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I libri di personaggi noti come Dom Serafini e di altri colleghi come G. Palmerini, fanno sempre notizia, con il lodevole attaccamento alle nostre radici abruzzesi, che il primo testimonia con i suoi articoli settimanali, su di un quotidiano nazionale, raccolti ora in una nuova opera, giunta al quarto volume della serie.

La bella copertina raffigura un vecchio piroscafo, che trasportava i nostri emigranti nel” Nuovo Mondo”, partendo dal porto di Napoli, con destinazione gli approdi del Sud e Nord America. Di converso l’ultima riporta l’evoluzione di questo complesso processo migratorio, stratificato in almeno due secoli di storia, ricca di sacrifici, drammi, ma anche animata dalla speranza di una vita migliore per milioni di migranti dall’ allora Abruzzi e Molise, sradicati dai propri borghi, come la Fontamara dello scrittore Ignazio Silone: “Un villaggio insomma come tanti, ma per chi vi nasce e cresce, il cosmo.

L’intera storia universale vi si svolge: nascite, morti, amori, odi, invidie, lotte e disperazione”. “Ci sono due movimenti per quanto riguarda gli abruzzesi all’estero: la perdita dell’identità regionale tra i figli degli oriundi emigrati e l’aumento degli expats. Il termine emigrato oggi è obsoleto, molti giovani italiani si considerano invece expats, “espatriati”, in qualità di professionisti o artisti, mentre con emigrante definiscono il lavoratore non qualificato”. Nella sua prefazione l’autore ha citato il viaggio effettuato dal sindaco di Pretoro(CH), Diego Giangiulli, che “si è recato in Canada, per presentare il progetto “La Valigia di Cartone”…”Nel raccogliere materiale utile a descrivere il fenomeno migratorio, che ha investito Pretoro, nel secolo scorso”…”Sfortunatamente il progetto ha avuto poco riscontro, sia in Abruzzo, che in Canada ed il problema è che gli anziani hanno poco interesse vero il fenomeno migratorio ed i giovani non si identificano più con l’emigrato, ma piuttosto con l’espatriato(expat)”. A sua volta nel suo lucido contributo, Antonio Bini, Direttore Editoriale della rivista “Abruzzo nel Mondo”, lodando “l’opera di ricerca svolta da anni da Dom Serafini….ne sottolinea più gli aspetti critici di un fenomeno complesso e multiforme, con le considerazioni condivisibili, che “l’emigrazione italiana costituisce un fattore di globalizzazione e di internazionalizzazione dell’economia”… riprendendo le considerazioni dell’autore: “coloro che scelgono di vivere in Abruzzo si dovrebbero considerare più abruzzesi dei nativi”. Nell’altro commento, dal titolo: “Chi arriva e chi parte” Generoso D’Agnese (collaboratore de L’ Osservatore Romano), ha fornito i dati statistici del fenomeno migratorio attuale: “La nostra penisola è infatti sicuramente diventata terra di immigrazione, ma è anche un paese da cui ancora si parte. Soprattutto per cercare quelle opportunità di lavoro professionale, che sembrano sempre più un miraggio nei nostri confini…

Lo ribadisce la Fondazione Migrantes, organismo pastorale della CEI, nel suo Rapporto Italiani nel Mondo (RIM). Un approccio analitico, che anche un’altra giornalista, Silvia Mosca, ha espresso su questo tema scottante, con il titolo: “Radici anziché gambe. E l’ingegno piange”. ricordando come: “La storia dell’emigrazione, che è antica quanto l’umanità, è costellata di partenze vissute come lacerazione e perdita, anche da parte di chi viene lasciato alle spalle…I protagonisti della nuova emigrazione italiana e abruzzese sono infatti gli expat, gli espatriati, persone che non si accontentano e vanno oltre un sistema, che non tiene il passo della loro formazione, emancipazione, titoli di studio e aspirazioni”.

Su questo, al di là del più, si dovrebbe parlare forse del quanto, gli abruzzesi di nascita, più legati allo “IUS CULTURAE”, che “JUS SOLI”, come altresì per i generali flussi migratori, sempre più imponenti, specie dal nostro stesso bacino del Mediterraneo e lungo la cd. “rotta balcanica”. Tanti ritratti quelli riportati da Dom Serafini, dalla sua rubrica domenicale, con personaggi noti e meno di abruzzesi nel mondo, scritti tra New York City e la sua città natale di Giulianova (TE), tra l’attualità ed il filo dei ricordi passati, con il piglio asciutto e diretto, di un manager del settore dell’informazione televisiva internazionale, con la direzione di VideoAge e Video-Age Daily. Tra queste schede tante suscitano interesse e curiosità, specie tra gli specialisti e gli appassionati della tematica migratoria: Dalla prima sullo straordinario imprenditore Angelucci, da Castelfrentano (CH), fino a Johannesburg:”Carmine e Concetta in un Sud Africa ad alta tensione, fino a “La vita spensierata di Walter Zaccaria a Cuba”. Queste figure storiche, accanto a giovani talenti e professionisti abruzzesi, sparsi in ogni angolo del pianeta, che hanno però un sottile ” filo rosso”, che li lega, tra generazioni differenti, ma con progetti comuni. È questa l’esperienza del Conte Franco Santellocco Gargano, già Vice Presidente del Cram e grande animatore della presenza italiana in Algeria. “Una vita dedicata agli abruzesi all’estero”, sempre con lungimiranza, come testimonia oggi, lo sviluppo delle relazioni politiche, ma ancor più economiche ed imprenditoriali tra i due Paesi. Come dire, con parole forbite, quello che antichi proverbi abruzzesi riassumevano cosi: “ADDO’ SE FA LE’ LENE C-I ARRE’STE SEMPRE LE SCHIA’PPE” – Dove si spacca la legna, restano sempre le schegge. “CHI SUM’END ‘ENNEN GUSTÒDE TRÌBBUL E NNEN GÒDE” CHI SEMINA E NON SA MANTENERE LAVORA, MA NON GODE.

 

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