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Note stampa sono arrivate in redazione nelle ultime ore sugli strascichi del Consiglio comunale del 19 luglio scorso del quale abbiamo già parlato in questi articoli:
Tari, ecco come e perchè aumenta per i Trapanesi [AUDIO], dove vi abbiamo proposto l’intervista all’assessore al Bilancio e finanze del Comune di Trapani Alberto Mazzeo, e
Tari, i motivi dell’opposizione imbavagliata ad appena 20′ di dibattito [AUDIO] con l’intervista al consigliere comunale di FdI Nicola Lamia insieme con il primo comunicato stampa dei consiglieri d’opposizione di Fratelli d’Italia Miceli, Lamia e Gianformaggio.

Ieri è giunta la replica del sindaco Tranchida e degli assessori Barbara e Mazzeo. “Lo scorso 19 luglio – scrivono in una nota diffusa alla stampa – il Consiglio comunale di Trapani ha approvato il PEF (Piano economico finanziario sui rifiuti), così come avallato dalla SRR TP Nord secondo le disposizioni ARERA e, conseguentemente, ha dovuto adeguare le tariffe TARI 2024, atteso che la norma nazionale (non modificata neanche dal Governo Meloni) impone la copertura dei costi del servizio attraverso le tariffe”.

Secondo Tranchida e i due assessori, “appare farneticante e destituita da qualsiasi fondamento la maldestra esternazione del consigliere Miceli che, nel recente comunicato stampa a cui si replica, inneggia in maniera populista all’aumento del costo del tributo Tari”.

Nel comunicato si ricorda  che “sebbene la proposta di delibera sia stata in commissione consiliare per ben cinque giorni, nessuna idea o suggerimento è pervenuta all’Amministrazione Comunale dai consiglieri di opposizione, viceversa costoro hanno preferito disertare i lavori d’aula al momento del voto. Potevano fare proposte sul contenimento dei costi tagliando servizi (ad es. scerbatura o spazzamento stradale, allungare la turnazione per ritiro RD domestica o commerciale, etc etc), invece hanno preferito darsela a gambe, salvo poi puntare l’indice e strumentalizzare”.

“I problemi dell’aumento del costo del servizio rifiuti – sottolineano Tranchida, Barbara e Mazzeo – nascono dai sovra costi legati al conferimento dell’RSU cioè indifferenziato, coperti parzialmente coperti dalla Regione Siciliana nella misura del 20%”.

“La verità è che – proseguono – il sistema della gestione e dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia è nel caos più totale. Il governo regionale si era impegnato, già nel 2023, a finanziare, con 45 milioni di euro da destinare ai Comuni, gli extra costi che, diversamente, sarebbero ricaduti su tutti i cittadini. Nell’anno 2024 quell’impegno della Regione addirittura è stato cancellato, nonostante l’impennata dei costi della Tari (10-50%) con termine di approvazione entro il 30 aprile (termine ultimo per l’approvazione dei Pef. Qualche giorno prima del 30 aprile, i termini obbligatori di
approvazione dei Pef venivano prorogati al 30 giugno. Per poi, in totale assenza di comunicazione da parte dell’Assessorato regionale, far giungere la notizia di un’ulteriore proroga dei termini di approvazione dei Pef al 20 luglio. Ebbene il 12 luglio, a scadenza con il Piano trasmesso alla Srr, la Regione ha emanato la notizia che avrebbe stanziato 50 milioni di euro (ma per il 2024), per coprire i maggiori costi sostenuti dai Comuni”.

Il decreto prevede, per il Comune di Trapani, un contributo di 170.000 euro che Tranchida e assessori definiscono “nulla a fronte di un aumento inverosimile dei costi, causati dalla inefficienza nella gestione dell’intero sistema da parte della Regione e dall’aumento del
costo del carburante, dell’energia elettrica, ma soprattutto della chiusura delle discariche nella Sicilia occidentale”

Secondo gli amministratori trapanesi, “il calcolo della Regione è errato, in quanto non tiene conto dell’ammontare dei contributi di quei Comuni virtuosi che hanno più differenziato, rispetto ad altri, come è Trapani”.  Tranchida, Barbara e Mazzeo definiscono “scellerato” l’atteggiamento del consigliere Miceli, “bocciato candidato Sindaco di questa città, il quale non proponendo alcuna soluzione o alternativa al problema, come è solito fare, spara nel mucchio, evocando oralmente contributi, compensazioni e prebende non curante della normativa vigente in tema di tributi e senza alcuna copertura finanziaria. Risulta, pertanto, priva di pregio l’esternazione del consigliere che, da un lato chiede (come per l’imposta di soggiorno da utilizzarsi a sgravio di eventuali acquisiti idrici da parte di hotel, B&B, etc), peraltro in maniera illegittima proceduralmente, agevolazioni per i cittadini e, dall’altro, non presenzia alla seduta consiliare, fuggendo ancora una volta a qualsivoglia confronto amministrativo oltre che politico”.

