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In questo approfondimento parliamo di invalidità civile al 75 per cento e lavoro: limiti di reddito per la pensione e agevolazioni lavorative  (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104categorie protettediritto del lavorosussidiofferte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Invalidità civile al 75 per cento e lavoro: si può lavorare?

Sì, è possibile lavorare con un’invalidità civile al 75 per cento. A stabilirlo è stato il Decreto Fiscale 2022 convertito in Legge 17 dicembre 2021. Prima di tale decreto, alle persone con invalidità tra il 74 e il 99 per cento non era concesso svolgere attività lavorativa.

Il Decreto, infatti, ha stabilito che gli invalidi parziali possono continuare a svolgere attività lavorativa e possono contemporaneamente ricevere l’assegno di invalidità, purché non superino i limiti di reddito necessari per mantenere il diritto alla prestazione economica.

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Limiti di reddito e invalidità 75 per cento

Per continuare a ricevere l’assegno mensile di invalidità, bisogna non superare un reddito annuo di 5.725,46 euro (limite di reddito per l’assegno di invalidità per l’anno 2024). Quindi, in busta paga puoi ricevere al mese non più di 477,12 euro.

E dunque, invalidità parziale e lavoro sono compatibili, così come ha anche chiarito l’INPS con il messaggio del 28 dicembre 2021, che di fatto ha annullato le disposizioni precedenti e ha specificato che gli invalidi parziali che percepiscono il sussidio, pur lavorando, potranno continuare a ottenerlo.

Ricapitolando: l’assegno di invalidità torna a essere cumulabile con i redditi da lavoro e viene superato il requisito di inattività lavorativa.

Perché si può lavorare con un’invalidità al 75 per cento

Ma perché si è deciso di intervenire sulla possibilità o meno di ricevere l’assegno di invalidità in presenza di attività lavorativa?

In pratica, l’INPS aveva erroneamente interpretato due sentenze della corte di cassazione: la n. 17388 del 2018 e la n. 1896 del 2019.

Con il messaggio INPS n. 3495 del 14 ottobre 2021, l’Istituto aveva annunciato che avrebbe provveduto a mettere in pratica le sentenze, quindi avrebbe predisposto che l’assegno di invalidità spettasse esclusivamente a chi si trovava in inattività lavorativa.

Il Senato è poi intervenuto su questa cattiva interpretazione dell’INPS, superandola grazie al Decreto Fiscale divenuto legge.

Successivamente, l’Istituto di previdenza ha recepito le novità del Decreto e con il messaggio INPS n. 4698 del 28-12-2021 ha annullato le precedenti disposizioni contenute nel messaggio n. 3495 del 14 ottobre 2021.

invalidità civile al 75 per cento e lavoro
Invalidità civile al 75 per cento e lavoro. Nella foto: una donna lavoratrice inn sedia a rotelle.

Agevolazioni lavorative con invalidità civile al 75%: tutele per l’inserimento lavorativo

Non solo puoi lavorare con un’invalidità civile al 75 per cento (sempre rispettando i limiti reddituali), ma sei anche agevolato nella ricerca di un lavoro e nello svolgimento dell’attività lavorativa.

Vediamo nel dettaglio cosa ti spetta, a cominciare dalle agevolazioni per l’inserimento lavorativo.

Il collocamento mirato per le categorie protette

Gli invalidi civili, già con il riconoscimento di una percentuale di invalidità al 46 per cento hanno la possibilità di usufruire del collocamento mirato previsto dalla Legge 68/99.

Anche con un’invalidità al 75 per cento, quindi, la legge offre la possibilità di accedere ai servizi di sostegno e di collocamento dedicati ai disabili.

Nel dettaglio, puoi iscriverti alle categorie protette se:

  • sei in età da lavoro, presenti minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e sei in possesso di invalidità (riduzione della capacità lavorativa) superiore al 45%;
  • sei invalido del lavoro, con un grado di invalidità, accertato dall’INAIL, superiore al 33 per cento;
  • sei cieco assoluto o persona con un residuo visivo non superiore a 1/10 (cieco parziale) a entrambi gli occhi;
  • sei sordo, ovvero colpito da sordità sin dalla nascita o prima dell’apprendimento della parola;
  • se hai acquisito il diritto dell’assegno di invalidità civile e l’INPS ha accertato una riduzione permanente a meno di 1/3 della capacità lavorativa;
  • se sei invalido di guerra, invalido civile di guerra o invalido per servizio con minorazioni ascritte dalla 1° all’8° categoria.

Le quote di riserva

Le aziende sono tenute ad avere alle loro dipendenze lavoratori disabili nella seguente misura:

  • se occupano oltre 50 dipendenti, la quota di riserva deve essere pari al 7% dei lavoratori occupati;
  • se occupano da 36 a 50 dipendenti, la quota è pari a 2 lavoratori;
  • da 15 a 35 dipendenti, è sufficiente 1 lavoratore.

