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diMatteo Sorio

Quarta regione come numero di atleti. Dino Ponchio (Coni regionale): «Spedizione di qualità»

La testa d’ariete è Thomas Ceccon. Lui che vuole sfondare il muro del primo oro olimpico, dopo le gioie d’argento e bronzo a Tokyo nella 4×100, forte di un medagliere a doppia cifra tra Mondiali ed Europei. «Ceccon è il numero uno della spedizione veneta: si è preparato benissimo per Parigi, dosando impegni ed energie — dice Dino Ponchio, presidente regionale del Coni — Vediamo poi se l’atletica conferma gli splendidi Europei di Roma».
I veneti di nascita ai Giochi di Parigi saranno 33, giusto tre in meno rispetto a Tokyo 2020. È il quarto contributo regionale alla spedizione azzurra dopo Toscana (38 volti), Lazio (43, aiutata dai tanti gruppi sportivi militari) e Lombardia (70). Il gruppo più nutrito è quello dell’atletica, undici esponenti. Tra cui Giovanna Epis, maratoneta veneziana, che è la senatrice per età con i suoi 35 anni insieme a Elia Viviani. Parliamo di quel Viviani, veronese, che nel ciclismo su pista corteggia l’idea della terza medaglia in quattro Olimpiadi. «Sarà la mia ultima volta ai Giochi e voglio chiudere al meglio», così Viviani, che con Gloria Hooper — altra veronese, staffettista — e Marta Menegatti — rodigina, beach volley — forma il trio di veterani tra i veneti olimpici. «Le medaglie cui puntiamo nell’atletica potranno comunque essere targate Veneto se pensiamo agli atleti delle Fiamme Oro Padova», ricorda Ponchio. Lì l’elenco vanta star come Tamberi, Jacobs, Iapichino. Poi ecco Crippa, Kaddari, Stano, Folorunso. E ancora i veneti adottivi Faniel e Tecuceanu. Tutti appartenenti al gruppo sportivo padovano, 277 atleti in tutto.
 

La spedizione

Tornando ai «nativi», l’età media è 26 anni e il più giovane dei veneti in Francia — dove si comincia venerdì prossimo e si finisce l’11 agosto — è il diciassettenne Carlos D’Ambrosio da Valdagno, nel team del nuoto, compagno di vasche della stella Ceccon al Centro Federale di Verona. Compreso lui, i debuttanti di «casa nostra» all’Olimpiade sono tredici, cioè quasi il 40 per cento del gruppo. Vedi Ossama Meslek, simbolo dei veneti di seconda generazione, nato a Vicenza da genitori marocchini e detentore dallo scorso febbraio del record italiano indoor nei 1.500 metri. Oppure Raffaello Ivaldi, cresciuto in riva all’Adige e ambizioso di podio nella canoa a slalom. O ancora Luca Mozzato da Arzignano, secondo al Giro di Fiandre ’24, ciclista generoso che si sta preparando ai Giochi attraverso il Tour de France. Torniamo in vasca, però, dove oltre a Ceccon, ch’è il solo azzurro titolare di un record mondiale, il 51’’60 nei cento metri a dorso, il Veneto offre uomini forti da staffetta come il padovano Manuel Frigo, già argento a Tokyo 2020 nella 4×100 a stile libero. La squadra della vasca è completata da Paolo Conte Bonin, la trevigiana Margherita Panziera (200 dorso) ed Enrica Piccoli, unica veneta nel nuoto artistico. A proposito di unicità: se Giorgia Bertuzzi sarà la «portabandiera» regionale nella vela, la giovane Martina Favaretto, formatasi al Circolo Castelfranco Veneto, è l’ambasciatrice nella scherma, sponda fioretto. «C’è molto veneto nella pallavolo e io punto molto sul ritorno di Paola Egonu come trascinatrice della squadra femminile: penso che il ct Velasco l’abbia rimotivata e quando lei è al 100% la medaglia è certa», aggiunge Ponchio.




















































Atleti e storie

Oltre all’ex simbolo di Conegliano, la spedizione del volley conta sul padovano tri-scudettato Fabio Balaso, libero di 28 anni che sarà il più «anziano» nella Nazionale più giovane al torneo, quella di De Giorgi, e sul vicentino Mattia Bottolo. La storia più affascinante? Forse quella di Matteo Manassero da Verona, tornato a dire la sua nel golf dopo una lunghissima pausa, sugli altari da giovanissimo poi capace di ripartire da zero: «Un ragazzo prodigio. Negli sport di forza e precisione è normale avere qualche crisi. Ora Manassero è tornato più maturo e conscio di sé», riflette Ponchio. Tutto veneto, peraltro, il tandem del golf, visto che l’altro azzurro con Manassero sarà Guido Migliozzi, da Vicenza. Ripassiamo dal ciclismo, per dire che oltre a Viviani c’è un solo azzurro nella bmx ed è il veronese Pietro Bertagnoli, mentre fra pista e strada si vedranno l’esperto veneziano Francesco Lamon, oro nell’inseguimento a squadre a Tokyo 2020, e il citato Mozzato. Quanto al canottaggio italiano, lo completano Clara Guerra e Stefania Gobbi, insieme nel due di coppia, nonché Luca Chiumento (quattro di coppia). Veniamo all’ampio gruppo dell’atletica. Oltre a Hooper, la squadra delle staffette registra Rebecca Borga (4×400), Anna Polinari (idem, argento agli Europei di Roma) e Rebecca Sartori (4×100 a ostacoli). Qui il vento è favorevole e si punta al bersaglio grosso. Inoltre, nel salto con l’asta troviamo Elisa Molinarolo, nel salto triplo Ottavia Cestonaro, negli 800 metri Elena Bellò. Infine, tra i 1.500 e 5.000 metri, la mezzofondista Federica Del Buono, doppia figlia d’arte, uno dei molti talenti dell’Atletica Vicentina, che a Roma ha recentemente sfiorato il podio europeo. 

Le mire di Ceccon

A proposito di podio, bisogna tornare a Ceccon, l’uomo sotto i riflettori. Allevato dalla vicentina Leosport, il 23enne originario di Thiene vuole la definitiva consacrazione a livello internazionale. Il percorso d’avvicinamento è stato un po’ rallentato dalla frattura a un dito, ma dal Settecolli sono arrivati segnali positivi: «Parigi è il mio pensiero fisso», ripete Ceccon. È stato lui, da Tokyo, a prendere idealmente il testimone di Federica Pellegrini. La Divina, peraltro, sarà a Parigi — con la figlia Matilde e il marito, l’allenatore Matteo Giunta — come rappresentante Cio degli atleti. Il tutto a vent’anni esatti del debutto di Atene 2004, quando la ragazza di Spinea, sedicenne, inaugurava una carriera sontuosa. Come per l’Italnuoto, anche per il Veneto quella parigina sarà la prima Olimpiade, da quattro lustri a questa parte, senza le sue bracciate.

20 luglio 2024

 

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