Comitato economico e sociale europeo: “Il ruolo dei caregiver viene trascurato” #finsubitoagevolazioni

Durante la sessione plenaria di luglio, il CESE ha adottato un parere per chiedere azioni concrete e mirate a livello UE e livello nazionale per tutelare i caregiver familiari

Un nuovo appello affinchè la condizione dei caregiver familiari divenga parte delle priorità nell’agenda politica anche europea è arrivata in questi giorni dal Comitato economico e sociale europeo.

LA PRIORITÀ CAREGIVER NELL’AGENDA POLITICA
Il CESE ha infatti formalmente invitato la Commissione a porre il tema dell’assistenza informale ai primi posti dell’agenda politica e a istituire una piattaforma per lo scambio delle migliori pratiche tra gli Stati membri, anche in considerazione del fatto che l’invecchiamento della popolazione – che interessa trasversalmente tutti i paesi europei – si tradurrà in un aumento delle persone anziane, e quindi di quelle colpite da disabilità.

GLI INTERVENTI RICHIESTI
Nel corso della sessione plenaria di luglio, il CESE ha adottato un parere in cui chiede l’adozione di misure aggiuntive, sia a livello dell’UE che a livello nazionale, per proteggere meglio i prestatori di assistenza informale e riconoscere il loro contributo essenziale alla società.
Queste misure includono:
– la creazione da parte della Commissione Europea di una piattaforma per lo scambio di migliori pratiche tra gli Stati membri,
– la fornitura di servizi di alta qualità e accessibili a livello comunitario per alleviare il carico sugli operatori sanitari familiari
– la disponibilità di servizi di sollievo.
È inoltre fondamentale che gli operatori sanitari possano accedere a condizioni di lavoro flessibili, in modo che non siano costretti a lasciare il lavoro per prendersi cura dei familiari.

CAREGIVER: PERSONE INVISIBILI
Pietro Barbieri, relatore del parere, ha sottolineato: “Il CESE è pronto a dare voce a un gruppo di persone nella nostra società che nella nostra società sono in gran parte invisibili: i caregiver informali. Queste persone sono spesso costrette a lasciare il lavoro e, di conseguenza, perdono il loro reddito e molti dei loro diritti. Le badanti informali svolgono la loro attività nell’ombra. Ora è il momento di accendere i riflettori sui loro sforzi”.

GARANTIRE I DIRITTI DEI CAREGIVER
Il CESE invita gli Stati membri ad adottare misure adeguate per garantire che la decisione di ricorrere all’assistenza informale sia volontaria, che le disuguaglianze di genere siano affrontate e che i caregiver familiari possano mantenere il proprio impiego e la propria retribuzione attraverso condizioni di lavoro più flessibili e possano facilmente rientrare nel mercato del lavoro se sono stati costretti a lasciarlo. È importante garantire loro un adeguato equilibrio tra lavoro e vita privata.

SOSTEGNO ALLE DONNE CAREGIVER
L’assistenza informale non colpisce allo stesso modo uomini e donne. Un’enorme percentuale di caregiver sono donne, di cui circa il 70% si prende cura dei propri figli, coniugi o fratelli. Barbieri ha sottolineato che queste donne, oltre ad essere esposte a maggiori rischi di burnout e di disturbi psico-fisici, corrono un grave rischio di povertà. E ha aggiunto: “Abbiamo uno dei migliori sistemi di welfare al mondo, ma in molti casi si basa sul corpo, sulle armi e sulla forza di volontà delle donne”.

IL MONITORAGGIO DEI CAREGIVER FAMILIARI
Per poter monitorare l’impatto delle norme e dei regolamenti pertinenti, è di grande importanza avere accesso a dati qualitativi e quantitativi che descrivano le effettive condizioni di vita dei caregiver familiari. Il CESE chiede l’adozione di ulteriori strategie di ricerca, in particolare con la cooperazione di Eurofound e il coinvolgimento delle parti interessate. Barbieri ha sottolineato la fondamentale necessità di maggiori dati, dal momento che i prestatori di assistenza informale non sono ancora adeguatamente identificati nelle statistiche

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Redazione