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Firenze, 22 luglio 2024 – Il payback sui dispositivi medici “presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta irragionevole in riferimento all’art. 41 della Costituzione, quanto al periodo 2015-2018”. È quanto afferma la Corte Costituzionale che ha depositato due sentenze, la numero 139 e la numero 140, sul meccanismo.

La Consulta afferma che il payback “pone a carico delle imprese per tale arco temporale un contributo solidaristico, correlabile a ragioni di utilità sociale, al fine di assicurare la dotazione di dispositivi medici necessaria alla tutela della salute in una situazione economico-finanziaria di grave difficoltà”.

Per la Corte Costituzionale, inoltre, “il meccanismo non risulta neppure sproporzionato, alla luce della significativa riduzione al 48 per cento dell’importo originariamente posto a carico delle imprese, riduzione ora riconosciuta incondizionatamente a tutte le aziende in virtù della sentenza n.139” .

Inoltre, la Corte ha osservato che “la disposizione censurata non contrasta con la riserva di legge prevista dall’art. 23 Cost. per l’imposizione di prestazioni patrimoniali. Infine, la sentenza 140 ha precisato che la disposizione censurata non ha natura retroattiva, in quanto il comma 9-bis dell’art. 9-ter, introdotto nel 2022, si è limitato a rendere operativo l’obbligo di ripiano a carico delle imprese fornitrici, senza influire, in modo costituzionalmente insostenibile, sull’affidamento che le parti private riponevano nel mantenimento del prezzo di vendita dei dispositivi medici”.

Una boccata d’ossigeno dunque per le Regioni e in particolare per la Toscana. “Ora sono più forti le ragioni della Toscana”, affermano il presidente della regione Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini dopo i pronunciamenti della Consulta. 

“Dovremo valutare attentamente le sentenze, ma da un prima lettura la Corte costituzionale respinge le eccezioni di incostituzionalità mosse contro le disposizioni sul payback. Questo si traduce – proseguono – in un consolidamento delle poste che la Regione ha iscritto nel proprio bilancio degli anni passati riferite alle annualità 2015-2018. Per gli anni successivi, dal 2019 al 2024 – concludono – spetta al Governo dare operatività al payback sui dispositivi medici, tenendo conto anche di quanto emerge dalle pronunce odierne”.

 

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