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Esportazioni italiane stabili nel 2023, ma il Mezzogiorno segna una crescita delle vendite all’estero di poco inferiore al 3%. Un aumento legato soprattutto al buon andamento registrato dalla Campania, in particolare per i flussi di prodotti farmaceutici verso la Svizzera e di autoveicoli verso il mercato nordamericano. Anche l’Abruzzo e la Basilicata mostrano un incremento, grazie al contributo prevalente dell’industria degli autoveicoli. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Ice, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

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LA CLASSIFICA
A livello nazionale le esportazioni hanno raggiunto quota 626 miliardi, sostanzialmente stabili (+0,2%) rispetto al 2022 per effetto di una contrazione dei volumi del 5% controbilanciata dall’aumento dei prezzi all’export (+5,3%). Le vendite all’estero sono cresciute però del 30% rispetto al 2019, prima cioè della pandemia. L’Italia è comunque salita di una posizione nella graduatoria dei principali esportatori, arrivando al sesto posto.

Restano costanti anche le esportazioni di manufatti (il 95% del totale merci). I macchinari si riconfermano come uno dei principali settori di export (+8,8% in valore) con un andamento particolarmente sostenuto in Africa, Medio Oriente, India e Brasile, anche se Europa e America settentrionale rimangono i principali mercati di sbocco. Ancora maggiore la crescita delle esportazioni di mezzi di trasporto (+10,5%). Continua a rafforzarsi il settore dei prodotti agroalimentari e delle bevande (+5,8%), cresce la farmaceutica (+3%), frena invece la moda (-0,3% rispetto al 2022).

Tornando alle diverse aree del Paese, l’anno scorso si sono registrati tassi di crescita delle esportazioni a due cifre per la Calabria, per il buon andamento della filiera agroalimentare e della chimica, e per il Molise, a seguito dei buoni risultati ottenuti dalle industrie chimica, estrattiva e alimentare.

I POLI
Tra le regioni centrali, la Toscana ha avuto un incremento delle esportazioni del 4,7%, anche grazie ai poli della farmaceutica e del biomedicale, al distretto orafo di Arezzo e al comparto della meccanica, riuscendo così a compensare il calo del sistema tessile-abbigliamento-pelli, legato principalmente alla frenata dei grandi marchi del lusso. Al contrario, Lazio e Marche mostrano una riduzione delle esportazioni, legata in particolare al significativo ridimensionamento dei flussi di prodotti farmaceutici diretti in Belgio, primo mercato di sbocco del settore.

L’andamento delle esportazioni «è sicuramente positivo perché dimostra tra l’altro come aumenti il valore del prodotto italiano che si colloca sempre più sull’alta gamma dell’economia mondiale», ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

Per l’anno in corso il presidente dell’Ice, Matteo Zoppas, prevede una crescita delle esportazioni tricolori, anche se le tensioni geopolitiche restano un fattore di timore. «Prevediamo una crescita rispetto al 2023 di qualche punto percentuale – ha detto Zoppas -. Naturalmente siamo ottimisti ma con una sana dose di preoccupazioni e cautela per il contesto geopolitico».

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, infine, ha sottolineato come sia «cruciale per l’economia del nostro Paese» e per il commercio internazionale «sostenere le esportazioni, sostenere le imprese italiane e in modo particolare le piccole e medie che esportano i nostri prodotti di qualità sui grandi mercati internazionali».

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