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“Una Pescara stravolta nella Carta degli aiuti a finalità regionale: sulle colpe della Regione e il silenzio della Camera di Commercio ho presentato un’interrogazione parlamentare” scrive in una nota l’onorevole Luciano D’Alfonso.
“La mappa allegata alla “Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027” è lo strumento che
definisce quali aree del Paese hanno diritto a vantaggi economici e fiscali e in quale misura. E’
consultabile sul sito web del Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud della Presidenza
del Consiglio dei ministri.

– Osservando il particolare della città di Pescara, si nota che la zonizzazione del territorio
comunale presenta evidenti e curiose anomalie. Ad esempio: il lato nord di via Leopoldo Muzi è
incluso negli aiuti, il lato sud no. Stessa cosa per viale Regina Margherita: i fortunati sul
marciapiede est, gli sfigati su quello opposto. Se un’azienda è situata sul lato mare di via Nicola
Fabrizi può accedere ai vantaggi previsti dalla legge, non così se si trova sul lato monte. Chi ha
un’attività su via Amerigo Vespucci deve sperare di trovarsi al numero civico giusto, perché la
strada è suddivisa in ben 5 segmenti: un metro in più o in meno può fare la differenza tra chi ha
diritto ai benefici e chi no. La Carta degli aiuti calata su Pescara sembra elaborata da qualcuno
bendato, che con tratti di penna casuali ha escluso due terzi della città.
– Per decidere quali aree di Pescara andavano rese beneficiarie degli aiuti e quali no, mi dicono che
la Regione Abruzzo si sia fatta aiutare dalla Camera di commercio di Chieti-Pescara. Aggiungerei la
speranza che sia accaduto, anche nell’errore, poiché il contrario vorrebbe dire avere istituzionimaschera curvate solo a favore degli interna corporis. Mi sorge spontanea qualche domanda:
1) il presidente dell’ente camerale, Gennaro Strever, si è fatto dare per sé tutte le opportunità che ha negato ai pescaresi suggerendo questa zonizzazione strampalata?
2) a chi toccava evitare questa pozzanghera normativa? La Camera di commercio non è un tapis
roulant per interessi altrove da coltivare con smargiassate telefoniche o di convegnistica. Alcune
associazioni di categoria, evidentemente soddisfatte, spero non si trovassero in smart working.
3) chi guadagna cosa da questa balcanizzazione della città?
4) molti cittadini di Pescara sono stati danneggiati da questa impostazione cervellotica. Se
l’avessero saputa il 7 marzo scorso, cosa avrebbero pensato di questa vicenda? Si sarebbero
comportati di conseguenza al momento del voto regionale?
Oggi chiedo il ravvedimento operoso alla Regione Abruzzo per questa zonizzazione impazzita, e lo
stesso chiedo alla Camera di commercio di Chieti-Pescara, di cui non comprendo il silenzio, un
silenzio che ha caratterizzato anche alcune associazioni di categoria.
Presidente Strever, forse si aspettava qualche opportunità (culturale?) realizzativa di risulta? Può recuperare la parola? Lasci in pace Vasto, si occupi di Pescara come avrebbero fatto i Cavalieri del Lavoro Gilberto Ferri e Dino Di Vincenzo.
Stessa critica faccio alla Regione, intenta a distribuire braccialetti e collanine senza aver prima
prestato attenzione al documento di supporto della Carta degli aiuti. Siano maledetti quelli che
hanno avuto questa distrazione, deglutiti dalla loro concentrazione per le dazioni di denaro ad
personam a colpi di 3-5-8mila euro per causare retribuzioni elettorali non genuine.
Adesso l’unica possibilità per risolvere il problema sta nel Piano strategico per la ZES unica; non si
sprechi questa ultima opportunità ragionando alla pari con il Dipartimento competente del
Ministero della Coesione.
Oggi ho presentato un’interrogazione parlamentare per accendere un faro su questa vicenda. Nessuna colpa degli uffici della Regione ma suggerimenti di spingitori eccessivi hanno generato una palude di impossibilitati. Gli investimenti dei pescaresi hanno diritto ad avere aiuti di Stato compatibili con la Carta degli aiuti. Così in moltissime strade gli imprenditori pescaresi non
possono contare sugli aiuti in nessuna percentuale, neanche ridotta, per una condotta superficiale,
priva di merito e senza alcuna difendibile istruttoria.”

