raso, Silvia Varetto si sono dedicati al tema Alla radice, in cui hanno descritto minuziosamente il processo di lavoro e la peculiare tecnica esecutiva di Arazzeria Scassa.

Arazziamo: tessere il quotidiano è il titolo scelto da Federica Agati, Caterina Avidano, Primula Conti e Federica Nobili, che hanno immaginato di avvicinare il pubblico a questa antichissima tecnica, attraverso l’esperienza interattiva di un festival multiculturale Arazzo, che, anche attraverso il gioco di parole “a-razzo”, facesse rilevare il contrasto tra la velocità e il divertimento di un festival contemporaneo e la complessità e lentezza che, invece, caratterizzano la tecnica di tessitura artistica.

Trasformare la pratica della tessitura degli arazzi in una metafora visiva e sensoriale dell’attesa, così poco affine alla rapidità, è il tema della tesi intitolata Attesa: un filo lungo 500 ore, preparata da Eleonora Bergamasco, Elisa Cioffi, Margherita Rietto, Maria Rossi e Fabio Vigentino.

Giulia Agosto, Rachele Enrietti, Vivian Perillo e Giovanni Puppo hanno elaborato la tesi L’intreccio, che esprime la peculiarità del museo Scassa, in cui ogni visitatore è indotto a riflettere sul proprio ruolo nella trama della società e del tempo. Nella tesi Nuova forma= nuova funzione Davide Ferrua, Emma Alexandra Gardea, Francesco Plescia, Claudia Spiniello e  Nicolas Zullino hanno esplorato una nuova forma e identità visiva per l’Arazzeria Scassa e la possibilità di creare un archivio per tramandare l’arte tessile ed esplorare il passato.

Infine, con la tesi intitolata Mélange, Riccardo Catalano, Anastasia Cimmino, Ludovico Cretier, Giulia Ferrero e Ginevra Tridente hanno analizzato storia e operato di Arazzeria Scassa polo di unione e frequentazione artistico-culturale di grande rilevanza nella seconda metà del Novecento, realizzando un progetto dal taglio editoriale che mira a esplorare tali relazioni.


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