Bologna, Dallinga: “Italiano mi aiuterà a fare bene” #finsubitoagevolazioni

Quindici milioni più tre di bonus: ecco il nuovo attaccante del Bologna, Thijs Dallinga, olandese come Zirkzee ed erede dell’attaccante passato al Manchester United. Assomiglia all’attore Matt Damon, sta cercando l’ambientamento anche martellato dalle dritte di Vincenzo Italiano, adrenalinico tecnico del Bologna che chiede, pretende, esige al più presto. “Abbiamo chiuso velocemente con lui nel momento in cui Joshua è partito: l’abbiamo seguito per molto tempo, il nostro apprezzamento e la sua volontà di potersi mettere alla prova nel campionato italiano lo hanno portato qui” dice l’a.d. Claudio Fenucci. E lui, Thijs: “La Serie A è un campionato con grande storia, è una grande opportunità giocare in questo torneo, a Bologna e in Champions League. Cosa mi ha chiesto l’allenatore – continua Dallinga -? I gol. Di essere attivo in possesso e di pressare nel momento in cui partono gli altri. Com’è Italiano? Un bel martello, ma così è importante perché con ottime pressioni si ottengono ottimi risultati e questo serve anche per la Champions League”.

idoli suarez e ibra

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Zirkzee lo ha salutato sui social (“Goditi quella bella città e la sua gente”). “Con lui non ho parlato prima di venire qui, è una decisione che ho preso io – fa Dallinga -: sono consapevole dei grandi difensori italiani. Credo che la squadra mi supporterà per fare bene, ho fatto tanti gol in altri campionati ma credo di poterci riuscire anche qui. Ovazioni già per me dai tifosi? Per me è importante giocare per un club in cui i supporter danno una grande mano e tifo. La maglia numero 24? Non c’è un motivo specifico, non ho preso il 9 perché era già stato assegnato a Castro. Le mie caratteristiche? Cerco di essere al massimo in area, pericoloso ma mantenendo poi una connessione. Luis Suarez e Zlatan Ibrahimovic sono stati i miei grandi idoli, Luis ha giocato nel mio primo club di formazione, Groningen, ed era un punto di riferimento ogni giorno, ogni allenamento”.

hummels, no ultimatum

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Poi, ecco l’ad Claudio Fenucci sul mercato. “Per adesso il club si è occupato dei ruoli in cui le partenze hanno lasciato zone scoperte. Calafiori e Zirkzee saranno le ultime nostre grosse uscite. Sono arrivati giocatori entusiasti, Dallinga è uno di questi. La partenza di Calafiori, ormai imminente all’Arsenal, ci obbliga a cercare un centrale. Hummels? Aspettiamo la risposta, gli abbiamo spiegato il progetto, ci dirà se vuole sposarlo e spero che lo faccia in maniera convinta. Se non sarà lui sarà un altro centrale di valore, ed è importante che arrivi con lo spirito giusto. Perché Hummels ci sta pensando così tanto? Si è preso qualche giorno, non ci trovo nulla di strano: gli abbiamo spiegato che anche tanti giocatori hanno vissuto una grande esperienza nella fase finale della propria carriera (Baggio, Di Vaio e Signori, ndr). Se c’è una dead-line? Non c’è, ma è chiaro che se non sceglierà noi potremmo andare su un profilo più di prospettiva (Bijol, ndr). Poi vedremo se servirà qualcos’altro, perché giocando tante gare servirà un organico adeguato sempre stando attenti alla Lista Uefa, ferme restando le scelte che farà Italiano e cercando di far innamorare anche di più la piazza. Anche la campagna abbonamenti ha dato delle ottime risposte: arriveremo a ventimila, quindi ben più delle tessere della scorsa stagione”.

un trofeo

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Claudio Fenucci affronta anche altri temi, dalla Lega ai sogni. “L’assemblea di Lega? C’è un tema di competitività del calcio italiano, prima di tutto degli impianti da rinnovare e poi con le istituzioni. La Lega richiede maggior peso in Federazione e credo che la cosa sia auspicabile. Il Dall’Ara? Stiamo perseguendo con tenacia l’idea del restyling mantenendo ovviamente la base storica: per la Champions abbiamo rifatto impianto di illuminazione, sala stampa, posti variabili e insomma tutto quel che serve per fare una bella figura visto che siamo moderatamente ambiziosi. Il mio sogno? Non lo dico perché ogni volta dico Coppa Italia e andiamo fuori. Vedremo una gara dopo l’altra anche se nel febbraio scorso, capendo come lavorava la squadra, cominciai a capire che il bersaglio grosso sarebbe stato prendibile. Quel piccolo sogno, visto che Italiano ha fatto delle finali perdendole, ovvero portare un trofeo a Bologna sarebbe bellissimo”.