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Con un messaggio pubblicato sul proprio sito web, l’INPS ha fornito tutte le indicazioni necessarie – per i datori di lavoro – per ottenere l’integrazione salariale in caso di sospensione o riduzione delle attività a causa del troppo caldo.

L’ondata di calore in atto ormai da diversi giorni sta provocando non pochi disagi. Tra gli altri, questi disagi riguardano in particolar modo alcune categorie di lavoratori. Stiamo parlando di quei lavoratori che prestano la propria attività in luoghi estremamente caldi e senza possibilità di refrigerio.

Proprio per questi lavoratori, lo Stato prevede apposite misure. Esiste, infatti, la possibilità di sospendere o ridurre l’attività lavorativa a causa del caldo eccessivo ed ottenere un’integrazione salariale dall’INPS. Proprio l’INPS (che di recente ha fornito indicazioni a proposito del riscatto dei contributi per andare in pensione in anticipo), con un messaggio pubblicato nelle scorse ore, ha fornito le indicazioni per l’ottenimento dell’integrazione salariale. Tali indicazioni riguardano i datori di lavoro, che devono presentare un’apposita istanza in merito quando la sospensione o la riduzione delle attività lavorative è disposta con ordinanza della pubblica autorità.

Lavoro, come si ottiene l’integrazione salariale in caso di stop per il troppo caldo

Integrazione salariale in caso di stop al lavoro per il troppo caldo: come funziona

L’INPS, si legge, riconosce le prestazioni di integrazione salariale per i periodi e le fasce orarie di sospensione o di riduzione delle attività indicate nelle ordinanze. Esiste, in realtà, anche la possibilità di richiedere integrazioni salariali senza l’ordinanza della pubblica autorità, ma tramite una specifica causale da indicare nell’istanza. Si ricorda, però, che in questo caso la prestazione di integrazione salariale può essere riconosciuta solo se le temperature risultano superiori a 35 gradi centigradi.

In realtà, la domanda potrebbe essere accettata anche in caso di temperature inferiori. Questo è possibile se viene presa in considerazione la valutazione della temperatura percepita, più alta di quella reale. Ciò accade, ad esempio, se l’attività viene svolta in luoghi non proteggibili dal sole o con l’utilizzo di materiali o macchinari che producono calore. Tra le cose che vengono prese in considerazione c’è anche il tasso di umidità, che concorre a determinare una temperatura percepita superiore.

L’istanza per ottenere l’integrazione salariale va presentata entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello in cui l’evento si è verificato. In merito, l’INPS fa sapere che per l’ottenimento della prestazione non è richiesta l’anzianità di effettivo lavoro di 30 giorni del lavoratore presso la stessa unità produttiva. I datori di lavoro, inoltre, non sono tenuti al pagamento del contributo addizionale nelle misure previste per la CIGO e per l’assegno di integrazione salariale. Ci sono, infine, anche delle indicazioni da seguire per quanto riguarda l’informativa sindacale, specificate nel messaggio pubblicato dall’INPS.

 

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