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ANCONA- Il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità del payback per i dispositivi medici ha messo in allarme le aziende del settore. Sulla questione è intervenuta anche l’associazione nazionale PMI Sanità, che, dall’inizio della vicenda, si è battuta contro il meccanismo che costringe le imprese a ripianare il 50% dello sforamento dei tetti di spesa delle aziende ospedaliere pubbliche regionali per gli acquisti dei dispositivi medici relativi al quadriennio 2015-2018. Nelle Marche le aziende associate a PMI Sanità sono 200. «Con le sentenze n°139 e 140 del 22 luglio – afferma Marco Micucci, delegato regionale PMI Sanità – la Consulta non ha rilevato profili di incostituzionalità ed irragionevolezza in merito alla legge sul payback dispositivi medici. Sorprendentemente la Consulta infatti, pur rilevando gravi criticità, ritiene giusto che i fornitori debbano sopperire alle carenze delle ASL in virtù di un principio solidaristico. A nostro avviso queste sentenze hanno un sapore più politico che tecnico costituzionale. Invero, ammettendo le criticità la Consulta sembra passare la palla alla grande assente, e cioè alla politica. È palese la necessità un intervento emendativo e riformatore a stretto giro, altrimenti tutto il settore e la filiera collegata saranno messe in crisi. Crisi che si riverbererà anche sulla disponibilità di dispositivi medici negli ospedali pubblici».

Micucci prosegue. «La stranezza è l’accanimento e l’aggressione brutale da parte dello stato contro le PMI e l’industria del settore medicale, mentre vengono ignorate voci di spesa molto più pesanti, come ad esempio i costi energetici e le esternalizzazioni dei servizi (solo per il lavaggio stoviglie delle mense, la regione spende 5 milioni di euro all’anno). Perché, questo enigmatico contributo solidaristico è preteso solo dal nostro settore? Per giunta, la sproporzione delle quote di ripiano pretese dalla regione infila le PMI, immediatamente nella crisi d’impresa. Ragion per cui, più che un contributo di solidarietà la richiesta esorbitante e retroattiva, e inoltre calcolata sul fatturato e non sull’utile, appare un vero e proprio esproprio». La delegazione marchigiana di PMI Sanità chiede “a gran voce al governo regionale di istituire un tavolo di concertazione con le aziende che salvaguardi sia la sanità marchigiana che i bilanci delle imprese. La Regione Marche ed il presidente Acquaroli, in virtù della vicinanza al governo centrale, devono farsi portavoce della crisi delle aziende marchigiane, portandolo sul tavolo del governo Meloni, come, per altro era già stato promesso e deliberato da tutto il consiglio regionale, con una risoluzione unanime e bipartisan».

 

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