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Milano – I lavori concordati e previsti nel capitolato non sono stati svolti, ad eccezione di “alcuni elementi relativi al posizionamento delle canaline esterne e del motore del condizionatore”. La committente, una milanese che grazie al superbonus aveva programmato la riqualificazione energetica del suo appartamento, ha sborsato in tre tranche una somma complessiva di 6.946 euro, in parcelle per prestazioni professionali in realtà mai eseguite, con relativa “valorizzazione sul proprio cassetto fiscale dei crediti connessi al contratto”.

È solo una delle denunce finite sul tavolo della Procura di Milano per raggiri, inadempienze contrattuali, lavori mai eseguiti o eseguiti in malomodo, opere non a norma e con rischi per la sicurezza di chi abita nelle case ristrutturate. Archiviato il superbonus, resta uno strascico di contenziosi fra committenti e imprese.

Solo pochi casi finiscono nel penale, con la conseguente apertura di indagini, mentre la maggior parte è davanti al Tribunale civile. Senza considerare la massa più consistente, cioè quei casi ancora nella mani di avvocati per tentare una conciliazione. “Da ormai un anno assistiamo a truffe e lavori mal eseguiti fatti col superbonus 110%“, spiega Carmelo Benenti, presidente di Federconsumatori Milano, associazione che sta offrendo assistenza legale a diversi milanesi beffati. “La normativa che aveva la finalità di rilanciare l’edilizia – prosegue – in molti casi ha provocato problemi enormi e truffe ai danni dei consumatori e dello Stato. A questi si sono aggiunti i prezzi gonfiati che ormai, con la fine dei bonus, rendono inaccessibili le ristrutturazioni per i ceti medio bassi della popolazione”.

Tra i casi seguiti quello di una milanese che il 14 febbraio 2022 ha stipulato un contratto di appalto per “l’esecuzione dei lavori di efficientamento energetico e adeguamento sismico”, ristrutturando un suo appartamento nel Sud della Sardegna. I lavori, inizialmente dal costo totale di 67.155 euro, sono stati subappaltati a un’altra ditta, mentre i prezzi nel frattempo lievitavano. “Ad oggi alcuna opera prevista dal capitolato è stata realizzata, con l’eccezione dello smontaggio di un vetro di copertura all’entrata del ballatoio, lo staccamento dei tubi per l’installazione di una pompa di calore e un’installazione parziale del cappotto”, si legge nella sua denuncia presentata alla Procura di Cagliari, competente sulla zona dove sono stati aperti i cantieri. E, anche in questo caso, “sul cassetto fiscale presso l’Agenzia delle Entrate risultano le voci relative alla pratica fiscale connesse al contratto”, su lavori che però non sono mai stati eseguiti.

Episodi che sono le conseguenze di una misura anti-crisi e per il risparmio energetico che ha provocato una serie di problemi, tra crediti incagliati e caos normativo. Una giungla dove si sono mosse anche imprese disoneste, speculatori, ditte improvvisate e non in grado di portare avanti lavori a regola d’arte ma desiderose di spartirsi la torta. “L’unico responsabile è lo Stato o meglio due Governi, Draghi e Meloni, che con 35 modifiche normative hanno complicato tutto, e i crediti sono diventati carta straccia”, spiega Claudio Ardizio, dell’associazione Esodati del superbonus. Ci sono, poi, le conseguenze sugli operai, vittime del raffreddamento dell’edilizia dopo anni di boom. Le ore di cassa integrazione ordinaria nel settore delle costruzioni sono aumentate infatti del 47% in Lombardia, rispetto a giugno dell’anno scorso. “Non è difficile – spiega Antonio Lombardi, presidente di Federcepicostruzioni – prevedere un ulteriore peggioramento”.

 

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