Il sindaco e gli assessori sottolineano anche “l’inciviltà diffusa di tanti cittadini,trapanesi e non, che comporta un esborso di oltre 2.000.000 euro per la sola bonifica delle discariche abusive. Questo nonostante le multe e le sanzioni della Polizia Municipale a quanti sono stati colti in fragranza dei reati ambientali”. Per contrastare più efficacemente il fenomeno, l’amministrazione comunale sta valutando, oltre all’impiego delle telecamere., quello di un drone. “La proposta – si legge sempre nella nota stampa – sarà oggetto di valutazione in sede di Comitato per l’ordine e sicurezza pubblica nei prossimi giorni”.

In conclusione, dal Comune rendono noti i dati comparativi, riferiti ad un’abitazione media di 100 metri quadrati con 4 occupanti, riguardanti le città capoluogo siciliane. “Trapani – ricordano Tranchida, Barbara e Mazzeo – si colloca tra le città più virtuose per raccolta differenziata dei rifiuti, evitando altre salate sanzioni in cui incapperanno le città sotto il 65% e, dunque, i cittadini di quelle comunità”.
– Agrigento 480 euro, differenziata al 71%
– Caltanissetta 288 euro, differenziata al 65%
– Catania 594 euro, differenziata al 33%
– Enna 314 euro, differenziata al 65%
– Messina 297 euro, differenziata al 57%
– Palermo 343 euro, differenziata al 15%
– Ragusa 421 euro, differenziata al 71%
– Siracusa 464 euro, differenziata al 50%
– Trapani 499 euro, differenziata al 66%.

Oggi arriva puntuale la contro replica sottoscritta dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia  composta da Maurizio Miceli, Nicola Lamia e Gaspare Gianformaggio. 

“Leggiamo basiti – scrivono – la nota stampa del sindaco Tranchida-Barbara. Questi non hanno fatto nulla negli ultimi anni per evitare l’aumento della TARI, hanno saputo soltanto aumentare tutto cercando di attribuire le colpe agli amministratori precedenti, alla Regione, al Governo nazionale, alla mafia dell’acqua, manca solo che chiamino in causa il sindaco di Misiliscemi e abbiamo completato il quadro, anzi no, lo chiamano in causa ripetutamente.
Ricordiamo quando chiedeva il voto nelle frazioni parlando di autodeterminazione dei popoli e ora dall’acqua al bilancio, a tutto il resto, i responsabili sono i fautori della secessione della città di Trapani. Noi siamo sempre stati dalla parte del No, con tanto di comitato costituito all’epoca del referendum.
Queste sue continue fluttuazioni tra una verità e un’altra, cercando di mistificare le condotte altrui per coprire i propri evidenti errori, hanno stancato i trapanesi, tant’è che è l’ultimo sindaco in classifica per gradimento secondo il Sole24Ore”.

“Non abbiamo la pretesa di essere sondaggisti – proseguono i consiglieri – ma, non ci voleva uno studio particolare per saperlo. Il Sindaco sconosce le norme, anzi, pur conoscendole continua ad alzare le imposte, compresa proprio la tassa di soggiorno, con cui potrebbe per legge ridurre l’aumento TARI.
Le nostre proposte, costantemente ribadite in Consiglio comunale e non solo, sono state sempre ignorate, pur ricevendo l’apprezzamento degli uffici e talvolta, addirittura, tacciate di essere strumento di istigazione a reato: la verità è che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”.

Secondo Miceli, Lamia e Gianformaggio, “Tranchida-Barbara non lavora per migliorare le condizioni dei trapanesi ma per mettergli le mani in tasca. Fratelli d’Italia era presente in Consiglio comunale, il consigliere Miceli invece, era a Palermo a partecipare alla fiaccolata in suffragio di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta”.

Una seduta che, secondo il gruppo di FdI, “non si doveva tenere perché non era stata correttamente convocata la seconda commissione consiliare, i cinque giorni non erano trascorsi, e poi la vergogna del contingentamento dei tempi a quindici e poi venti minuti per trattare un tema così delicato.
Tranchida-Barbara danno un ordine e i consiglieri di maggioranza eseguono, con continue violazioni del regolamento, con un clima consiliare sempre teso, dovuto al fatto che all’opposizione non è consentito di fare il proprio ruolo, d’altronde hanno perfino bocciato le dirette sulla pagina istituzionale Città di Trapani per evitare che sempre più cittadini possano vedere come si comportano, patendo solo le conseguenze delle loro scelte: tasse alte a parità di disservizi. Meno male che amministrare era una cosa seria.”

 

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