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L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato soltanto ieri alcune FAQ in relazione al credito d’imposta per gli investimenti nella ZES unica per il Mezzogiorno, il cui termine di presentazione della comunicazione scade oggi, 12 luglio.
Le FAQ sono raggruppate nelle seguenti categorie: modalità e termini di presentazione della richiesta; settori e investimenti ammissibili; immobili; cumulabilità; aree ammissibili; varie.

In merito agli investimenti agevolabili, in forza del combinato disposto dei commi 1 e 4 dell’art. 3 del decreto 17 maggio 2024, l’investimento agevolabile deve essere effettuato, ai sensi dell’art. 109, commi 1 e 2, del TUIR, entro il 15 novembre 2024.

Le spese di acquisizione dei beni si considerano quindi sostenute alla data della consegna o spedizione per i beni mobili e della stipulazione dell’atto per gli immobili, ovvero, se diversa e successiva, alla data in cui si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà o di altro diritto reale; le spese di acquisizione dei servizi si considerano sostenute alla data in cui le prestazioni sono ultimate.

Pertanto, il costo di un bene oggetto di un investimento effettuato, secondo i criteri appena richiamati, oltre la data del 15 novembre 2024 non assume rilevanza ai fini della determinazione del credito d’imposta.
L’Agenzia evidenzia che in tale ipotesi non rilevano agli effetti dell’ammissibilità al credito d’imposta del predetto costo neanche eventuali “ordini effettuati” e “acconti pagati” entro la predetta data del 15 novembre 2024, stante la mancanza nella disciplina agevolativa di una espressa previsione in tal senso (a differenza di quanto espressamente previsto ai fini del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi di cui all’art. 1, commi da 1051 a 1063 della L. 178/2020).

Viene inoltre precisato che il decreto 17 maggio 2024 non prevede una specifica dicitura da indicare nelle fatture degli acquisiti concernenti gli investimenti agevolabili. Resta fermo che nel modello di comunicazione dovranno essere indicate le fatture elettroniche ricevute tramite SDI secondo le istruzioni allegate a detta comunicazione.

Inoltre, l’Agenzia specifica che è possibile che un potenziale beneficiario indichi più di un progetto d’investimento iniziale (ai sensi dell’art. 2, punti 49, 50 e 51, del regolamento Ue n. 651/2014), fermo restando il limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 100 milioni di euro.

Viene altresì precisato che è possibile che una società con sede legale al di fuori della ZES unica possa richiedere il credito d’imposta in questione per investimenti agevolati destinata a una sua struttura produttiva che si insedia nell’ambito territoriale della ZES unica (cfr. risposta a interpello n. 771/2021).

Con riguardo all’utilizzo dell’agevolazione, viene precisato che, fermo restando che il credito d’imposta non è utilizzabile prima della data di realizzazione dell’investimento agevolabile (individuato secondo le regole generali della competenza ai sensi dell’art. 109 del TUIR, a prescindere dai principi contabili adottati dal soggetto interessato), non è previsto un termine finale di utilizzo del credito d’imposta.

Viene tuttavia evidenziato che, ai sensi del comma 4 dell’art. 7 del decreto, il credito d’imposta deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta nel corso del quale lo stesso è riconosciuto e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi di imposta successivi, fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo

In relazione agli immobili oggetto dell’agevolazione, viene soltanto ribadito che l’art. 16 comms 2 del DL 124/2023 e l’art. 3 comma 5 del decreto 17 maggio 2024 prevedono che il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato, senza fornire alcuna indicazione a riguardo.

In merito poi a una domanda riguardante la possibilità di beneficiare del credito di imposta per l’acquisto di un complesso produttivo avvenuto attraverso l’acquisto totale di quote societarie, l’Agenzia delle Entrate chiarisce che il mero passaggio di quote societarie non costituisce modalità di realizzazione dell’investimento contemplata dalla disciplina in esame.

Per l’AIDC, certificazione rilasciata anche dai commercialisti

Sempre in relazione al credito d’imposta in esame, ieri l’AIDC, con uno specifico comunicato, ha auspicato che per le imprese non obbligate per legge alla revisione legale dei conti la certificazione di cui all’art. 7 comma 14 del decreto 17 maggio 2024 – che riconosce solo agli iscritti nella sezione A del Registro dei revisori contabili la possibilità di rilasciare l’obbligatoria certificazione (escludendo tra l’altro, quindi, coloro che sono collocati nella sezione B del Registro) – possa essere rilasciata anche da un commercialista iscritto nella sezione A dell’Albo ai sensi del DLgs. 139/2005.

 

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