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Aggiornato il 4 Maggio 2023

Mi ha colpito un episodio di un ascoltatore di radio24 che lamentava il comportamento della propria banca che ostacolava e si rifiutava di rinegoziare il suo mutuo nonostante questi avesse un tasso di riferimento molto alto, che superavano il 5%. Vediamo di fornire alcuni chiarimenti o indicazioni utili e, perchè no, anche richieste di casi analoghi se vi sono capitati, anche all’interno del contesto normativo di riferimento.

Sapere infatti cosa fare, quali sono i vostri diritti sanciti dalla norma e quali le leve negoziali a vostro favore potrebbero farvi portare a casa il risultato e potrebbero far fare la differenza o anche spuntare delle condizioni migliori delle precedenti.

Sanno ormai anche le pietre che dal 2016 i tassi sono notevolmente scesi per effetto del QE e si collocano pressoché stabilmente intorno al 1,8% – 2% nel 2019. L’ascoltatore lamentava di avere una rata troppo alta da pagare avendo un tasso superiore al 5% e che aveva segnalato alla banca la difficoltà di proseguire nel pagamento di una rata così alta e che lo avrebbe potuto portare in situazione di default o di estinzione anticipata.

Sovente capita che si è provveduto in anni ante crisi alla stipula di mutui a tassi variabili o anche fissi con tassi di riferimento prossimo al 3, 4 o anche 5% e che in questi ultimi anni si sia richiesto alla propria banca una ridefinizione dei termini contrattuale.

C’è chi passa dal tasso fisso al variabile o chi rinegozia il tasso fisso riducendone l’ammontare o anche chi richiede l’estinzione anticipata del mutuo se ne ha le possibilità.

In cosa consiste la rinegoziazione del mutuo

La rinegoziazione può avere ad oggetto tutte le componenti del mutuo per cui per fare un esempio la tipologia del tasso di interesse adottato variabile o fisso, la durata, lo spread o le garanzie sottostanti del mutuo.

Logicamente alcuni parametri sono bene visti dalla banca mentre altri, intervenendo sulla marginalità del contratto lo sono di meno.

Logico pensare quindi che vorrete rinegoziare la durata allungandola per la banca vorrà dire più ricavi mentre se la accorciate a parità di tasso ne saranno di meno.

Potrete per esempio chiedere una riduzione dello spread che rappresenta il margine per la banca su quel contratto o anche il tasso di indicizzazione.

Questo lettore invece chiedeva solo di passare da un tasso fisso chiaramente non più a mercato ad un tasso più basso.

Mi chiedevo chi fosse il funzionarietto della banca che si rifiutava di ridefinire la rata del mutuo e quali logiche potesse avere. Sicuramente spero che qualche funzionario con esperienza ci dia qualche motivazione al riguardo. Sicuramente si dovrebbe conoscere la situazione specifica dell’ascoltatore.

Tuttavia sulla base delle informazioni disponibili ci limitiamo a cercare di dare qualche spiegazione rispetto alle logiche sottostanti.

Qualora si richieda la rinegoziazione del mutuo abbiamo detto più volte che viene effettuata in un contrasto di mercato dove i tassi di interesse sono più bassi rispetto a quelli di mercato.

Nella caso particolare il soggetto che ha contratto il mutuo ha subito anche una riduzione della propria capacità reddituale derivante dalla perdita e dal successivo cambio del lavoro. Questo episodio dal punto di vista della banca dovrebbe suonare come un incremento della rischiosità di default e rischio di controparte con conseguente maggiore assorbimento di capitale potenziale futuro.

Non solo ma già solo l’informazione rispetto alla manifesta difficoltà di pagare una rata con un tasso superiore al 5% dovrebbe suonare come campanello d’allarme.

Non mi spiego quindi come non si possano accogliere le richieste di un cliente. Dal punto di vista della banca ho davanti un cliente che mi sta chiedendo di pagare una rata ridotta per cui mi rendo conto che si contrae la mia marginalità su quel singolo contratto ma è anche vero che mi sta riducendo la rischiosità e quindi l’assorbimento di capitale.

Dovrei quindi verificare l’attuale rapporto tra la rata mensile e il proprio reddito: solitamente questo deve essere inferiore ad un terzo.