D’Alfonso produce anche una nota tecnica, che qui si riporta integralmente:
Tra le diverse tipologie di aiuti dell’UE vi sono gli aiuti a finalità regionale: sono aiuti di Stato
concessi per favorire lo sviluppo economico di determinate zone svantaggiate. Essi mirano a
influenzare la scelta degli investitori riguardo al luogo in cui realizzare i loro progetti.
– L’Abruzzo rientra fra i territori destinatari di tali aiuti: spetta alla Regione indicare quali
Comuni ne sono beneficiari. La proposta della Regione Abruzzo sulle zone beneficiarie degli aiuti
è stata approvata con delibera di giunta regionale n. 696 del 03/11/2021. Successivamente, con la
Decisione C (2023)8654 final del 18/12/2023, la Commissione europea ha approvato la proposta
della Regione inserendola nella Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 dell’Italia,
pubblicata il 07/03/2024 sul sito web del Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud.
– Nella delibera n. 696 è stata data evidenza dei criteri che sono stati adottati per l’individuazione
delle nuove zone. Si legge, infatti che “la predetta proposta:
a) è stata elaborata sulla base di una puntuale attività di analisi normativa e statistica, condotta
dal Gruppo di Lavoro Interdipartimentale costituito con DRG 37/2021 del 29 luglio u.s. (così come
integrata con DRG 44/2021 del 9 settembre u.s.);
b) tiene conto in generale della vocazione industriale del territorio nonché delle opportunità
finanziarie a valere sulle diverse fonti regionali, nazionali ed europee;
c) individua, in particolare, in base all’indice di industrializzazione, i territori caratterizzati da una
forte presenza industriale, con attenzione specifica alla presenza della grande e media impresa;
d) prende in considerazione le aree di crisi complessa, presupponendo che in tali territori sia più
alta la probabilità di richiesta di investimenti per diversificazione delle realtà produttive esistenti;
e) tiene conto delle aree cratere 2009 e 2016, nonché delle aree ZES, sulle quali si concentrano gli
specifici finanziamenti nazionali destinati esclusivamente alle predette aree.
– Confrontando, tuttavia, le aree indicate nella mappa allegata alla delibera e riportate nella Carta
degli aiuti a finalità regionale 2022-2027, si rilevano alcune incongruenze:
1) in primo luogo, alla luce dei criteri enunciati nella delibera, non sono chiare le motivazioni che
hanno determinato l’estrema frammentazione nel territorio comunale di Pescara.
2) inoltre, non sembrano rispettati i criteri enunciati nelle premesse della delibera per
l’individuazione delle aree: la giunta ha dichiarato di aver tenuto conto, in generale, della
vocazione industriale del territorio nonché delle opportunità finanziarie a valere sulle diverse fonti
regionali, nazionali ed europee. Ha altresì dichiarato di aver individuato, in base all’indice di
industrializzazione, i territori caratterizzati da una forte presenza industriale, con attenzione
specifica alla presenza della grande e media impresa, prendendo in considerazione le c.d. aree di
crisi complessa, presupponendo che in tali territori sia più alta la probabilità di richiesta di
investimenti per diversificazione delle realtà produttive esistenti.
Gran parte delle zone individuate nel Comune di Pescara, con particolare riferimento a quelle ricadenti nel centro città, per loro natura non sono qualificabili come aree a vocazione industriale o caratterizzate da una forte presenza industriale, né come aree di crisi complessa o attrattive di investimenti di tipo industriale. Non solo: parte delle aree individuate sono ricadenti sul demanio marittimo oggetto di concessione a scopo turistico – ricreativo (stabilimenti balneari). Quindi anche in tal caso non è
chiaro come possa esserne ravvisata una vocazione propriamente industriale, in contrasto con la
natura dell’interesse pubblico demaniale.
3) infine, sembrerebbe che la giunta nell’individuare alcune zone inserite nella Carta degli aiuti non
abbia tenuto conto dei problemi socioeconomici, geografici o strutturali previsti quale presupposto
dagli orientamenti dell’UE. Infatti, come già evidenziato, gli aiuti a finalità regionale sono aiuti di
Stato concessi per favorire lo sviluppo economico di determinate zone svantaggiate all’interno
dell’UE. La zonizzazione operata dalla giunta regionale non sembra garantire tale finalità, unico elemento idoneo a giustificare la deroga agli aiuti di Stato.
IN SINTESI: l’Abruzzo è certamente una regione “in transizione” che necessita di queste misure,
che però non sono state correttamente veicolate e applicate dalla giunta, rendendo di fatto inutilizzabile l’importante opportunità di sviluppo socio-economico offerta dall’UE. 
Infatti non è stata data alcuna evidenza delle ragioni poste alla base della scelta della giunta regionale nell’individuazione delle zone da inserire nella Carta, né in punto di motivazione della delibera, né mediante la pubblicazione della “puntuale attività di analisi normativa e statistica,
condotta dal Gruppo di Lavoro Interdipartimentale, della cui esistenza è data solo formale evidenza
nelle premesse della delibera.
+++ Carta degli aiuti a finalità regionale e aree ricadenti nella Zona economica speciale per il Mezzogiorno – ZES unica (c.d. “ZES unica”)
L’articolo 16 del Decreto-Legge 19 settembre 2023, n. 124, convertito, con modificazioni, dalla
Legge 13 novembre 2023, n. 162, intitolato “Credito d’imposta per investimenti nella ZES unica”
prevede, tra le altre cose, che “per l’anno 2024, alle imprese che effettuano l’acquisizione dei beni
strumentali indicati nel comma 2, destinati a strutture produttive ubicate … nelle zone assistite
della Regione Abruzzo (…) come individuate dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027,
è concesso un contributo, sotto forma di credito d’imposta, nella misura massima consentita dalla
medesima Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 e nel limite massimo di spesa definito ai
sensi e con le procedure previste dal comma 6”.
La Carta degli aiuti a finalità regionale è il presupposto per il riconoscimento dei benefici
fiscali previsti in area ZES (contributo sotto forma di credito d’imposta a favore delle imprese che
effettuano l’acquisizione di beni strumentali).
Dunque è vitale per un’impresa essere inclusa nelle aree beneficiarie degli aiuti.

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