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L’AQUILA. Ad agosto scatta il primo pagamento del bonus Maroni per i dipendenti del settore pubblico e privato che rinunciano a Quota 103. Si tratta dei lavoratori che, pur avendo i requisiti per andare in pensione anticipata, decidono di continuare a lavorare. L’incentivo consiste in un esonero contributivo del 9,19% che produce un aumento dello stipendio netto. L’Inps ha precisato che l’agevolazione non viene considerata come un incentivo all’assunzione e non è subordinata al possesso del Durc da parte del datore di lavoro. La domanda va presentata sul portale dedicato nel sito Inps o attraverso i patronati che poi comunicheranno i dati all’Istituto.
IN CHE COSA CONSISTE.
Il cosiddetto bonus Maroni è stato introdotto con la Legge di Bilancio 2023 e rinnovato con la Finanziaria 2024. Per poter accedere all’incentivo è necessario essere lavoratori dipendenti del settore pubblico o privato ed essere iscritti, alla data di esercizio della facoltà di rinuncia, all’assicurazione generale obbligatoria o alle forme sostitutive, aver maturato i requisiti per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile e scegliere di proseguire l’attività lavorativa. Non bisogna essere titolari di pensione diretta, ad eccezione dell’assegno ordinario di invalidità. Il beneficio genera vantaggio sia al datore di lavoro che al dipendente: i contributi non vengono più pagati e le medesime somme possono entrare nelle tasche dei lavoratori, inserite in busta paga sotto forma di incentivi, mentre il datore di lavoro usufruisce di una riduzione del costo del lavoro. Per fare un esempio: con un sistema a incentivo al 10% coloro che ricevono uno stipendio di 1.600 euro otterranno, mensilmente, un aumento di 160 euro in busta paga.
Se lo stipendio fosse di 1.800 euro, l’aumento mensile relativo al sistema di incentivo del 10% sarebbe di 180 euro mensili e così via. L’Inps, in una recente circolare, ha specificato che il bonus non assume la natura di incentivo all’assunzione. Di conseguenza, non è soggetto all’applicazione dei principi generali in materia di incentivi all’occupazione e non è subordinato al possesso del documento unico di regolarità contributiva da parte del datore di lavoro. Ciò perché opera sulla sola quota Ivs (Invalidità, vecchia e superstiti) trattenuta dall’Inps dalle buste paga del lavoratore; il bonus quindi non comporta benefici in capo al datore di lavoro.
COME FARE LA DOMANDA.
La richiesta per ottenere il bonus Maroni va presentata accedendo al portale dedicato nel sito dell’Inps. Dopo la presentazione dell’istanza, il riconoscimento del bonus segue questo iter: l’Inps provvede a certificare al lavoratore, dandone comunicazione al datore di lavoro, il raggiungimento dei requisiti minimi pensionistici per l’accesso al trattamento di pensione anticipata flessibile entro 30 giorni dalla richiesta o dall’acquisizione della documentazione integrativa necessaria. Il datore di lavoro a sua volta, acquisita la certificazione, procede all’eventuale recupero, a conguaglio, delle contribuzioni pensionistiche eventualmente già versate.
LE DATE DEGLI ACCREDITI.
La prima data a cui fare riferimento per l’accredito è il 2 agosto 2024, per i lavoratori dipendenti con datore di lavoro privato, qualora il trattamento pensionistico sia liquidato a carico della Gestione esclusiva dell’Ago. A seguire c’è il 1° settembre 2024, per i lavoratori dipendenti di un datore di lavoro privato, qualora il trattamento pensionistico sia liquidato a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’Ago. Terza data da tenere a mente è il 2 ottobre prossimo: la scadenza interessa i dipendenti delle pubbliche Amministrazioni, qualora il trattamento pensionistico sia liquidato a carico della Gestione esclusiva dell’Ago. Infine, va segnalato il 1° novembre 2024, per i dipendenti delle pubbliche Amministrazioni quando il trattamento pensionistico viene liquidato a carico di una Gestione diversa da quella esclusiva dell’Ago. Per ottenere il bonus, infine, non si deve perfezionare il requisito anagrafico per il diritto alla pensione di vecchiaia nel caso di contribuzione accreditata in due o più gestioni previdenziali.
©RIPRODUZIONE RISERVATA



 

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