Le aziende, in ogni caso, possono contare nella quota di riserva i lavoratori:

  • che diventano disabili successivamente all’assunzione;
  • che, nonostante siano già disabili al momento dell’assunzione, non siano stati avviati attraverso il collocamento obbligatorio; in questo caso, devono possedere una riduzione della capacità lavorativa:
  • superiore al 60 per cento;
  • superiore al 45 per cento se disabili psichici;
  • superiore al 33 per cento se invalidi del lavoro.

Per essere considerato disabile all’interno della quota di riserva, l’azienda dovrà presentare una richiesta di inserimento di persona con disabilità nella quota d’obbligo.

Agevolazioni lavorative

E passiamo alle agevolazioni lavorative, che ti permettono di ottenere delle priorità e dei permessi speciali.

Priorità della scelta della sede e trasferimento di sede

Se sei un dipendente pubblico con un’invalidità civile al 75 per cento, hai anche diritto di scelta prioritaria tra le sedi disponibili.

Ciò vuol dire che puoi scegliere la sede più vicina al tuo domicilio, in modo da agevolarti negli spostamenti casa/lavoro.

Inoltre, non puoi essere trasferito, senza consenso, presso un’altra sede. Tuttavia, il trasferimento di sede è possibile soltanto previo consenso del dipendente interessato o se, anche senza aver trovato un accordo, sussistono ragioni tecniche o organizzative di produzioni, eccezionali, al punto tale da rendere indispensabile il trasferimento.

La proposizione “ove possibile” nell’articolo 33, comma 5 della Legge 104, infatti, mette un freno al diritto di trasferimento del lavoratore.

Non parliamo, dunque, di un diritto assoluto per il lavoratore, anzi. Come stabilito dalla Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza numero 26603 del 18 ottobre 2019, ai fini del riconoscimento del diritto al trasferimento è necessario constatate la presenza di alcuni indici rivelatori della reale esigenza dell’interessato.

Congedo per cure

Con un’invalidità al 75 per cento hai anche diritto alla fruizione di un congedo per cure relative alla tua infermità o menomazione, per un periodo non superiore a 30 giorni l’anno.

Si tratta di un congedo retribuito, così come le assenze per malattia, ma non rientra nel periodo massimo di conservazione del posto, quindi non determina il superamento del comporto.

Ti ricordiamo, inoltre, che il congedo è a carico dell’azienda, quindi devi sempre verificare se all’interno del contratto collettivo di riferimento viene data la possibilità di ottenere queste assenze per invalidità.

FAQ sull’invalidità civile al 75 per cento e lavoro

Cosa posso fare se non mi viene riconosciuta l’invalidità civile al 75 per cento?

Se non ti viene riconosciuta l’invalidità al 75 per cento è importante non demordere e prendere le opportune misure per far valere i tuoi diritti. Ecco alcune azioni che puoi intraprendere:

  • Se ritieni che la tua condizione sia stata valutata in modo errato, puoi presentare una richiesta di rivalutazione presso l’ente competente. Assicurati di fornire documentazione medica dettagliata e, se necessario, consulta un medico specialista per ottenere un parere aggiuntivo.
  • Se la rivalutazione non produce i risultati sperati, puoi considerare di presentare un ricorso per invalidità. In questo caso, è consigliabile farsi assistere da un avvocato esperto in materia di invalidità, che potrà guidarti nel processo legale.

Non affrontare questa situazione da solo. Cerca sostegno presso associazioni o organizzazioni che si occupano di difendere i diritti delle persone con disabilità. Queste organizzazioni possono offrirti consulenza legale, informazioni utili e sostegno emotivo. Ricorda che ogni caso è unico e le azioni da intraprendere potrebbero variare in base alle circostanze personali. È sempre consigliabile consultare un professionista esperto in materia per ottenere consigli specifici.

Posso lavorare con un’invalidità civile al 75 per cento?

Assolutamente sì, è possibile lavorare anche con un’invalidità civile al 75 per cento. L’invalidità non dovrebbe essere un ostacolo alla tua partecipazione al mondo del lavoro, tant’è che anche le persone invalide civili totali e con accompagnamento possono lavorare.

Ho diritto all’esenzione dal bollo auto con invalidità civile al 75 per cento?

Sì, hai diritto all’esenzione dal pagamento del bollo auto se sei riconosciuto con un’invalidità civile al 75 per cento. L’esenzione dal bollo auto è un beneficio previsto per le persone con disabilità che presentano determinati requisiti. Per ottenere questa agevolazione, è necessario presentare la documentazione adeguata presso gli uffici competenti (ACI o Agenzia delle Entrate). Assicurati di informarti presso il tuo ufficio provinciale o regionale competente per conoscere le procedure specifiche e i documenti richiesti per richiedere l’esenzione dal bollo auto.

Ho diritto all’incremento al milione con l’invalidità civile al 75 per cento?

No, l’invalidità parziale al 75 per cento non dà diritto all’incremento al milione. L’incremento al milione è un beneficio previsto per coloro che presentano un’invalidità grave (100%) e che richiedono assistenza continua e significativa nella vita quotidiana. L’invalidità parziale al 75 per cento indica che hai delle limitazioni, ma non raggiungi i requisiti necessari per ottenere l’incremento al milione.

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