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Solo a notte fonda, il Consiglio provinciale di Trento è riuscito ad approvare l’assestamento di bilancio 2024 da oltre un miliardo di euro che vede investimenti soprattutto sulle opere pubbliche e provvedimenti su misura per interessi particolari, specie in campo immobiliare, dopo una lunga contrapposizione tra la maggioranza di centro destra e le opposizioni di centro sinistra, con la prima decisa a concedere poco o nulla alle richieste dell’opposizione.

Solo dinanzi alla presentazione di 18.000 emendamenti a scopo ostruzionistico che avrebbero inchiodato per giorni nella discussione dell’assestamento di bilancio maggioranza e opposizione sui banchi dell’aula dell’Autonomia speciale facendo slittare le agognate vacanze di molti rappresentanti popolari, si è aperta la trattativa, che a tarda notte ha portato ad una piccola apertura alle richieste delle opposizioni, riuscendo a cancellare se non a ridimensionare le proposte più vergognose dalla maggioranza della giunta guidata dal leghista Maurizio Fugatti tese esclusivamente a difendere interessi particolari a dispetto di quelle della collettività.

Dopo un approccio muscolare della maggioranza che ha bocciato tutti gli ordini del giorno delle minoranze – molti a sostegno di famiglie e di chi è più in difficoltà e altri che riponevano impegni già votati all’unanimità nella scorsa legislatura – le minoranze hanno testato la capacità di resistenza della maggioranza in Aula votando qualche centinaio di emendamenti ostruzionistici per far arrivare forte e chiaro il segnale che la minoranza era determinata ad andare fino in fondo. Solo così si è aperta la trattativa, durata oltre 20 ore terminata solo a notte fonda.

Il primo risultato dell’accorso sull’assestamento di bilancio è stato lo stralcio dell’articolo 10 che prevedeva di fatto la possibilità di aumentare le indennità della Giunta provinciale, quelle dei vertici della Camera di Commercio, oltre alla riduzione da 5 a 2 anni del tempo di decantazione per il quale un ex consigliere non può percepire indennità se nominato in enti o società a partecipazione provinciale. Su quest’articolo la maggioranza, a notte ormai inoltrata, ha tentato un colpo di mano finale, venendo meno all’accordo, cercando di mantenere la parte sulla modifica delle indennità di Giunta, ma ancora una volta compattezza e determinazione delle minoranze li ha portati a più miti consigli, facendo ritirare l’articolo nel suo complesso

Anche sull’articolo 43 l’opposizione ha ottenuto un buon risultato, arrivando a delimitare maggiormente la possibilità di deroga al consumo di suolo a scopi edificatori a destinazione turistica nelle aree agricole non di pregio solo per aree in contiguità con quelle urbanizzate riportando la norma sugli alberghi dismessi alle finalità per cui era nata: ora è possibile, dopo un anno, destinarli con variante semplificata solo a residenze ordinarie per il soddisfacimento delle esigenze abitative di famiglie e lavoratori, cosa particolarmente rilevante specie nelle realtà turistiche maggiormente frequentate, dove il costo di acquisto o di locazione di un’abitazione è decisamente caro, spesso insostenibile rispetto alle capacità reddituali degli interessati.

Le opposizioni hanno ottenuto il miglioramento del sostegno alle famiglie nella manovra di bilancio 2025 con la revisione dell’addizionale regionale sull’IRPEF che sarà modificata al fine di introdurre maggior gradualità, tenendo anche conto dei figli a carico. Per la cooperazione internazionale c’è stato l’incremento delle risorse per 500.000 euro sul 2025 e il 2026. Per la salute e per il sociale sono stati stanziati 200.000 euro per il 2024 e 500.000 per il 2025 per il recupero straordinario liste d’attesa, problema molto grave anche in Trentino. Nella dotazione organica di APSS verrà considerata l’assunzione di psicologi dedicati al sostegno dei malati oncologici.

Sull’abitare sociale per persone con disabilità sono stati stanziati 250.000 euro. Sul diritto alla casa è stato aumentato di 1 milione il contributo integrativo al canone di affitto sul libero mercato e si tiene contro dei canoni di locazione della prima casa nella determinazione dell’assegno unico provinciale, per aiutare le famiglie in maggiore difficoltà economica.

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