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I tassi stanno finalmente e lentamente scendendo, anche il mercato dei prestiti sembra dare segnali di risveglio. Vediamo come si sta muovendo il mercato, che ha dato segnali confortanti nel mese di Giugno…

Nel corso dei primi sei mesi del 2024 le richieste dei prestiti da parte delle famiglie registrano una leggera contrazione: -1,9% rispetto allo stesso periodo del 2023.

A metterlo in evidenza è la recente analisi del Barometro CRIF su dati Eurisc. Andando a guardare, però, il singolo mese – nello specifico quello di giugno – si scopre un cambio di tendenza (+3,5%), dopo che nei due mesi precedenti vi era stato un rallentamento.

Per quanto riguarda l’importo medio, invece, la dinamica è completamente opposta: vengono erogati 9.300 euro. La crescita è pari all’8,7% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Ma entriamo un po’ più nel dettaglio.

 

Prestiti: come si muovono nel primo semestre 2024

prestiti primo semestre 2024Nel corso dei primi sei mesi del 2024 i prestiti personali hanno registrato un buon +7,9%. Andamento positivo anche per il valore medio che ha registrato un aumento dell’1,1%, arrivando a sfiorare 12.007 euro. Il discorso cambia per i prestiti finalizzati, che registrano un -9,6%, ma con un importo medio in recupero rispetto agli ultimi due anni (+13,9% rispetto allo stesso periodo del 2023), e un valore complessivo di 6.748 euro.

Volendo analizzare nel dettaglio la distribuzione delle richieste per fascia di importo del finanziamento, si scopre che nel corso dei primi sei mesi del 2024 le preferenze degli italiani si sono concentrate nella classe inferiore ai 5.000 Euro, che arriva a spiegare il 48,8% del totale.

Approfondendo l’analisi per tipologia di finanziamento si mantiene lo stesso andamento, ben il 65,2% delle richieste di prestiti finalizzati presenta importi al di sotto dei 5.000 Euro; la stessa classe di importo risulta la preferita anche per i prestiti personali, con il 31,3% del totale.

 

La durata dei prestiti

Nella maggior parte dei casi, nel momento in cui le famiglie chiedono un prestito, adottano dei piani di rimborsi superiori a cinque anni: la quota di quanti prendono questa decisione è pari al 30% del totale.

Volendo analizzare, invece, le diverse forme tecniche, i prestiti finalizzati concentrano circa la metà delle richieste (47,5%) tra i 18 mesi e i 36 mesi, mentre i prestiti personali si sono indirizzati sempre di più verso piani di rimborso superiori ai 5 anni (50,5%).

Osservando, infine, la distribuzione delle istruttorie di credito in relazione all’età del richiedente, il Barometro CRIF evidenzia come nel corso del primo semestre 2024 sia stata la fascia compresa tra i 45 e i 54 anni a risultare maggioritaria, con una quota pari al 23,4% del totale, seguita da quella tra i 35 e i 44 anni (20,4%).

 

La politica monetaria della BCE: due visioni opposte

A pesare sull’erogazione dei prestiti è la politica monetaria della BCE, che continua a mantenere i tassi d’interesse a un livello molto alto. Ne è convinto Giovanna Ferrara, presidente di Unimpresa, che ha spiegato che la decisione della Banca Centrale europea:

“sta provocando una stretta creditizia senza precedenti, con conseguenze devastanti per l’economia reale. Le imprese, soprattutto le piccole e medie, stanno lottando per ottenere finanziamenti necessari per investimenti, espansioni e, in molti casi, per la semplice sopravvivenza.

La mancanza di accesso al credito sta soffocando l’innovazione, impedendo la crescita e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Le famiglie, d’altra parte, sono anch’esse vittime di questa politica restrittiva. Con i tassi di interesse così elevati, il costo dei mutui e dei prestiti al consumo è diventato insostenibile per molte persone.

Questo non solo riduce il potere d’acquisto delle famiglie, ma le costringe anche a ridurre drasticamente i loro consumi, creando un effetto domino negativo sull’intera economia. Il settore immobiliare, fondamentale per la salute economica di qualsiasi paese, sta subendo un rallentamento significativo, con conseguente calo dei prezzi delle case e una stagnazione delle transazioni immobiliari”.

Ferrara ritiene che:

“le ripercussioni di questa politica monetaria si fanno sentire in tutti i settori economici. La riduzione degli investimenti da parte delle imprese e la contrazione dei consumi delle famiglie stanno portando a una crescita economica anemica, se non addirittura a una recessione.

Questo scenario potrebbe essere evitato se la Bce adottasse una politica più accomodante, che tenga conto delle reali necessità del tessuto economico europeo”.

Di un’idea leggermente diversa è Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, il quale spiega che:

“con una politica monetaria europea che torna a essere espansiva si prospetta un quadro economico più stabile che avrà effetti positivi sul mercato del credito, dopo anni di profonda incertezza e cautela da parte delle famiglie – spiega. La congiuntura di stabilità ritrovata avrà, in primis, un effetto alone che spingerà a programmare nuovi progetti di spesa e di conseguenza a richiedere nuovi finanziamenti personali e finalizzati”.

 

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Pierpaolo Molinengo

Sabato 27 luglio 2024

 

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