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acquaroli-castelli-lucarelli

Si è tenuto questa mattina a Camerino il Comitato istituzionale delle Marche sullo stato di avanzamento della ricostruzione nell’Appennino centrale marchigiano. L’incontro, che ha visto la partecipazione del presidente della Regione Francesco Acquaroli, del commissario sisma 2016 Guido Castelli e di 85 sindaci in rappresentanza dei Comuni del cratere, si è svolto alla sede dell’Accademia della Musica Franco Corelli e ha rappresentato l’occasione per fare il punto sull’andamento della ricostruzione nella regione e condividere la programmazione futura.

Acquaroli ha spiegato che «insieme possiamo costruire un futuro competitivo per questi territori, occorre proseguire in sinergia e cogliere le opportunità che la ricostruzione offre per invertire la rotta e innescare meccanismi di sviluppo e di rilancio per questo meraviglioso entroterra, senza il quale non possiamo prescindere per rilanciare l’intera nostra regione. Sono lieto di vedere questo netto cambio di rotta, per il quale ringrazio tutti i soggetti coinvolti, dal commissario all’Ufficio speciale per la ricostruzione, a tutti gli enti locali e i sindaci, il gioco di squadra è fondamentale e imprescindibile e questo è il momento di mettere a terra quei progetti che portino competitività e attrattività a lungo termine, per offrire ai cittadini e ai giovani opportunità per rimanere e ai visitatori italiani e stranieri quell’esperienza che solo in questi territori possono trovare, fatta di tante eccellenze che ci rendono unici. Procediamo su questa strada».

comitato-marche-sisma

Un momento dell’incontro di stamattina

«Quella odierna è stata un’importante occasione di confronto insieme al presidente Acquaroli e con i nostri primi cittadini – ha dichiarato Castelli – che sono le sentinelle della ricostruzione. Con gli amministratori locali intrattengono un rapporto di costante collaborazione, fondamentale per avere il polso sull’andamento dei lavori nel vasto territorio di cui sono stato chiamato ad occuparmi. Molto è stato fatto, ma siamo consapevoli che molto ancora resta ancora da fare. Certamente, ci danno fiducia e ci spronano i segnali del cambio di passo registrati dal rapporto aggiornato a maggio 2024, che si stanno manifestando in modo chiaro nella nostra regione sia sul fronte della ricostruzione pubblica che di quella privata. Segnali che ci inducono ad avere ulteriore speranza in quel percorso di rinascita delle nostre comunità che è frutto della totale e assoluta sinergia tra la Struttura commissariale e la Regione Marche. Non sarebbe infatti stato possibile centrare gli obiettivi che ci eravamo prefissi senza la grande sintonia di visione con Acquaroli e il clima di squadra che si è creato con i Comuni. Un’unità di intenti che nasce da un fine comune, quello più importante: consentire alle persone di rientrare nelle loro case al più presto».

In base ai dati contenuti nel rapporto sulla ricostruzione aggiornato a maggio 2024 e illustrati nel corso dei lavori, nel corso degli ultimi 12 mesi sono stati compiuti significativi progressi in quella che è la regione maggiormente colpita dal sisma del 2016-2017. I nuclei che ricorrono all’assistenza abitativa nella nostra regione, nell’arco dell’ultimo anno, sono diminuiti di circa mille unità (da 8.702 a 7.713). I dati relativi alla ricostruzione privata evidenziano come i quasi 12mila cantieri avviati rappresentino il 60% del totale del cratere, mentre quelli conclusi ammontano 6.661 (dunque, più della metà). Nel corso degli ultimi 12 mesi le risorse veicolate da Cassa depositi e prestiti alle imprese impegnate nella ricostruzione privata ammontano a 1,42 miliardi di euro, di cui oltre un miliardo liquidato nelle sole Marche che, dunque, con il 70% del totale, comprovano una sensibile accelerazione dei lavori e dei cantieri. Segnali importanti giungono anche dalla ricostruzione pubblica dove, a fronte dei 3.509 interventi totali previsti nel cratere, oltre la metà (1.846) ricadono nel territorio marchigiano, per un valore di 2,23 miliardi di euro. Il 94% delle opere nella regione è stato avviato e quelle in fase di progettazione rappresentano il 41%, mentre quelle approvate sono il 24%. Inoltre, le Marche sono la regione del sisma con la più alta percentuale (il 14%) di opere pubbliche finanziate che hanno visto la conclusione dei lavori. L’abbrivio fatto segnalare dalla ricostruzione pubblica è stato reso possibile anche grazie all’ordinanza speciale 137, relativa al Programma straordinario di rigenerazione urbana connessa al sisma e del nuovo Piano di ricostruzione di altre opere pubbliche per la Regione Marche. Sono infatti ben 742 le opere programmate nel cratere marchigiano che l’ordinanza finanzia per complessivi 647 milioni di euro, di cui il 67% sono già in fase di progettazione mentre il 28% dei progetti è stato definitivamente approvato.

incontro-comitato-sismaNel corso dell’ultimo anno sono stati inoltre compiuti importanti passi avanti nei Comuni più colpiti e in particolare nei centri storici che hanno rappresentato la vera sfida del cambio di passo della ricostruzione. Tra gli esempi significativi la recente approvazione del progetto, complesso e innovativo, per la ricostruzione del centro storico di Arquata del Tronto, il comune marchigiano che ha pagato il tributo più alto alla sequenza sismica del 2016-2017. La messa in sicurezza del colle di Arquata prevede la costruzione di due pozzi sotterranei in cemento armato da cui partiranno 328 tiranti, 12.970 metri lineari in totale, per rinforzare sismicamente tutta la collina del centro storico di Arquata del Tronto.

Nel Comune di Camerino, invece, che presenta una tra le situazioni più critiche per quantità e intensità del danno, per il recupero del centro storico è stato elaborato, attraverso l’ordinanza speciale n.55 del 2023, il Programma generale di cantierizzazione di area rossa più vasta del sisma 2016, a cui è stato associata l’istituzione di un Ufficio di cantierizzazione con il compito di coordinare, supervisionare ed ottimizzare la complessa attività logistica dei lavori.

Una particolare attenzione è stata dedicata ai Comuni di Castelsantangelo, Ussita e Visso, dove il rischio idrogeologico associato al fiume Nera e ai suoi torrenti impatta in modo particolare. L’ordinanza speciale n. 23/2021 che programma 42,8 milioni di euro di interventi per la mitigazione dei rischi idraulici e franosi ha dovuto affrontare criticità legate, tra l’altro, alla presentazione dei progetti di ricostruzione privata che insistevano nelle aree soggette proprio a mitigazione. Per ovviare alla situazione e consentire lo sblocco, l’ordinanza speciale è stata integrata con una nuova previsione dalla finalità risolutiva: le domande di contributo per gli interventi di ricostruzione privata in queste aree possono essere presentate e processate dall’Ufficio speciale ricostruzione anche prima dell’approvazione definitiva dei progetti di mitigazione del rischio idrogeologico, che saranno comunque approvati in sequenza a partire da luglio 2024. In questo modo sia l’Ufficio speciale ricostruzione che i Comuni in questione possono iniziare a gestire le richieste.



 

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