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Il Tribunale di Cuneo, con la sentenza del 23 novembre 2023 n. 43, ha omologato un piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore presentato da un debitore sovraindebitato, ai sensi e per gli effetti degli artt. 67 ss. del DLgs. 14/2019 nella versione vigente dopo le modifiche del DLgs. 147/2020 e del DLgs. 83/2022.

La vicenda trae origine da un ricorso, con il quale un imprenditore cancellato dal Registro delle imprese – nell’attualità non più imprenditore, bensì lavoratore dipendente – chiedeva al Tribunale di Cuneo di poter essere ammesso alla procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore di cui agli artt. 67 ss. del CCII: nello specifico, la parte ricorrente, preliminarmente, deduceva di versare in una situazione di insolvenza sulla base di una situazione debitoria de facto composita, ovverosia caratterizzata per la maggior parte da debiti scaduti contratti per esigenze personali e familiari e, in minima parte, da debiti scaduti contratti nell’esercizio della pregressa, non più svolta e attuale, attività di impresa.

Facendo, rispettivamente, leva sull’inattualità dei debiti scaduti connessi alla pregressa attività di impresa, sull’assoluta irrilevanza – quantitativa e qualitativa – di tali specifiche poste rispetto al complessivo montante debitorio, nonché sulla propria qualità soggettiva attuale (del tutto estranea a qualsivoglia sfera imprenditoriale), il debitore domandava, anzi tutto, che gli fosse riconosciuta la qualifica di consumatore ai sensi dell’art. 2 comma 1 lett. e) del CCII, come tale abilitata ad accedere alla procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore di cui agli artt. 67 ss. del CCII.

Sul punto, il Tribunale di Cuneo, con decreto di apertura della procedura emesso il 7 agosto 2023, di fatto discostandosi dal principio espresso dalla Prima Presidente della Corte di Cassazione, con il decreto n. 22699/2023 pronunciato in esito al rinvio pregiudiziale disposto ex art. 363-bis c.p.c. dalla Corte d’Appello di Firenze con ordinanza del 20 giugno 2023, nulla controverteva in ordine alla possibile qualificazione del ricorrente quale attuale consumatore ai sensi dell’art. 2 comma 1 lett. e) del CCII. A seguito della pubblicazione sul sito internet del Tribunale e delle comunicazioni della proposta e del piano ai creditori, entrambe effettuate a cura dell’OCC ai sensi dell’art. 70 comma 1 del CCII, pervenivano alcune osservazioni da parte dei creditori, la cui declaratoria di infondatezza ha contestualmente condotto alla testé anticipata omologazione del piano.

Le osservazioni formulate da detti creditori, pur non ritenute fondate nel merito, hanno, comunque, rappresentato l’occasione per consentire al Tribunale di Cuneo di esprimere alcuni interessanti principi a livello generale, che certamente possono essere d’ausilio per gli operatori nell’interpretazione delle norme codicistiche.

In primo luogo, il Tribunale di Cuneo ha osservato come il fatto che il debitore abbia fatto ricorso all’autorità giudiziaria per svariati motivi e che da tutte o quasi tutte le azioni intraprese sia risultato soccombente, con conseguente aggravamento dell’esposizione debitoria, non costituisce ex se un indice di colpa grave nella determinazione dello stato di sovraindebitamento.

In secondo luogo, il Tribunale ha precisato come il piano di ristrutturazione dei debiti non possa che contenere solo i debiti scaduti: in altri termini, i crediti futuri non costituiscono crediti concorsuali.

In terzo luogo, nella sentenza si è altresì ben puntualizzato che, nella procedura di ristrutturazione dei debiti del consumatore, “il singolo creditore non ha alcuna legittimazione a contestare la quantificazione dei crediti altrui e delle spese di procedura, posto che le osservazioni devono limitarsi all’assenza dei requisiti e delle condizioni per l’ammissione, oppure alla convenienza del piano”.

Da ultimo, vi sono alcune asserzioni in ordine alla natura del credito vantato dalla società finanziaria nei confronti del debitore in forza del contratto di finanziamento con quest’ultimo stipulato mediante cessione del quinto dello stipendio. La sentenza in commento ha infatti tenuto a precisare che la natura chirografaria del credito della società finanziaria si riferisce in verità alle rate a scadere, mentre può assumere natura privilegiata ex art. 2751-bis n. 1 c.c. solo ed esclusivamente con riferimento a (eventuali, comunque non presenti nel caso di specie, ma in ipotesi potenzialmente esistenti) rate già scadute e non pagate.

 

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