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Mancano meno di 180 giorni, poi per i bonus
casa scatterà la stretta. Il 31 dicembre 2024 è il giorno in cui
scadono Superbonus 70%, Ecobonus, Bonus ristrutturazione,
Bonus mobili
e Bonus verde. E
l’interrogativo che ci si pone è: saranno rinnovati? No, non nella
formula attuale. Almeno questa sembra sia la strada maestra. Ci
sarà un giro di vite inevitabile. Il Governo, con il ministro
Giancarlo Giorgetti per primo, lo ha già anticipato: per non
gonfiare ulteriormente il debito, i bonus edilizi versione 2024
termineranno con la fine dell’anno in corso.

Ma nei dettagli il futuro è ancora da scrivere, nonostante ci
siano già alcuni punti fermi. E per chi voglia beneficiarne, ci
sono poco meno di 6 mesi per avviare i lavori, approfittando anche
di un
prestito online
. Per trovare quello più conveniente
rispetto alle proprie esigenze, un aiuto arriva dai comparatori
online come PrestitiOnline.it.

Superbonus 70% sino a fine 2024, poi al 65%

Punto primo: com’è noto, l’aliquota del Superbonus
scenderà dal 70% al 65% nel 2025
. E per questa detrazione
fiscale, istituita con il cosiddetto decreto Rilancio (articolo 119
del decreto legge n.34 del 2020), il prossimo anno saranno gli
ultimi 12 mesi, poi dal 2026 questa agevolazione sarà
eliminata.

Ecobonus e Bonus ristrutturazione: ecco come cambieranno

Punto secondo: Ecobonus e Bonus ristrutturazioni
subiranno un ridimensionamento
. Perché, per l’esecutivo
Meloni, la politica degli incentivi per la riqualificazione
energetica degli immobili dovrà essere in futuro più selettiva e
meno generosa rispetto a oggi. Un cambio di rotta che dovrà tenere
presente anche le nuove regole europee introdotte con la direttiva
case green.

Di conseguenza, Ecobonus e Bonus ristrutturazione, con le
attuali aliquote, non saranno più prorogati nel 2025. Se
confermate, torneranno le aliquote di detrazione previste
dal Tuir al 36%
, anziché del 50% o del 65%. In
particolare, il Bonus ristrutturazione è una detrazione fiscale
senza scadenza in quanto resa stabile dal DL 201/2011 (all’articolo
4, comma 1, lettera c).

Stando a quanto anticipato dal Governo, dal 1° gennaio 2025, il
Bonus ristrutturazione tornerà alla sua aliquota originaria al 36%
con un “tetto” massimo di spesa agevolabile pari a 48.000
euro e non più a 96.000 euro come nel 2024
. Non a caso,
Giovanni Spalletta, direttore del Dipartimento delle
finanze del ministero dell’Economia
, ha già più volte
espresso la necessità di procedere con una “razionalizzazione
della normativa in materia di agevolazioni edilizie, con
particolare riferimento a quelle in scadenza al 31 dicembre
2024”.

Bonus mobili e Bonus verde addio nel 2025?

Punto terzo: al 31 dicembre 2024 scadono anche il Bonus
mobili
(detrazione al 50% con soglia massima a 5.000 euro)
e il Bonus verde (detrazione al 36% con spesa
massima a 5.000 euro). Per queste due agevolazioni il futuro è un
punto di domanda.

Il Bonus mobili potrebbe essere sostituito il prossimo anno da
un nuovo Bonus elettrodomestici green, la cui
proposta è attualmente all’esame della Commissioni Attività
produttive della Camera
. Secondo le prime anticipazioni,
l’incentivo dovrebbe prevedere un contributo del 30% sulle spese
per l’acquisto di un nuovo elettrodomestico per un beneficio
massimo di 100 euro a dispositivo, somma che salirebbe a 200 euro
per le famiglie con un ISEE inferiore ai 25.000 euro. Una misura
che però non sarebbe legata a nessuna ristrutturazione di un
immobile, che invece è un vincolo dell’attuale Bonus mobili.

Bonus edilizi: una riforma per salvare i conti pubblici

Punto quarto: a proposito di riforma dei Bonus casa,
l’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) ha già
depositato una memoria alla Commissione finanze del Senato, con cui
ha messo nero su bianco alcuni cardini sui quali dovrebbero ruotare
le future agevolazioni edilizie al fine di un aggravare il deficit
dello Stato:

  • aliquote più basse (non oltre il 36%) per gli interventi di
    efficientamento energetico;
  • niente più cessione del credito e sconto in fattura;
  • limiti massimi di spesa più bassi per le esenzioni;
  • niente più detrazioni fiscali su Irpef e Ires;
  • contributi diretti per coprire i costi degli interventi;
  • autorizzazione preventiva per i lavori da eseguire;
  • limiti massimi di spesa più bassi per le esenzioni;
  • importo del contributo diretto calcolato sulla base della
    condizione reddituale del beneficiario e sulla classe energetica
    dell’edificio.



 

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