diGloria Bertasi
Ultima giornata della sperimentazione del Comune. I contrari manifestano ancora e pensano a un referendum
Ultimo giorno di contributo d’accesso a Venezia, fino al prossimo anno non sarà più necessario dotarsi di Qr code (e per i non veneti pagare 5 euro) per visitare campi e calli tra le 8.30 e le 16 nei fine settimana. Da domani, 15 luglio, il Comune inizierà a tirare le fila della sperimentazione in vista delle novità che saranno introdotte nel 2025 (una su tutte, c’è l’idea di raddoppiare il costo del ticket da 5 a 10 euro per chi prenota last minute).
I dati
Ma prima di fare qualsiasi scelta, andranno analizzati i dati raccolti nei ventinove giorni di test che si chiude, appunto, oggi. Per ora, un primissimo bilancio, parziale. Tra il 25 aprile e il 13 luglio hanno versato i 5 euro di ticket 437.814 persone, con incassi ben oltre le aspettative dell’amministrazione: quasi 2,2 milioni contro i 700 mila euro inseriti a bilancio. Negli stessi giorni, a Venezia (terraferma e isole comprese) hanno soggiornato oltre 1,3 milioni di visitatori con il picco il 27 e 28 aprile (58 mila soggiornanti a notte), a seguire il 3 maggio (56.636) e, quindi, il 19 dello stesso mese (55.800). Il numero più basso di turisti negli hotel ed extralberghiero è stato sabato 13 luglio con 37 mila persone. Tra gli esentati anche 159 mila veneti e 1,1 milione tra studenti, lavoratori, proprietari di seconde case, ospiti e parenti di residenti e partecipanti a eventi in città.
Il sindaco: sembra che non abbia dato svantaggi
Se il test, il primo su scala internazionale, di imporre la prenotazione ai daytripper in una città d’arte abbia funzionato è presto per dirlo, precisa il Comune. «L’obiettivo è rendere la città vivibile — ribadisce da settimane il sindaco Luigi Brugnaro —. La maggior parte della gente ha capito che vogliamo proteggere Venezia. È una misura correggibile, però sembra che non abbia dato particolari svantaggi. Nessuno nasconde i problemi e le difficoltà, ma un passo alla volta ce la faremo». Per una parte dei veneziani «i problemi» e «le difficoltà» superano qualsiasi vantaggio. Che, tra l’altro, per i contrari al provvedimento, non c’è stato come hanno ribadito ieri il centinaio di manifestanti che hanno aderito al presidio alla stazione di Santa Lucia tra volantini, cartelloni con slogan dal tono «non ci chiuderete nel pollaio», «una città senza privacy» e «Venezia non è uno zoo».
La protesta dei cittadini
«Il ticket è un fallimento, non limita i flussi turistici — sostengono —, non migliora la vita dei residenti e viola il diritto alla libera circolazione e alla privacy». Tra registrazione dei propri dati online, telecamere e sensori ovunque e controllo delle celle dei cellulari «siamo tutti schedati». I toni ieri della protesta sono stati pacati, anzi i No ticket hanno spiegato ai visitatori le loro ragioni. E non si è vista alcuna pistola ad acqua, a «sparare» contro i turisti. Nessun ha deciso cioè di mettere in pratica la provocazione, che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi, del consigliere di minoranza Giovanni Andrea Martini e contro cui il sindaco sta valutando la denuncia. «L’esempio di Barcellona che manifesta contro il turismo di massa va sicuramente seguito — il suo post social —. Se poi parliamo della protesta con pistole ad acqua è una modalità pacifica e divertente con cui si fa conoscere quanto il turismo schiacci la vita dei residenti. Che ne dite? Ci “armiamo” di pistole ad acqua?».
L’ipotesi referendum sul ticket e il tema del limite ai turisti
Sabato, i contrari al contributo si sono congedati per l’estate: si rivedranno il 21 settembre e nell’aria c’è l’ipotesi di lanciare un referendum sul ticket prima della stagione 2025. Quando il contributo d’accesso non sarà più una sperimentazione («diventerà strutturale», spiega l’assessore al Bilancio Michele Zuin) e saranno definiti più giorni con obbligo di prenotazione e pagamento. Inoltre, alla luce dei dati raccolti, il Comune cercherà di definire quella «soglia limite» che tutti invocano in città, ossia il tetto massimo di persone che Venezia può tollerare. Ma una volta raggiunto quel numero, non saranno bloccati gli ingressi — «Venezia sarà sempre aperta», dice Brugnaro — chi si registrerà online o all’arrivo semplicemente dovrà versare 10 e non 5 euro. La giunta sta anche ragionando su un sistema di prenotazione con scontistica come già funziona per parcheggi, mezzi pubblici e musei.
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