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Per sapere la percentuale che effettivamente spetta per i crediti di imposta Zes, per le imprese che hanno effettuato investimenti tra il 1° e il 15 novembre 2024 per acquistare beni strumentali per le strutture produttive che si trovano nelle zone economiche speciali doveva essere comunicata con un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

Per accedere al bonus era necessario compilare e inviare il modello definito dall’Agenzia delle Entrate con il provvedimento dello scorso 11 giugno, ma l’ammontare massimo effettivamente fruibile da ogni beneficiario era pari al credito di imposta richiesto nell’ultima comunicazione presentata validamente.

Con il provvedimento del 22 luglio 2024 il direttore dell’Agenzia delle Entrate, in base a quanto disposto dal bonus stesso introdotto dal decreto 124 del 2023, ha reso noto la percentuale di credito di imposta effettivamente fruibile, pari al 17,6668% di quanto richiesto.

Credito di imposta Zes, quanto spetta?

Il contributo atteso dalle aziende che hanno effettuato investimenti sarebbe potuto arrivare fino al 60%, il provvedimento dell’Agenzia che comunica la reale percentuale fruibile, come è intuibile, lascia di stucco, anche se si poteva prevedere.

Per chi si attendeva un contributo pari al 60% di quanto richiesto, infatti, vedersi riconoscere solo il 17,66% arriva sicuramente come una doccia fredda. La percentuale ottenuta e comunicata dall’Agenzia delle Entrate è pari al limite di spesa totale diviso per l’ammontare dei bonus contenuti nelle richieste presentate.

Entro il 12 luglio 2024, però, sono pervenute domande per un ammontare di 9.452.741.120 euro di bonus, e considerando che le risorse messe a disposizione sono di 1.670 milioni di euro, il credito di imposta spettante a ognuno dei beneficiari è del 17,66% di quanto richiesto, una percentuale irrisoria che conferma quanto sospettato fin dall’inizio: le risorse stanziate non erano sufficienti.

Il bonus riguarda le aziende che hanno effettuato investimenti per l’acquisto di beni strumentali destinati alle strutture di produzione che si trovano al Sud, nella Zes, ovvero una zona economica speciale che comprende tutto il sud Italia.

Le polemiche dopo il provvedimento

Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 22 luglio, ovviamente, scatena moltissime polemiche, non solo dalle opposizioni. Sono soprattutto le imprese e gli addetti ai lavori a criticare le decisioni prese negli scorsi mesi al riguardo. La volontà del Governo di rilanciare il Mezzogiorno, infatti, sembrava solida e invece l’insufficiente copertura ha lasciato l’amaro in bocca a molti.

Il presidente dell’Unione nazionale giovani commercialisti, Francesco Cataldi, sottolinea la mancata pianificazione del provvedimento mentre il ministro Fitto ha chiesto una verifica all’Agenzia delle Entrate sugli investimenti previsti (quelli che le imprese hanno prenotato per investimenti non ancora realizzati il cui ammontare sarà noto solo nel 2025).

 

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