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Una società può presentare più progetti di investimento, tenuto conto però dei requisiti generali, e cioè deve trattarsi di investimenti agevolabili realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024, nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro. Le modalità di fruizione sono indicate nell’articolo 7 del decreto ministeriale 17 maggio 2024. Il bonus in ogni caso non è utilizzabile prima della data di realizzazione dell’investimento agevolabile e non è previsto un termine finale di utilizzo. Queste alcune della risposte, fornite dall’Agenzia delle Entrate e pubblicate l’11 luglio nell’apposita sezione del sito dedicato https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/it/web/guest/domande-alle-risposte-piu-frequenti , che sciolgono alcuni dubbi sull’utilizzo del bonus Zes (Zona economica speciale).

Ma andiamo cono ordine e proponiamo alcuni dei chiarimenti accordati dalle Entrate.

Apposito Modello– I tecnici delle Entrate ricordano che perr fruire del credito d’imposta per gli investimenti nella Zes Unica (articolo 16 del Dl n. 124/2023) occorre fare riferimento all’apposito modello “Comunicazione per la fruizione del credito d’imposta per gli investimenti nella Zes unica”, disponibile sul sito delle Entrate, e alle indicazioni fornite con il provvedimento dell’11 giugno 2024 che ne ha definito il contenuto e le modalità di invio.

Tipologia di investimenti agevolabili– Al riguardo i funzionari delle Entrate ricordano che l’articolo 3, comma 1, del Dm 17 maggio 2024, secondo cui gli investimenti in primo luogo devono far parte di un progetto iniziale definito dall’articolo 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014 e devono essere realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024. Quanto alla tipologia viene chiarito che si deve trattare di acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella Zes unica, acquisto di terreni e acquisizione, realizzazione o ampliamento di immobili strumentali agli investimenti ed effettivamente utilizzati per l’esercizio dell’attività. Sono esclusi i beni autonomamente destinati alla vendita, come pure quelli trasformati o assemblati per l’ottenimento di prodotti destinati alla vendita e i materiali di consumo.

Acquisto complesso produttivo avvenuto attraverso l’acquisto totale di quote societarie– Il mero passaggio di quote societarie non costituisce, sostiene l’Agenzia una modalità di realizzazione dell’investimento contemplata dalla disciplina in esame, che fa riferimento agli investimenti – facenti parte di un progetto di investimento iniziale come definito all’art. 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione, del 17 giugno 2014 – realizzati dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024, relativi all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di nuovi macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti o che vengono impiantate nella Zes nonché all’acquisto di terreni e all’acquisizione, alla realizzazione ovvero all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti ed effettivamente utilizzati per l’esercizio dell’attività nella struttura produttiva ubicata nella Zes. In particolare, il punto 49 dell’articolo 2 del Regolamento (UE) 651/2014 (richiamato espressamente dall’art. 16 del decreto-legge n. 124 del 2023), definendo l’investimento iniziale, chiarisce, alla lett. b) che “non rientra nella definizione la semplice acquisizione di quote di un’impresa”.

Azienda con sede legale in una zona non Zes ma con sede operativa in una zona Zes – Il credito d’imposta di cui all’art. 16 del decreto-legge n. 124 del 2023 spetta alle imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali, destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni rientranti nella Zes unica. Conseguentemente, ad esempio, è possibile che una società con sede legale al di fuori della Zes unica possa richiedere il credito d’imposta in questione per investimenti agevolati destinata ad una sua struttura produttiva che si insedia nell’ambito territoriale della Zes unica (cfr., la risposta ad istanza di interpello pubblicata sub n. 771 del 2021).

Imprese agricole– Sono escluse dal credito d’imposta Zes Unica ex art. 16 del decreto-legge n. 124 del 2023 le imprese attive nel settore della produzione primaria di prodotti agricoli e le imprese attive nel settore della pesca e acquacoltura, per le quali l’art. 16-bis del decreto-legge n. 123 del 2024 prevede uno specifico credito d’imposta per investimenti nella Zes unica.

Settore di appartenenza– Ai fini dell’individuazione del settore di appartenenza si tiene conto del codice attività, compreso nella tabella ATECO 2024, indicato nel modello di comunicazione, riferibile alla struttura produttiva presso la quale è realizzato l’investimento.

Cumulabilità– Il credito d’imposta è cumulabile con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano ad oggetto i medesimi costi ammessi al beneficio, a condizione che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalle pertinenti discipline europee di riferimento.

Inoltre, sottolineano i tecnici che in forza del comma 7 dell’articolo 7 del DM “Il credito d’imposta è cumulabile, nei limiti delle spese effettivamente sostenute, con altre misure agevolative, che non siano qualificabili come aiuti di Stato ai sensi dell’art. 107 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, fermo restando quanto previsto dall’art. 38, comma 18, del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 aprile 2024, n. 56.”

Il primo periodo del comma 18 dell’art. 38 del decreto-legge n. 19 del 2024 , in tema di credito d’imposta “transizione 5.0” (che è una “misura agevolativa di carattere generale”) dispone, infatti, che “Il credito d’imposta di cui al presente articolo non è cumulabile, in relazione ai medesimi costi ammissibili, con il credito d’imposta per investimenti in beni nuovi strumentali di cui all’articolo 1, commi 1051 e seguenti, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, nonché con il credito d’imposta per investimenti nella ZES unica di cui all’articolo 16 del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 162.”.



 

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