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I seguaci di Vladimir Putin possono tirare un sospiro di sollievo: il Governo russo ha varato il piano 2024-2026 per “la conservazione e il rafforzamento dei valori spirituali e morali tradizionali russi”. Insomma, ora i russi la faranno vedere all’Occidente che, cattivissimo, vuole privare i figli della Grande Madre Russia dei loro sani principi, che si sono forgiati nei fantastici decenni dell’impero russo (quando il 99,9% della popolazione viveva come i medievali servi della gleba), e negli ancora più splendidi 70 anni di Unione sovietica (vedi lo spionaggio di tutti nei confronti di tutti, la militarizzazione della società civile, ed anche la lotta senza esclusione di colpi per far parte della nomenklatura, con il banale dettaglio che chi perdeva finiva nei Gulag).

L’idea di un atto ufficiale, che definisse nei dettagli la propaganda, è stata ovviamente di Putin, il quale, dopo aver presumibilmente letto il libro “1984” di George Orwell, e trovata ispirazione nella figura del “Grande Fratello”, ed aver assistito alle incomprensibili (per lui) proteste di alcuni suoi sudditi nei confronti dell’attacco all’Ucraina (spacciato prima come sacrosanta lotta contro i nazisti ucraini, e poi come necessaria misura difensiva contro l’imminente attacco della Nato), ha pensato bene che fosse opportuna un’azione su larga scala di indottrinamento dei suoi pseudo-sub-concittadini, spacciata ovviamente come un’iniziativa patriottica, ossia di tutela dello “spirito tradizionale russo”, tanto da metterlo nero su bianco con il decreto presidenziale 809 del 9 novembre 2022.

Dato però che la Russia (evidentemente) non è piena zeppa di menti come quella di Goebbels (il famigerato responsabile della propaganda hitleriana), il buon Mishustin, il primo ministro russo (o meglio, il primo collaboratore di Vladimir), ci ha messo 18 mesi per mettere giù questo piano (che è solo triennale), che si sviluppa in 28 pagine, dove sono elencate 138 iniziative, da realizzare tra il 2024 e il 2026, che formalmente ha la veste di Ordinanza del Governo, registrata con il numero 1734-r del 1° luglio 2024. C’è da chiedersi se la scadenza al 2026 sia dovuta al fatto che Putin pensi che tra 2 anni e mezzo avrà conquistato l’Ucraina, oppure che questo periodo di tempo possa bastare per rendere tutti i suoi sudditi docili come agnellini.

In ogni caso, come in tutti i buoni piani, per ciascuna iniziativa viene indicato il periodo in cui deve essere attuata, la fonte di finanziamento (l’erario dello Stato russo, o degli enti locali, ma per molte misure non è richiesto nessun finanziamento), l’autorità responsabile, che spesso è il Ministero della Cultura, ma per alcune misure sono citati praticamente tutti i Ministeri, nonché le autorità esecutive (forse la polizia?), le modalità per provare l’attuazione dell’iniziativa (relazioni, atti normativi, linee guida, ecc.).

Ma quali sono le iniziative propagandistiche previste da questo piano?

Scorrendo l’Ordinanza, si scopre in primo luogo che Putin deve aver letto qualcosa su Mussolini, ed in particolare sui Patti Lateranensi, visto che la prima azione consiste nel definire una pianificazione strategica per la conservazione e il rafforzamento dei valori spirituali e morali (ma manca una definizione di entrambi), coinvolgendo le organizzazioni religiose delle fedi tradizionali. Va detto che l’uso del plurale per quanto riguarda le “fedi tradizionali” è pleonastico, visto che in Russia di tradizionale c’è una sola fede, che è quella cristiano-ortodossa, ovviamente nella salsa russo-autarchica. D’altronde le frequenti apparizioni di Vladimir I con Kirill I (entrambi nati a Leningrado), quest’ultimo Patriarca della Chiesta Ortodossa (e nel tempo libero amante degli orologi di lusso, tutti occidentali però), sta lì ad indicare a chi si farà riferimento per attuare la misura n. 1 del piano propagandistico.

Un altro punto qualificante del piano è l’isolazionismo, visto che la misura n. 4 vieta il sostegno pubblico a tutte le iniziative che prendono in considerazione l’esperienza dei paesi esteri (fra cui, di sicuro, la democrazia…). Va detto però che questa misura è sfuggita ai funzionari dell’Autorità sulle Tlc della Federazione russa, Rospotrebnadzor, visto che il quotidiano Kommersant, con un articolo del 25 luglio (quindi successivo all’entrata in vigore dell’Ordinanza con il piano), annuncia che questo ente “sta preparando proposte per regolamentare l’Intelligenza Artificiale, e prevede di tenere conto delle norme della legislazione dell’Ue adottata in primavera”. Insomma, i poveri addetti dell’ufficio legislativo di Rospotrebnadzor dovrebbero riscrivere un nuovo regolamento, trovando magari ispirazione osservando il santino di Putin, oppure (più facile) far finta di nulla.

