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In collaborazione con #Giffoni54

(dell’inviata Cinzia Conti)
Da Marco D’Amore ad
Alessandro Borghi, dai protagonisti di Mare Fuori alla storia de
Il ragazzo con i pantaloni rosa, da Paolo Sorrentino a Matteo
Garrone. E poi i ministri Giancarlo Giorgetti e Andrea Abodi ma
anche le prove di campo largo tra Elly Schlein e Antonio Conte.

   
Per non parlare delle tante star della musica, dei podcast e,
novità di quest’anno, dello sport. In poco più di 10 giorni
tanti personaggi ed eventi hanno animato il festival di Giffoni
che ha radunato anche quest’anno nella piccola e assolata
cittadina salernitana 5000 giurati da 33 Paesi del mondo. Una
storia iniziata 54 anni fa, una storia talmente bella e
originale che spinse un mostro sacro come Francois Truffaut non
solo a venire qui ma anche a definirlo il “festival più
necessario”. Un festival il cui brand, grazie a un report a cura
di Deloitte, è stato anche quantificato: 71 milioni.

   
Sembrano tanti sì, ma è solo la punta dell’iceberg. Per
capire Giffoni bisogna venire qui e vedere la gioia e l’emozione
di questi piccoli giurati (dai 3 anni in su) ma anche la
passione e la competenza dei “grandi” della sezione Impact che
al politico o all’esperto di turno alla fine fanno sempre
esclamare: “Accidenti ragazzi, che domande importanti che fate e
che competenza che avete!”.

   
Un bilancio “estremamente positivo”, fatto di grandi numeri,
“oltre trecento ospiti”, “oltre cinquanta registi dei film in
concorso, e, ancora, le anteprime, e i tanti, ma veramente tanti
progetti sociali dove abbiamo dato spazio ed ascolto a chi nella
vita opera e lavora per i ragazzi, con particolare riferimento a
chi ha bisogni speciali”, spiega il fondatore del festival
Claudio Gubitosi. Un successo per un festival “realizzato grazie
ad un primo, importante, finanziamento della regione Campania
che il presidente Vincenzo De Luca, a maggio, è riuscito a
recuperare tra i fondi propri. Lo aveva promesso e lo ha fatto”,
sottolinea Gubitosi, che con molta amarezza punta invece il dito
contro “l’azione messa in campo dal ministro Gennaro
Sangiuliano, esclusivamente contro Giffoni”. Il festival, spiega
ancora il fondatore, da anni “risponde al bando relativo alla
concessione di contributi ad attività e iniziative di promozione
cinematografica e audiovisiva” e più volte ha raggiunto “il
primo posto in graduatoria con un finanziamento arrivato lo
scorso anno a 950mila euro”. Ma “quest’anno, per la prima volta
da quando esiste questo tipo di intervento, il ministero della
Cultura ha inteso imporre un tetto pari a 400mila euro di
contributo massimo erogabile. Fin qui nulla da eccepire, se non
fosse stato che la pubblicazione del bando c’è stata a luglio, a
pochissimi giorni dall’inizio del festival, creandoci stupore ma
soprattutto grande preoccupazione. A guardare le graduatorie
degli ultimi anni sorge più di un sospetto. Quali sono i
progetti che negli anni hanno superato i 250mila euro di
contributo? Uno solo. E cioè Giffoni che nelle ultime cinque
edizioni del bando, come detto, si è visto riconoscere un
sostegno pari a quasi un milione di euro annui. Ecco perché non
penso di sbagliare se definisco questo bando un bando
punisci-Giffoni”.

   
Nel tardo pomeriggio arriva la replica del MiC: “In Italia
ogniqualvolta si tenta di riformare e si toccano santuari e
rendite di posizione si scatenano polemiche. Ma cambiare, quando
sono in gioco i soldi dei cittadini, è necessario. Pensare a un
intento politico e, peggio ancora punitivo, è una gigantesca
falsità. Nulla di tutto questo: c’è stata solo la volontà di
moralizzare e razionalizzare la spesa”. Dal ministero si fa
notare che “al Festival di Giffoni sono state erogate somme che
sono arrivate fino a 950mila euro per l’edizione del 2023: più
di ogni altra iniziativa di questo tipo, fatta eccezione per la
Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2023 il contributo al Giffoni
Film Festival è stato di 950mila euro su uno stanziamento
complessivo di 7 milioni di euro. Questo stanziamento generale è
rimasto invariato nel 2024. Al GFF, quindi, nel 2023 è andato il
13.57 per cento dell’intero ammontare delle risorse destinate a
tutti i festival, rassegne e premi cinematografici italiani.

   
Accogliendo anche la proposta di molti altri promotori si è
pensato di mettere nel bando annuale un tetto di 400mila euro
per giungere a una ripartizione più equa e aprire a un numero
maggiore di soggetti beneficiari. C’è stata una correzione
generale del bando e una razionalizzazione che non puntavano a
penalizzare alcuno, ma solo a introdurre principi più equi. Il
resto – è la conclusione – sono fantasie”.

   

In collaborazione con #Giffoni54

 

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