La finalità dovrebbe essere non solo quella della marginalità positiva del contratto singolo di mutuo ma anche quella di ridurre il rischio di insolvenza o di anticipata estinzione.

Quali sono o potrebbero essere i razionali sottostanti che guidano un funzionario di banca in questa situazione?

Avranno interesse a mettere all’asta la banca del mutuatario? Non lo se, ma se qualcuno ha una risposta ve ne sarei grato per comprendere meglio come funziona.

Sicuramente dovrete rispettare alcune formalità per tenere traccia delle richieste fatte in modo anche da costruirvi i presupposti per fare reclamo all’organo di vigilanza Banca d’Italia  qualora ve ne fossero gli estremi anche solo per comprendere meglio le ragioni che animano una mancata risposta o il rifiuto della banca alla rinegoziazione.

Mi raccomando di non intavolare una rinegoziazione al telefono ma di inviare appena aver sondato telefonicamente con la banca le possibilità di trasmettere una o anche più raccomandate qualora non abbiate ottenuto risposta in tempi ragionevoli. Anche al fine di accelerare le procedure decisionali della banca mutuante, può essere utile inoltrare la richiesta di rinegoziazione tramite lettera raccomandata con avviso di ricevimento.

Surroga del Mutuo

A questo lettore posso consigliare di rivolgersi ad altre banche, richiedendo la surroga del mutuo. Per i funzionari di banca che hanno obiettivi anche in termini di numerosità della clientela non farà piacere vedersi sulla scrivania una surroga del muto da firmare.

Ricordiamo inoltre che opporsi o ostacolare alla surroga potrebbe esporre l’istituto bancario o creditizio.

Quello che vi posso consigliare è di seguire il detto fidarsi è bene ma fare le cose bene è un altro per cui. Tenete traccia delle comunicazioni con la banca.

Si potrebbero inaspettatamente verificare errori o richieste improvvise da parte della banca di documentazione che potrebbero ostacolare la rinegoziazione del mutuo o anche una surroga dello stesso.

Sempre meglio sapere i diritti a vostra disposizione e le leve da azionare per farli valere in quanto talvolta potrebbe capitare che i clienti siano trattati non proprio con i guanti di velluto.

La surroga per esempio è disciplinata dall’articolo 120-quater del Dlgs 385/1993 (Testo unico della legge bancaria) e non deve avere costi aggiuntivi per il cliente in quanto non possono essere imposte al cliente spese o commissioni per la concessione del nuovo finanziamento, per l’istruttoria e per gli accertamenti catastali, che si svolgono secondo procedure di collaborazione tra intermediari improntate a criteri di massima riduzione dei tempi, degli adempimenti e dei costi connessi e non possono applicare nemmeno indirettamente  al cliente costi di alcun genere.

Inoltre è nullo ogni patto, anche posteriore alla stipulazione del contratto, con il quale si impedisca o si renda oneroso per il debitore l’esercizio della facoltà di surrogazione.

Vi sono anche dei termini stringenti entro cui la banca titolare del contratto di mutuo originario deve procedere alla surroga: il comma 7 dell’articolo 120-quater impone che la surrogazione debba perfezionarsi entro 30 giorni lavorativi dalla data in cui il cliente chiede alla vecchia banca la surroga.

Se viola questa tempistica per sua colpa la banca dovrà risarcire al cliente un danno pari all’1% del valore del finanziamento per ciascun mese o frazione di mese di ritardo.

Oltre a questo avvertirei la banca originaria che siete in procinto di chiedere spiegazioni alla Banca d’Italia spiegando l’accaduto e chiedendo di investigare sulle tempistiche e sulle motivazioni di mancate risposte o risposte negative alla richieste di rinegoziazione o surroga da parte dell’Istituto creditizio. E’ giusto che si facciano delle verifiche ispettive in tal senso procedendo anche attraverso dei reclami.

Sono certo che dinnanzi a questo comportamento la banca si dimostrerà più pronta a soddisfare richieste legittime dei propri clienti.

Ricordiamo che l’incremento del rischio di default, seppur polverizzato su milioni di persone è conseguenza anche di questi comportamenti adottati dalla banche.

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