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diPaolo Cuozzo

Vertice a Roma per la ristrutturazione dell’impianto di Fuorigrotta. Su Bagnoli il sindaco dice: «È la volta buona». E “chiede” soldi alla Regione per i trasporti

Parla di «volta buona per Bagnoli», Gaetano Manfredi. Certo, non è il primo sindaco di Napoli a dire una cosa così — da Bassolino a Iervolino a de Magistris, la frase si è sentita spesso negli ultimi trent’anni — ma stavolta per la zona Ovest ci sono progetti approvati e fonti di finanziamento individuate. E i tempi per le bonifiche dovrebbero anche essere più brevi, soprattutto per la parte a mare, atteso che la colmata non sarà rimossa ma solo ridotta del 9% e messa in sicurezza. E sul restante 91 nascerà una piazza, passeggiate a mare e chissà se anche una parte di spiaggia. Questa almeno la bozza di lavoro della cabina di regia che governa il «Sito di interessa nazionale» di Bagnoli. Una decisione che significa almeno cinque anni di lavori e 250 milioni di fondi pubblici in meno. 

Si firma il protocollo

I soldi per far tutto — 1,207 miliardi — arriveranno dai Fondi di sviluppo e coesione (Fsc). Il governo Meloni ha deciso di prenderli da lì, coprendo con questa cifra tutti i costi, sia delle bonifiche che per le infrastrutture. Giorgia Meloni, accompagnata dal ministro con delega al Sud, Raffaele Fitto, con Manfredi nella veste di commissario di governo per Bagnoli, metterà nero su bianco lunedì quando alle 11.30 all’Auditorium nella ex Italsider apporrà la firma sul Protocollo che codifica tutto. Da quel momento, si dovrebbe entrare nella fase operativa: partiranno infatti alcune bonifiche a terra, nella zona del Parco urbano, e cominceranno i lavori per la nascita di un Polo tecnologico, investimento privato da 90 milioni che dovrebbe essere pronto nel 2027. 




















































«Su Bagnoli una strada precisa»

Esulta, dunque, Manfredi: il sindaco ha incassato un sostegno notevole da Palazzo Chigi, dimostrandosi capace di tessere rapporti istituzionali bipartisan. «Sulla Bagnoli ormai abbiamo individuato una strada molto precisa, abbiamo la copertura di tutti gli interventi, abbiamo tutti i progetti che o sono già pronti o sono in fase finale di autorizzazione — ha detto l’inquilino di Palazzo San Giacomo — quindi mi sembra un percorso che finalmente ci consentirà di dare dei tempi certi e una prospettiva sicura alla bonifica di Bagnoli e alla realizzazione di infrastrutture, per restituire un pezzo di città a Napoli e alla Campania che si aspetta da 30 anni». E dunque, «penso che questa sia la volta buona» si è lasciato andare l’ex rettore, immaginando che sull’utilizzo dei Fondi di coesione per Bagnoli la posizione del governatore De Luca continuasse a essere di battaglia, anche a colpi di carta bollata. Per quanto attiene «le bonifiche dell’amianto», il sindaco ha puntualizzato che «sono state già completate. L’unico cantiere di bonifica attivo è quello del parco dello sport». 

Stadio, avanti con il nuovo Maradona

Non si farà invece lo stadio a Bagnoli. La vecchia idea di De Laurentiis non era praticabile. Si ristrutturerà il Maradona, cosa di cui hanno discusso ieri al ministero dello Sport il ministro Abodi, il sindaco e proprio De Laurentiis. Il governo ha più volte ribadito che sarebbe impensabile ospitare gli Europei di calcio del 2032 in Italia senza Napoli. Ma il ruolo di De Laurentiis, a cui andrebbe l’intero diritto di superficie del Maradona, è determinante per la ristrutturazione. Rispetto alla quale si lavorerà con anticipazioni del sistema creditizio garantite dello Stato. Anche in questo caso, da Roma si faceva notare che è come se anche per il Maradona si parlasse di «Patto». La Regione Campania aveva promesso in tempi recenti un suo sostegno per la ristrutturazione dello stadio. Si vedrà. 

Il capitolo trasporto pubblico

È piuttosto il trasporto pubblico che rischia di trasformarsi nel nuovo terreno di scontro tra governatore e sindaco: «Dalla Regione ci aspettiamo 6 milioni sui 10 che servono sulla Linea 6 ogni anno. Noi mettiamo 4 milioni e dalla Regione ci aspettiamo sempre fondi, visto che trasportiamo con Anm quasi il 40% dei viaggiatori della Regione in generale», ha tuonato Manfredi. Per il quale «è anche anomalo che il Comune metta tanti soldi: quante persone non di Napoli — si chiede il sindaco — prendono la metropolitana? I fondi dovrebbero essere tutti prelevati dal fondo nazionale ripartito in via regionale. Noi facciamo il possibile ma con più soldi potremmo fare più prolungamenti serali e avere più viaggiatori. Il nostro sogno è che tutte le sere si chiuda alle 2 di notte». Resta dunque «il problema dei contributi nazionali e come Anci abbiamo chiesto maggiori fondi per aumentare il trasporto del ferro. Poi c’è il problema della ripartizione regionale, con un ulteriore aggravio sulla riapertura della Linea 6 che è di circa 10 milioni. Il Comune di Napoli quest’anno ha aumentato da 48 a 50 milioni per Anm vedendo la riattivazione della linea 6 ma abbiamo bisogno di maggiori risorse dal fondo regionale su cui viene ripartito il fondo nazionale. Quest’anno sappiamo che la Regione avrà 3 milioni in più e vogliamo quindi per il prossimo anno 3 milioni in più per Anm».

13 luglio 2024 ( modifica il 13 luglio 2024 | 16:02)

 

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