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Ultim’ora news 29 luglio ore 17


Meno ricavi ma più margini e profitti per Iren nel primo semestre 2024. La multiutility guidata dal presidente esecutivo Luca Dal Fabbro ha archiviato i primi sei mesi dell’anno con un utile netto di gruppo attribuibile agli azionisti di 145,2 milioni di euro, in crescita del 2% rispetto ai 143 milioni dello stesso periodo del 2023. La lieve crescita, spiega una nota, è interamente imputabile all’incremento del tax rate che lo scorso anno era «significativamente» inferiore.

In calo i ricavi, che scendono del 16,1% a 2,697 miliardi, per via della riduzione dei ricavi energetici, influenzati per oltre 320 milioni dalla flessione dei prezzi delle commodities  – in corso di normalizzazione dopo la crisi energetica degli ultimi anni –  e per circa 48 milioni dai minori consumi ed effetti climatici. L’impatto non si è però riversato sulla marginalità, con l’ebitda cresciuto del 4,8% a 635,8 milioni e un ebit di 280,6 milioni (+13,1%), mentre gli investimenti lordi realizzati nel periodo sono calati dell’8% a 369 milioni. In leggero aumento l’indebitamento finanziario netto che si attesta a 4,013 miliardi al 30 giugno dai 3,93 miliardi del 31 dicembre 2023.

Dal Fabbro conferma la guidance 2024

«Supportati dai risultati ottenuti nel semestre, confermiamo le indicazioni sulla guidance 2024» ha detto Dal Fabbro, commentando i dati del primo semestre, i quali «dimostrano che la strada tracciata, e confermata nel recente piano industriale, è quella corretta e consente al gruppo una continua e solida crescita nel rispetto della sostenibilità finanziaria». Il presidente esecutivo, inoltre, ha sottolineato che «gli importanti risultati economici sono supportati anche da rilevanti traguardi in termini industriali, come l’avvio del nuovo impianto fotovoltaico di Tuscania da 39Mw e l’acquisto delle autorizzazioni per la costruzione del primo impianto italiano agrivoltaico avanzato da 49Mw a Rovigo, oltre al proseguimento delle attività finalizzate al closing di Egea».

Meno elettricità prodotta

L’energia elettrica totale prodotta è stata pari a 3.902,1 GWh, in calo dell’1,2% rispetto ai 3.948,7 GWh del primo semestre 2023, mentre la produzione di calore si è attestata a 1.421,9 GWht, in aumento dell’8,9% rispetto ai 1.305,1 GWht registrati nel primo semestre 2023. Complessivamente, le volumetrie teleriscaldate ammontano a circa 101,1 mmc in aumento dell’1,5% rispetto ai circa 99,6 mmc dei primi sei mesi del 2023. Commentando i dati il vicepresidente esecutivo di Iren, Moris Ferretti, ha spiegato che «il 71% degli investimenti sostenuti nel periodo sono di natura sostenibile e consentono ad Iren di procedere rapidamente verso il raggiungimento dei target di piano industriale in materia di economia circolare, con il recupero di materia per oltre 560 tonnellate di rifiuti, di transizione energetica, con la nuova capacità rinnovabile, e di tutela della risorsa idrica, con il 71% delle reti idriche distrettualizzate».

Un miliardo di investimenti nel 2024

Intanto il gruppo continua a guardare agli investimenti per le reti di distribuzione e per il comparto ambiente. Nel complesso quest’anno verrà investito un miliardo di euro che sarà appunto destinato all’efficientamento delle reti di distribuzione, allo sviluppo della raccolta dei rifiuti e degli impianti di trattamento, allo sviluppo di capacità rinnovabile e all’acquisizione di una quota di minoranza di Egea. Gli interventi si riverseranno anche sul bilancio complessivo 2024: «I risultati sono previsti in crescita rispetto al 2023, grazie al miglioramento dei parametri regolatori per le attività di distribuzione e di raccolta rifiuti, al consolidamento di Sienambiente in ambito rifiuti e al mantenimento di una solida profittabilità del portafoglio clienti, congiuntamente ad una crescita della stessa per effetto della liberalizzazione del mercato», sottolineano da Iren.

Previsto un calo dei prezzi energetici

Per quanto riguarda l’attività energetica, Iren prevede un calo dei prezzi energetici solo parzialmente compensati dai maggiori volumi da fonti rinnovabili e il minor contributo delle attività di efficientamento energetico, per il venir meno degli incentivi del Superbonus 110%. «Forti di un robusto piano di investimenti e di risultati economici previsti in crescita», prosegue la nota, il gruppo può confermare il trend di sviluppo nel rispetto della sostenibilità finanziaria come previsto dal recente aggiornamento del piano industriale. (riproduzione riservata)

 

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