Ma andando avanti nell’elenco ci si accorge che si torna indietro nella storia, considerato che la misura n. 7 prevede di introdurre norme che consentono di “rifiutare di rilasciare un certificato di distribuzione se il film contiene materiali che promuovono e o giustificano un’ideologia distruttiva”. Non è però dato sapere cosa il governo russo intenda per “ideologia distruttiva”, visto che, in effetti, i russi stanno distruggendo in Ucraina parecchie cose.

Proseguendo, saltano agli occhi le seguenti amabili iniziative:

a) creare presso tutti i ministeri, e gli enti locali, comitati per la protezione dei valori spirituali e morali tradizionali russi, della cultura e della memoria storica (misura n. 20), con il compito di monitorare la conformità di eventi, programmi e progetti con le finalità del piano (misura n. 21);

b) contrastare i tentativi di sminuire l’importanza della cultura russa, screditare il mondo russo, le sue tradizioni e ideali;

c) organizzare eventi con la partecipazione di istituzioni della società civile, comunità scientifiche e culturali, volti a sostenere la conduzione di un’operazione militare speciale, come quella in Ucraina (misura n. 24, in realtà già attuata dopo l’inizio del conflitto, che conferma le finalità “militari” della propaganda);

d) realizzare progetti volti all’educazione militare-patriottica delle generazioni più giovani (misura n. 29, insomma come i ragazzini-pionieri dell’epoca sovietica, aggiungendoci il fanatismo e la violenza della gioventù hitleriana);

e) pubblicare letteratura (almeno 5 titoli) su argomenti storico-militari e storico-sociali, promuovendola nella rete bibliotecaria e nelle istituzioni educative (misura n. 33).

Insomma, come si vede il buon Putin non si è perso nessun suggerimento che la storia mondiale delle dittature e la guida scritta da Orwell per il Grande Fratello hanno offerto, ma, bisogna dirlo, lui ci ha messo del suo, come provano le seguenti inedite (o quasi) misure:

1) sostenere le associazioni di connazionali che vivono all’estero al fine di promuovere i valori spirituali e morali tradizionali russi (misura n. 27, per cui bisognerà abituarsi a festival di russi in Italia che sbandiereranno il loro tricolore, e canteranno in russo, ovviamente tra un sorso e l’altro di vodka);

2) sviluppare una rete di parchi storici “Russia – La mia storia” (misura n. 34);

3) realizzare una serie di eventi dedicati alla celebrazione della Giornata della Famiglia, dell’Amore e della Fedeltà (misura n. 39, ma bisognerà vedere chi parteciperà a quelle relative a quest’ultima finalità), e alla sensibilizzazione nelle scuole per la prevenzione del divorzio, in collaborazione con la Chiesa ortodossa russa (misura n. 41);

4) organizzare il concorso (tutto russo) “Famiglia dell’anno” (misura n. 42);

5) condurre un forum di famiglie numerose “Russia con molti bambini” (misura n. 43),

6) condurre le Olimpiadi panrusse per gli scolari sui fondamenti della cultura ortodossa (misura n. 70, comprensibile vista l’esclusione della Russia dai giochi olimpici finché Putin sarà in vita);

7) organizzare il forum “Religione e pace” insieme alla Chiesa ortodossa russa (misura n. 73, probabilmente la più ipocrita di tutte le iniziative, visto che lo stesso Kirill ha benedetto l’Operazione militare speciale);

8) realizzare misure per identificare, studiare e preservare i siti del patrimonio archeologico (misura n. 112, evidentemente finalizzata ad inventarsi un passato che non esiste);

9) organizzare eventi per celebrare la Giornata della lingua russa in Russia e all’estero (misura n. 120, che suggerisce di allenarsi con l’alfabeto cirillico).

Ma il meglio di sé Putin lo ha dato con le 2 seguenti misure:

a) determinare i criteri per l’uso eccessivo del vocabolario straniero (misura n. 126);

b) avviare misure per contrastare l’uso eccessivo del vocabolario straniero nello spazio pubblico, nelle opere letterarie e artistiche, nei media, nelle attività educative (misura n. 127).

In pratica potrebbe essere vietato ai russi di dire o scrivere “OK”, oppure “Bravo” nei concerti.

Le misure sopra richiamate si commentano da sole, ma resta un quesito misterioso per chi, come chi scrive, ha conosciuto e frequentato questo paese per 25 anni: come la Russia ha potuto sprofondare a questi livelli in così poco tempo?

 

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