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di Chiara Fabrizi

Nel cratere del sisma è corsa alle risorse messe a disposizione col Superbonus 110 per cento, in questa area prorogato fino al 31 dicembre 2025. Sì, perché con la legge di bilancio 2024 sono stati stanziati 330 milioni per la misura, ma più di un terzo del “tesoretto” è già stato concesso ai proprietari di immobili terremotati.

In particolare, dal report presentato mercoledì da Castelli per fotografare lo stato dell’arte della riparazione dei danni provocati dal terremoto del 2016, è emerso che dal 30 marzo al 30 giugno scorso nell’intero Centro Italia sono state presentate 238 richieste di contributo legate all’utilizzo del Superbonus che cubano complessivamente 121,5 milioni di euro. Più di un terzo del “tesoretto” a disposizione per il 2024.

In questo quadro, tuttavia Castelli, sollecitato sul punto, ritiene che «la somma residua (ovvero 208,5 milioni, ndr) sia sufficiente a coprire tutte le istanze che perverranno nel 2024. Dopodiché – ha assicurato il commissario – la prossima legge di stabilità prevederà altre risorse» per far fronte alle richieste di Superbonus che arriveranno nel 2025 dall’area del cratere del sisma. Castelli, comunque, in conferenza stampa tiene a precisare che nel Centro Italia colpito dai terremoti del 2016 «il Superbonus non è un orpello, ma anzi è stato uno strumento che ci ha permesso di combattere la bolla inflattiva».

Più specifico l’intervento del commissario nel report presentato mercoledì, quando spiega in premessa che «se da un lato il Superbonus ha introdotto una concorrenzialità che ha sfavorito (e rallentato) la ricostruzione, a vantaggio di più semplici e remunerativi interventi edili in altre zone del Paese, nel breve periodo ha consentito ai cittadini coinvolti nella ricostruzione di sostenere gli accolli, ovvero l’aumento delle spese che sarebbero in vari casi risultate insostenibili a fronte dell’aumento dei prezzi di materie prime e lavorazioni rispetto all’entità dei costi parametrici previsti», quelli cioè che determinano il valore del contributo per la riparazione dei danni agli immobili privati.

In questo quadro, è sempre Castelli a scrivere nel report che «stiamo studiando un doveroso adeguamento dei costi parametrici sulle spese di mercato, al fine di evitare un rallentamento o fermo dei processi della ricostruzione, quando le agevolazioni del Superbonus non saranno più fruibili» e questo perché se è vero che il 110 per cento nel cratere è stato prorogato al 31 dicembre 2025 è altrettanto sicuro, come si legge nella premessa al report firmata da Castelli, che «i tempi della ricostruzione post sisma hanno un orizzonte temporale maggiore».

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